MISSING ITALIA - REGINETTE SENZA PASSERELLA: LA RAI SILURA MISS ITALIA (ERA ORA)

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Maria Corbi per "la Stampa"

Un divorzio non consensuale, per usare un eufemismo, quello tra Miss Italia e la Rai. Una separazione che si annuncia come la guerra dei Roses, con Patrizia Mirigliani decisa a non farsi chiudere la porta in faccia da Giancarlo Leone che ieri, quasi come un inciso, alla conferenza stampa per i David di Donatello, ha annunciato: miss Italia non abita più qui. Non su Raiuno, la rete nazional popolare che da tempo immemore ospita la manifestazione nazional popolare della bellezza.

Una coppia che negli ultimi anni ha avuto qualche crisi ma ha sempre portato alla fine ascolti altissimi, soprattutto in questi anni di moltiplicazione delle reti e divisione dei telespettatori. Mirigliani non ci sta e annuncia azioni legali. Intanto sui blog si scatenano i commenti, perchè miss Italia esiste da 70 anni, ed è come il panettone a Natale, una certezza. Ma divide. C'è a chi piace e chi la detesta.

Per l'Italia che sogna, l'Italia della provincia dove la tv è tata e maestra, delle mamme che sognano figlie «bellissime» e delle ragazze che vedono il successo solo patinato, la notizia è uno choc. Mentre per chi pensa che la battaglia delle donne passi anche per la fucilazione delle miss, è tempo di brindare.

E non importa che comunque sia, in questi anni, il concorso sia stato, una delle uniche strade lineari per approdare in tv. Certo nell'agosto scorso le parole del presidente del cda Rai, Anna Maria Tarantola, che auspicavano una nuova immagine della donna in tv, anche se non riferite a miss Italia, erano suonate come un de profundis per le reginette.

La notizia arriva quando la macchina della manifestazione, che a settembre elegge la più bella d'Italia, è già molto avanti, con le selezioni regionali fatte e un esercito di ragazze che aspetta l'occasione di farsi vedere in tv mentre sfila in costume (3028 le iscritte finora, in aumento). Leone precisa però che già «da gennaio scorso» gli organizzatori sapevano che la prossima finale non sarebbe stata trasmessa da Raiuno visto che il contratto che legava Rai e Miren è scaduto nel 2012.

Comunicazione che sarebbe stata data a Lucio Presta, il potente agente che dal 2012 collabora con la Mirigliani. Lei, la patron del concorso, annuncia battaglia anche se nel frattempo fervono i contatti con Sky (e anche Mediaset) per la ricollocazione del concorso. «Guarda caso - si legge in una nota della Miren, diffusa dall'Associazione Utenti Radiotelevisivi - ciò avviene proprio il giorno dopo che la società ha diffidato la Rai a dare seguito agli impegni assunti da 30 anni a questa parte di mandare in onda il format».

Nella lettera la Mirigliani, ricordando che Miss Italia ha sempre curato la correttezza dell'immagine della donna collegando la manifestazione a fini sociali e culturali, si dichiara pronta a dare il format gratuitamente alla Rai e farsi carico delle spese necessarie.

Secondo la Mirigliani, che ha chiesto l'appoggio dell'Associazione Utenti Radiotelevisivi, «non accettare questa proposta, rifiutando una trasmissione che ha raggiunto sempre share altissimi, comporterebbe solo una perdita di milioni di euro per la rete di Stato con pesanti responsabilità erariali in capo ai suoi dirigenti». In gioco non solo i sogni di gloria delle miss, ma anche molti posti di lavoro nell'indotto «e soprattutto un rilevante danno finanziario per l'azienda già in forte crisi economica».

 

 

CARFAGNA A MISS ITALIACARFAGNA A MISS ITALIAMISS ITALIA CON SERGIO MARCHIONNE FRANCOIS OLIVIER JOHN ELKANN Sul podio per la volata finale di Miss Italia tre ragazze del Sud Romina Pierdomenico Miss Abruzzo Giusy Buscemi Sicilia e Claudia Tosoni Lazio jpegMISS ITALIA GIUSY BUSCEMI jpegMISS ITALIA jpeg