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IN ARRIVO IL PRIMO SINGOLO DI GIANLUCA VACCHI: ‘VIENTO’. QUI L’ESTRATTO
Fulvio Abbate per "Il Dubbio"
Se è vero, come spiega Albert Camus, che l'esistenza umana va ritenuta decisamente "assurda", cioè ontologicamente del tutto priva di senso, non si può non provare (benché con riserva) simpatia per Gianluca Vacchi, idolo glamour-pop con prenotazione obbligatoria, fra molto altro, per DJ set notturni.
Ne scaturisce una immediata adesione al lussuoso modo che il nostro semidio mondano ha di dissipare narcisisticamente i propri giorni, ovvero, direbbero i semplici che badano unicamente alla schiuma mondana, con modalità da "immenso cazzaro" (cit.).
In Vacchi, per cominciare, molti riconoscono, con conseguente invidia non meno pop, un maestoso e inarrivabile "730".
Già, un CUD in pelle di scroto di pitone. Tradotto in soldoni: Vacchi è ricco sfondato, in grado di soddisfare ogni proprio capriccio diportistico: dal safari fotografico femminile al balletto acquatico a favore di Instagram, dall'irruzione motorizzata fin dentro gli interni "pompier" di casa ai selfie nel jet privato.
E ancora va aggiunto che Vacchi ha fantasiosamente scelto di farsi scarabocchiare ovunque dai migliori maestri tatuatori: il suo corpo va visto dunque come un modulo CID relativo a uno scontro frontale con i piaceri palpitanti della vita, roba mica da tutti. Meglio ancora: se il protagonista di "Nella colonia penale" di Kafka si ritrova ad avere incisa la condanna sulle carni vive, al contrario Vacchi sembra coperto di ramages che mostrano i molti bonus della sua vita da testimone della più acefala contemporaneità.
Una volta, i cosiddetti "estrosi" erano ritenuti sinonimi viventi del ridicolo, roba da suscitare una sorta di compassione, nulla di più presso gli occhi del mondo. Ricordo infatti un barone siciliano rimasto celebre per aver dedicato un necrologio all'amato gatto. Poveretto, così pensava il vicinato.
La bizzarria di Vacchi, al contrario, in un mondo di cazzari invidiosi residenti in una società altamente spettacolarizzata, dove vivere è un continuo casting di se stessi, è funzionale alla costruzione del consenso. Non vorrei adesso esagerare, ma il personaggio, volendo, potrebbe aspirare perfino a ruoli di governo, riuscendo in ciò che fu negato, metti, a Cicciolina: sottosegretario con delega al turismo di un ipotetico governo Berlusconi, o anche a trazione renziana, dai.
Quali siano i suoi argomenti, è subito detto: essere Gianluca Vacchi, punto. Essersi accreditato come il tronista ancora una volta di se stesso, ben più dei vari Costantino Vitagliano, comunque salariati per conto terzi o Mediaset.
Vacchi, al contrario, sembra mostrare come unico committente, come esclusivo mandante, la propria persona: "... te piacerebbe, no, sta' a nun fa' 'ncazzo tutto er giorno?", così la vox populi in attesa di vederlo arrivare all'inaugurazione della discoteca o dello show-room di astucci penici griffati G.V., "... anvedi che machina, anvedi che pezzo de sorca che s'è portato appresso! Forte, Gianlu', se sparamo 'sto serfie, eh?"
E l'uomo sembra concedersi, come una volta avrebbe fatto il papa dall'alto della sua sedia gestatoria, solo che nel caso di Vacchi si tratta di un trono da faraone fancazzista
Fra l'altro, come ho avuto modo di notare, l'uomo possiede anche un eloquio attendibile da manager, di più, da abbonato al "Sole 24 ore" e forse perfino ai classici del pensiero economico, Gianluca potrebbe infatti aver perfino letto il testo più astruso che saggistica economica abbia mai prodotto, quel "Produzioni di merci a mezzo di merci" di Piero Sraffa, l'amico di Gramsci, colui che salvò i "Quaderni del carcere".
E magari addirittura i "Grundrisse" di Marx. L'uomo infatti, risulta perfino avere conseguito una laurea, proprio in economia. Ho detto, potrebbe. Sebbene tutto ciò sembri collidere con l'outfit da finissage da centro Jacuzzi che il personaggio sceglie di indossare (comprensivo di cavigliere ben più ridicole di quelle del Kathakali di Battiato e brillocco a fermare la punta aguzza della barba), come se fossimo in una perenne danza dei parei, teatralizzazione da spot del bagnoschiuma "Compagnia delle Indie", con tante giovani sorridenti a ballare all'ombra degli spinnaker.
