DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Massimo Gaggi per il "Corriere della Sera"
«Niente pubblicità ! Niente videogiochi! Niente trucchi!». Sei parole scritte a penna su un foglietto che Jan Koum tiene bene in vista sulla scrivania nel suo ufficio di Mountain View, sintetizzano con estrema chiarezza la filosofia fin qui seguita del co-fondatore e amministratore delegato di WhatsApp, l'applicazione della messaggistica su Internet, diventato ormai un gigante con 450 milioni di utenti.
Anche ora che la sua società era diventato un gigante appetibile, Koum si rifiutava di trasformarla in un veicolo per fare pubblicità online e, in interviste concesse anche poche settimane fa, escludeva quotazioni in Borsa e cessioni della sua azienda. «à la visione austera di un ragazzo cresciuto in un Paese che veniva dal comunismo, uno arrivato negli Usa quando aveva 16 anni, segnato dalle sue passate esperienze in Russia e Ucraina e che, all'inizio, in America, era un immigrato povero che mangiava grazie ai buoni-pasto dell'assistenza alimentare pubblica», ha commentato di recente il banchiere di Sequoia Capital Jim Goetz, uno che lo conosce bene.
Ma qualcosa deve essere improvvisamente cambiato negli ultimi giorni perché ieri sera, subito dopo la chiusura della Borsa di New York, Facebook ha annunciato di aver acquisito WhatsApp per una cifra mozzafiato: 16 miliardi di dollari (4 «cash» e 12 in azioni della società di Mark Zuckerberg) che diventano 19 se si calcolano anche le azioni differite che verranno distribuite nei quattro anni successivi al perfezionamento dell'accordo ai fondatori della società e ai dipendenti di WhatsApp.
Con quest'azione fulminea Facebook conferma la sua politica di crescita per acquisizioni di società con business complementari a quelli del «social network» o che possono, in prospettiva, diventare rivali: da Instagram, la popolare app per foto-sharing acquistata nel 2012 per un miliardo di dollari, all'affare mancato col servizio di messaggistica Snapchat per il quale, a quanto si sa, Facebook si era detta pronta a sborsare 3 miliardi di dollari.
Qui, però, i soldi messi sul tavolo da Zuckerberg sono molti di più: 16 miliardi per una società praticamente senza fatturato. E infatti la Borsa, a giudicare dalle prime reazioni, l'ha presa male: dopo l'annuncio dell'affare, il titolo Facebook ha perso il 5 per cento, scendendo a 64 dollari, prima di riguadagnare qualcosa nelle quotazioni del dopoborsa. WhatsApp è cresciuta enormemente in termini di utenti, ma rimane una società molto piccola e molto giovane (è stata fondata nel 2009) priva di un chiaro modello di business. Sicuramente ha grandi potenzialità , ma per arrivare a produrre abbastanza reddito da giustificare una quotazione simile, ci sarà molto da lavorare.
Evidentemente Zuckerberg è convinto di poter allargare di molto il raggio d'azione di Facebook grazie a WhatsApp che, pur rimanendo tecnicamente un'entità separata, fornirà molti dati alla «casa madre»: informazioni utili per incrementare la sua penetrazione pubblicitaria tra i grandi inserzionisti.
Molti pensano che anche i messaggini di WhatsApp, l'applicazione che consente di inviare sms gratuitamente attraverso Internet aggirando le compagnie telefoniche che spesso applicano una tariffa per questo tipo di servizio, prima o poi diventeranno essi stessi una piattaforma pubblicitaria. Ufficialmente la missione di Facebook è «rafforzare la connettività nel mondo - dice una nota -, sviluppando i servizi base di Internet in modo efficiente e conveniente».
Ma ogni cambiamento, in questo campo, è molto rischioso: i giovani arrivati in massa e in pochissimo tempo, potrebbero anche emigrare con altrettanta rapidità , se il servizio offerto loro «cambierà pelle». Zuckerberg lo sa e certamente si muoverà con cautela. Per adesso il fondatore di Facebook preferisce limitarsi a sottolineare le enormi potenzialità della società che ha appena acquisito: «WhatsApp ha 450 milioni di utenti, il 70 per cento dei quali usa il servizio ogni giorno. E ogni giorno si aggiunge un milione di nuovi utilizzatori: la società galoppa verso la prospettiva di avere un miliardo di utenti», sostiene ancora, con grande ottimismo, Facebook che nota anche come il numero degli sms inviati via WhasApp sia ormai vicino a quello dei messaggi veicolati dalle società telefoniche di tutto il mondo messe insieme.
Insomma una grande società , grandi prospettive, ma anche grandi rischi. Che Koum gestirà insieme a Zuckerberg, visto che l'accordo prevede il suo ingresso nel consiglio d'amministrazione di Facebook. Sempre che l'acquisizione annunciata ieri superi l'esame delle «authority» regolamentari che devono autorizzarla. Se l'affare dovesse andare in fumo, Koum ne uscirà comunque con un miliardo «cash» e uno in azioni Facebook.
ZUCKERBERG ap MARK ZUCKERBERG logo facebookLOGO FACEBOOK IN MEZZO AI DOLLARIJAN KOUM CAPO DI WHATSAPP FACEBOOK WHATSAPP Facebook WhatsApp
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