QUATTRO SARDI IN TRIBUNALE - “I SARDI NON FANNO FIGLI PERCHÉ SI ACCOPPIANO CON LE PECORE” - LA BATTUTACCIA DI PAOLO VILLAGGIO AL PROGRAMMA DI BEHA FA IMBUFALIRE IL PRESIDENTE DELLA REGIONE: “SE CERTE TRASMISSIONI SCENDONO COSÌ IN BASSO, LO STATO FAREBBE BENE A TAGLIARLE PER RISANARE LE FINANZE PUBBLICHE” - FANTOZZI SI DIFENDE: “HO CITATO GAVINO LEDDA” - MA ORA RISCHIA: I PASTORI, PRIMA CLASS ACTION DELLA BARBAGIA, LO VOGLIONO QUERELARE…

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Renato Franco per "Corriere della Sera"

«I sardi non fanno figli perché si accoppiano con le pecore». Una battutaccia che andrebbe bene in uno dei mille film di Fantozzi. Ma detta da Paolo Villaggio, in tv, su Rai3 scatena reazioni serissime. Si scusa il conduttore, Oliviero Beha, attaccano esponenti politici, addirittura si parla di azione legale, con i pastori sardi che annunciano querela. La prima class action della Barbagia.

Allora Villaggio, si scusa? «Mi umilio. Posso dire che è una battutaccia di cattivo gusto, che sono disposto a fare a piedi vestito da Cristo - o da come mi consiglia lei - da Olbia fino a Cagliari chiedendo scusa ogni due chilometri. È una soluzione paradossale, ma la battuta era moooolto paradossale, assurda. In una trasmissione che degenerava nella solita autodescrizione dei politici presenti che mirano solo a cercare voti, mi sono permesso di ripetere una battuta che aveva scritto Gavino Ledda in Padre Padrone. In realtà ho sbagliato, avrei dovuto dire capre, non pecore. In studio hanno riso sgangheratamente, in Inghilterra mi avrebbero osannato. È tipico della cultura italica, il sense of humour è una cosa molto difficile da conquistare».

Dunque che facciamo? «Lei che è del mestiere mi scriva un'autodifesa molto commovente, molto credibile e dica che l'ho detto io». La prossima volta rinuncerà alla battuta? «La prossima volta? Mai più nella vita». Era successo l'altro giorno, poco dopo le nove di mattina, a «Brontolo», il programma di Rai3. Dopo un giorno di silenzio, è arrivato il diluvio di proteste che hanno spinto Oliviero Beha a prendere le distanze («non poteva fare diversamente», constata Villaggio).

«Mi scuso doverosamente con chi si è sentito offeso dalla battutaccia di Paolo Villaggio sui sardi. Prendo atto delle immediate e crescenti reazioni dell'opinione pubblica dell'isola e dei suoi vertici istituzionali. Se non ho risposto seriamente a Villaggio e a quello che disgraziatamente diceva sulle pecore, mentre la trasmissione trattava questioni serissime della Sardegna e del resto d'Italia, il motivo è uno solo: ho giudicato in diretta, e la mia espressione e il modo in cui sono andato oltre subito testimoniano della mia buona fede giacché la televisione è fatta anche di questo, che l'uscita di Villaggio fosse stata tanto infelice da meritare la sordina e niente di più».

Il commento del presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci è affidato a Facebook: «Frase volgare e stupida. Grave sintomo di ignoranza che non dovrebbe trovare spazio nella televisione pubblica». E aggiunge: «Non preoccupano tanto gli sproloqui e le lacune culturali di chi evidentemente ha esaurito il proprio repertorio, quanto il fatto che questi possano trovare spazio in una trasmissione della televisione di Stato. Se il livello culturale offerto da certe trasmissioni scende così in basso, lo Stato farebbe bene a considerarle tra le voci soggette a tagli e riduzioni per risanare le finanze pubbliche».

Vanno all'attacco anche Fli («Villaggio ci offende») e Pdl («dichiarazioni deliranti»). I pastori isolani hanno dato mandato all'avvocato cagliaritano Anna Maria Busia di querelare Villaggio per le sue dichiarazioni. Sembra una battuta, ma è vero.

 

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