Chiamarle coreografie, sarebbe davvero troppo. Di sicuro però, sere fa, trovandomi nella terrazza di Roberto D'Agostino e Anna Federici, non ho potuto non rilevare l'ammirazione delle signore presenti sulla difficoltà di ballare su un tacco dodici, disciplina che Vacchi sembra talvolta praticare con perizia da drag.
Va da sé che il milionario Vacchi è consustanziale all'impoverimento dialettico che segna ormai le società affluenti dell'occidente rimbecillito dalle playstation, passate dai drammi misogini di Strindberg a una contemplazione ludica dove perfino lo slippino macchiato di tal Kim Kardashian si fa valore d'uso intellettuale.
gianluca vacchi 49 anni copia 3
Con l'apoteosi di Vacchi, un grido di battaglia post-neoplasie come "Enjoy", nonostante l'apparenza da spot dell'integratore per palestrati, sembra avere avuto ragione su parole d'ordine che ai frequentatori degli abissi culturali sembravano inaffondabili: forme idiomatiche come "Seee, 'sto cazzo" e "Suca" improvvisamente si sono viste cancellare da quell'invito a una presunta leggerezza, alla "resilienza", quasi che il bolognese Vacchi voglia dirti che, uh, come sarebbe bello poter pronunciare ancora la parola "resistenza" che sa di memoria civile, ma è ormai troppo tardi, perché i buttadentro sono già al lavoro e la prevendita del nulla è già avviata.
Vacchi, insomma, appare perfetto nel tempo in cui il poster ideale della narrazione apicale del Pd renziano mostra alcune quarantenni in tubino nero che innalzano il calice del pianobar serale, come da bacheca Facebook.
Alla fine, osservandolo, viene in mente una profonda verità espressa da Vittorio Gassman in una scena del film "Il gaucho". Questi, rivolto a Silvana Pampanini che gli segnala la simpatia dell'imprenditore Amedeo Nazzari con un: "Ammazza, quanto canta bene, l'ingegnere!" Così chiosa: "Te credo, c'ha i sordi!"
raffaella zardo gianluca vacchi
Vacchi, lo si è detto, oggi volta che balla frantuma il muro del suono del ridicolo, eppure anche lui "c'ha i sordi", ed eccolo coperto di applausi, di complimenti, ed è in questo simmetrico a Fabrizio Corona, e poco importa che nel 2007 il suo nome sia finito tra le carte processuali relative all'inchiesta che i media ribattezzano "Vallettopoli", a causa di alcuni presunti ricatti subiti proprio da parte del fotografo catanese. Tutto si tiene.
gianluca vacchi fotografato a miami da raffaella zardo GIANLUCA VACCHI IN TACCHI A SPILLOGIANLUCA VACCHI IN TACCHI A SPILLOgianluca vacchi crioconservato 1GIANLUCA VACCHI IN TACCHI A SPILLOgianluca vacchi crioconservato 2gianluca vacchi gianluca vacchi crioconservato 3GIANLUCA VACCHI IN TRENOGIANLUCA VACCHI IN TACCHI A SPILLOgianluca vacchi crioconservato 8gianluca vacchi crioconservato 7VACCHI E ARIADNA GUTIERREZgianluca vacchi 49 anni copiaraffaella zardo fotografa gianluca vacchigianluca vacchi selfiegianluca vacchi 49 anni copia 5ariadna gutierrez gianluca vacchi in rosa gianluca vacchi doratoGIANLUCA VACCHI SU BUZZFEEDGIANLUCA VACCHIGIANLUCA VACCHIgianluca vacchi 49 anni copia 2gianluca vacchi a miamiraffaella zardo in sella a gianluca vacchigianluca vacchi gianluca vacchi ariadna gutierrezgianluca vacchi a miamiariadna gutierrez VACCHI E ARIADNA GUTIERREZVACCHIariadna gutierrez ariadna gutierrez a miamiariadna gutierrez ariadna gutierrez a miami ariadna gutierrez gianluca vacchi ariadna gutierrezgianluca vacchi ariadna gutierrezgianluca vacchi ariadna gutierrezgianluca vacchi ariadna gutierrez
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