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MARACAIBO, SCAZZO FORZA 9! DAVID RIONDINO CONTRO LU COLOMBO DOPO LE DICHIARAZIONI DELLA CANTANTE (“NON HO FIGLI MA IL PEZZO MARACAIBO È COME SE LO FOSSE”) - “L'HO SCRITTA IO. LEI MI HAI RICONOSCIUTO LA PATERNITÀ DELLA CANZONE SOLO NEL 2018 DOPO UNA MIA AZIONE LEGALE. AVEVAMO UN PATTO...” - RIONDINO RICOSTRUISCE LA NASCITA DELLA CANZONE IN UN TOUR TEATRALE DEL 1979 E POI SPIEGA COME MAI IL BRANO VENNE DEPOSITATO CON LA SOLA FIRMA DI COLOMBO - VIDEO

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Chiara Ugolini per repubblica.it - Estratti

david riondino

 

David Riondino scrive una lettera aperta a Lu Colombo in seguito all’intervista pubblicata qualche giorno fa su Repubblica. La musicista aveva dichiarato: “Non ho figli ma Maracaibo è come se lo fosse. Un figlio che mi ha dato tante soddisfazioni e altrettanti grattacapi. Mi sono sentita prigioniera di una canzone”.

 

 

Il cantautore e regista coglie l’occasione e ricostruisce la paternità del brano raccontandola dal suo punto di vista: “Se le canzoni somigliano ai figli, ci sono canzoni che nascono “creandole” insieme. In qualche modo, sessualmente condivise. Non è questo il caso. La canzone è arrivata già compiuta, è stata adattata, da Colombo con un gruppo di lavoro consistente.

 

LU COLOMBO

Poi naturalmente cantata. Si potrebbe definire una maternità adottiva, o ‘adattiva’. Cosa che niente toglie alla genitorialità, naturalmente. Una canzone è in gran parte la voce che la identifica. Per questo fui io a proporre che questo mio pezzo, una volta adattato, dividesse a metà l’anagrafe”.

 

Poi rivolgendosi a Luisa Colombo dice: “Dispiace molto che tu ti sia sentita, come dici, prigioniera di una canzone, ed è interessante il tuo cenno alla maternità che forse è il motivo per cui, sentendo tua figlia la canzone, hai riconosciuto la mia ‘paternità’ soltanto nel 2018, dopo una mia azione legale".

 

david riondino

Riondino ricostruisce la nascita della canzone: “Antefatto: la canzone Maracaibo nasce in un tour teatrale del 1979. Recitavo un Ruzante, Canto della terra sospesa, regia di Savelli musiche di Piovani. Tre attori, io Piovanelli e Fabienne Pasquet. Fabienne era nera, haitiana, figlia di diplomatici. Sera dopo sera, dopo le repliche con gelosie di soldati e contadini cinquecenteschi, inventavamo una storia su chi fosse davvero questa bella tropicale che si aggirava per l’aretino in vesti medievali. E venne fuori la fantasia della ballerina, di Zazà, del traffico d’armi, di Fidel, della zanna bianca del pescecane. Alla fine del tour la storia era completa, e per non scordarla la misi in musica, e la musica è quella che conoscete. Il testo, poi ridotto, era più lungo. Ma c’era già tutta”.

 

LU COLOMBO

Poi spiega come mai il brano venne depositato con la sola firma di Colombo: “Avevamo fatto un patto, nel 1980, o giù di lì. Mi chiedesti di firmare tu la canzone per motivi tecnici che mi esponesti e che mi sembrarono ragionevoli. Il patto voleva che avremmo condiviso il rideposito, quando fosse stato possibile. Poi abbiamo collaborato a un tuo secondo disco.

 

Poi sono stati anni intensi, non eravamo più a Milano, i rapporti si erano rarefatti per le molte occasioni della vita. Ma sempre quando tornavo sull’argomento di ridepositare il brano, negli anni ’80, negli anni ’90, tu mi ripetevi che la Siae impediva di farlo, e che comunque la canzone era morta, non rendeva niente, o spiccioli che reinvestivi per tenerla un po’ viva”.

 

 

 

david riondino

Riondino spiega anche che dopo la causa legale che nel 2018 lo ha di fatto riconosciuto coautore di Maracaibo si è reso conto del giro di diritti che la canzone produceva: “Quando la prima Siae del 2018 mi ha dato più di 20.000 euro per Maracaibo, sono caduto bruscamente dalle nuvole.

 

Dal 2018 al 2025, Maracaibo ha incassato circa 100.000 euro. Impeccabile, avevo firmato nel pieno delle mie facoltà. Mancavo dei dati necessari, che avevi tu: ma avrei potuto benissimo diffidare. Se non ha sospettato, se non aveva idea del valore, se prendeva per buone le sue stime eran fatti suoi, caro Riondino. Bisogna farsi furbi. Perfetto.

 

LU COLOMBO

Si crea quindi, nella paternità restituita, un babbo dopo il 2017 che vede un certo incasso, che equivale giustamente a quello della madre, e lo stesso babbo che per gli anni che affondano negli ’80, nel ’90, e nel 2000 non ha visto nulla, dato che quel che doveva vedere lo teneva la mamma. C’è qualcosa, evidentemente, che non va. E la questione, dato che formalmente il tombale ha chiuso ogni discorso, la puoi risolvere solo tu. Con un gesto volontario, riprendendo in mano l’argomento, come peraltro accenni a fare nell’intervista.

 

Non necessariamente, Dio ne scampi, versandomi quel che risulterebbe dagli incassi fino al 2017, sui quali sappiamo c’è la famosa lapide (lo dico per l’avvocato che legge). Blandini e Assumma, ai quali chiesi lumi, mi confermarono la pesantezza della lapide. Ma semplicemente dicendomi l’importo (...)

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