marco damore gomorra

“LA NOSTRA E’ UNA FICTION NON UN DOCUMENTARIO” - MARCO D’AMORE, ALIAS CIRO DI MARZIO, RISPONDE ALLE CRITICHE DEI MAGISTRATI A “GOMORRA”: “SIAMO LIBERI DI RACCONTARE LA SAVANA DAL PUNTO DI VISTA DEL LEONE O DELLA GAZZELLA. PERÒ BISOGNA STARE ATTENTI, C’È IL RISCHIO DI SCIVOLARE VERSO LA CENSURA…”

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Antonio Castaldo per il “Corriere della Sera”

 

gomorra 3

«Guardate I Soprano , la libertà con cui è stato raccontato quel mondo. La nostra è una fiction, non un documentario. Siamo liberi di raccontare la savana dal punto di vista del leone o della gazzella. E non penso sia sbagliato né un modo né l' altro. Però bisogna stare attenti, c' è il rischio di scivolare verso la censura».

 

A Milano per mettere in scena American Buffalo , Marco D' Amore, il Ciro Di Marzio di Gomorra , risponde alle polemiche che puntualmente riaffiorano, anche con la terza stagione della serie. Questa volta è un magistrato, il procuratore aggiunto della Dda di Napoli Giuseppe Borrelli, a sottolineare l' interpretazione «folkloristica» della camorra offerta dalla fiction di Sky.

gomorra 3

 

«Le polemiche le lascio a chi ha voglia di farle - risponde D' Amore -. Noi partecipiamo da artisti e anche da cittadini a tratteggiare uno dei profili possibili del nostro Paese. Lo facciamo con l' intento da una parte di rendere avvincente il racconto, e dall' altra di partecipare a un fortissimo atto di denuncia che è partito dall' opera di Saviano».

gomorra 3

 

Borrelli, titolare di alcune delle più incisive inchieste contro i clan, ha rilevato un aspetto più tecnico che morale, commentando il tipo di struttura criminale descritta dalla serie: «Una rappresentazione parziale», l' ha definita intervistato dal Corriere del Mezzogiorno: «Oggi la camorra ha superato lo stato di contiguità con professionisti, impresa e parte della politica. I clan esprimono una propria classe dirigente. E questo preoccupa. La camorra raccontata in Gomorra è un' entità paradossalmente tranquillizzante, perché consente di differenziarsi».

sonia romano festeggia il suo compleanno

 

D' Amore, interprete di «Ciro l' immortale», si limita a ribadire che «tutto ciò che accade in Gomorra , sotto il mantello della finzione, viene raccolto dalla realtà, dalle carte processuali, dalla storia che è scritta. Non è invenzione».

 

American Buffalo , la pièce teatrale della quale D' Amore è attore e regista, ha debuttato il 10 novembre a Tor Bella Monaca, in una sala scelta oltre il raccordo anulare di Roma. A Napoli, alle repliche ospitate dal teatro Bellini, la platea era affollata da ragazzi di Scampia in «trasferta» al centro: «Per loro è davvero un' altra città. Lo dice Elena Ferrante nell'Amica geniale : attraversato il tunnel, i suoi personaggi perdono ogni spavalderia».

 

marco d amore (2)

A teatro gli scugnizzi della periferia sono arrivati in flottiglie di scooter: «Erano vestiti come per un matrimonio - racconta D' Amore, originario di Caserta -. Indossavano cravatte sgargianti sotto l' abito scuro. Per loro il teatro è un luogo nuovo, di certo non lo frequentano spesso. Ma volevano vedere il loro "Immortale". Per me è importante far capire cosa è possibile fare, fin dove è possibile arrivare studiando e lavorando. Offrire un' alternativa».

marco d amore e daniela