RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Estratto dell’articolo di Silvia Fumarola per “la Repubblica”
L' arrivo, nel suo stile, è teatrale. I capelli bianchi raccolti in una coda, gilet di pelliccia per una gita in Alaska, ma ciabattine di cotone senza calze. Morgan registra alla Rai di Milano Freddie - Speciale Freddie Mercury in onda giovedì su Rai2, che lo riporta in tv dopo Amici. «Maria De Filippi? Le ho fatto gli auguri a Natale. Un conto è discutere per questioni di lavoro, un altro sono i rapporti personali».
(…) Una bella coppia, lei e il direttore di Rai2 Carlo Freccero.
«Freccero è un rivoluzionario situazionista integrato alla Guy Debord. La parola situazionista oggi si può tradurre in persona libera, che ragiona con la sua testa. Qualcuno che riesce a dire che non è d' accordo e sa motivare le scelte. Non ti mette davanti ai diktat. Una persona libera quando fa il dirigente ovviamente aiuta».
(…)
È stato Freccero a proporle lo speciale su Freddie Mercury?
«Sì. E qualsiasi cosa mi avesse proposto avrei accettato. So tutto dei Queen, sono perfetti.
Rappresentano tutti, sono l' espressione del popolo, sono veramente sociali. Non social».
Perché "Bohemian Rhapsody" ha avuto così successo?
«È l' unico film che parla di Mercury e allora dobbiamo chiederci perché piace lui. Perché viene dal basso e ce la fa. È diverso nel vero senso della parola, ma non perché sia gay. La prima vera diversità è che è un vero artista. Non è bello, non sa ballare, però ci prova. Ma canta. Il suo insegnamento è: guarda che ce la puoi fare. Lo stesso meccanismo per cui piace De André. Le canzoni parlano di gente sfigata che ha la sua rivincita. We will rock you vuol dire "ve la faremo pagare"».
Cosa fa il rock?
«Il rock riesce a dare fiducia, energia e speranza a chi vuole stare al mondo come se stesso, non come un numero o un soldatino. Mercury ti dice: "Sii te stesso nel tuo tempo nel tuo ego e nel tuo te stesso". Tutti s' identificano. Non c' è nulla di più politico che unire la collettività.
De André idem: musica e testi colti, ma piace perché parla di noi, al nostro essere umano ferito».
Racconterà questo in tv?
«Sì. Mercury è empatico con il pubblico e io sono empatico con Freddie perché a furia di ascoltare i Queen invece di tradurre Platone fui bocciato. Sono andato in una scuola più facile del liceo classico e allora sono morti i Queen. Ma il lutto è stato elaborato suonandoli. Poi col mio compagno di scuola Gabriele andammo a Londra al Freddie Mercury Tribute Concert.
Io amavo Bowie, lui i Queen. Due italiani a Wembley, c' era il mondo. Il pomeriggio suonò Zucchero, ci mettemmo a gridare: "Ehi, siamo italiani"».
(…) Farà il giudice a "The voice"?
«Mi piacerebbe. Vorrei tornare a dare il mio servizio ma me lo devo anche meritare».
Il suo rapporto con la televisione?
«Bello. Mi fa addormentare. La più grande rockstar della tv italiana è Carmelo Bene. Quello sulla televisione è un discorso complesso. Ci puoi portare tante cose: è un contenitore. Va distinta la tv privata dalla Rai per cui vige l' idea di servizio pubblico. Questo dovrebbe aiutare a distribuire bene i format. Non bisogna imitare chi insegue il mercato perché non funziona».
(…) Come giudica l' apertura di Sanremo al rap e alla trap?
«Ottima idea. Mi piacciono molto certe espressioni della musica trap di oggi. Bisogna solo capire perché nei testi le donne vengano considerate, diciamo così, facili. Perché le ragazze lo accettano? Perché non andiamo a vedere come sono descritte nei testi di oggi? Questa cosa dispiace. E poi mi dispiace quello che è successo al concerto di Sfera Ebbasta».
(…) Della polemica sulle frasi di Baglioni sui migranti che pensa?
«Un cantautore per forza ha opinioni. Se non avesse viaggiato, se non condividesse la migrazione come idea di cultura come potrebbe scrivere? Un immigrato è l' occasione per imparare una nuova cultura e un artista lo sa, è andato oltre le colonne d' Ercole. Se no, non riuscirebbe a cantare le gesta e i dispiaceri degli uomini. Mi è sembrato tutto coerente. Non ci ho trovato niente di strano o di politico. Ma di poetico».
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