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Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, a differenza che in casa tua dove siamo anche cento persone a volta, a casa mia il massimo di ospiti per una cena è sei persone a volta. Due sere fa eravamo per l'appunto sei ed è partita la discussione sulla tragedia di Gaza, questo poco dopo che era arrivata la notizia che in una università italiana era stato impedito all' "ebreo" Maurizio Molinari di prendere la parola sull'argomento.
Com'è fin troppo ovvio le nostre opinioni a casa mia non concordavano. In particolare una mia ospite, una ragazza molto intelligente che di mestiere fa la ballerina, era totalmente dalla parte delle vittime palestinesi: per meglio dire era commossa dall'entità strabocchevole di quelle vittime. E questa sua opinione la difendeva con passione, con tenacia di fronte a me e a un mio ospite (un giornalista notissimo) che avevamo un'opinione diversamene sfumata. Entrambi non è che dicessimo che quella quantità di vittime innocenti (una buona parte bambini) ci lasciava indifferenti, e vorrei bene vedere.
Entrambi sostenevamo piuttosto il diritto di Davide Parenzo e di Molinari di esporre le loro opinioni a un pubblico convenuto per l'occasione, opinioni fatte non ad esaltare i bombardamenti su Gaza ma a spiegare com'è che si sia arrivato a questo punto tremendo nella storia dei rapporti fra Israele e i palestinesi, com'è che un'organizzazione criminale che ha impiegato i soldi destinati ad alleviare la vita degli abitanti di Gaza quei soldi li abbia utilizzati a creare una rete di fortificazioni sotterranee più lunga dell'intero circuito della metropolitana di Londra.
Beninteso, la nostra è stata una discussione in cui non una parola è stata pronunziata a voce rauca, non un argomento è stato usato al fine di serrare al collo l'interlocutore (l'interlocutrice, oltretutto una ragazza non italiana che parla un italiano perfetto). La nostra non era una rissa da taverna, e bensì un confronto tra persone che si rispettano. Perché questa è la meta e il valore di un società di cui valga la pena, che i diversi punti di vista godano tutti dello stesso tasso di rispettabilità.
Ciò che niente ha a che vedere con quel che è successo nelle aule universitarie dove a Parenzo e a Molinari è stato impedito di prendere la parola. Perché esattamente di questo si è trattato da parte di animali da rissa che hanno impedito loro di "parlare". Parenzo e Molinari non dovevano essere al mondo, dovevano essere cancellati al possibile dal mondo, non dovevano letteralmente esistere. Le loro in nessun caso erano delle opinioni, erano bestemmie contro l'umanità che era invece rappresentata dagli animali da rissa di cui sto dicendo.
Quelli che molti anni fa cercarono di impedire al nostro indimenticabile Giampaolo Pansa di spiegare da dove nascevano quei suoi (indispensabili) libri che raccontavano quel che era accaduto ai "vinti" del 1945. Anche a me capitò una volta una cosa del genere, che dei pezzi di merda fumante mi impedissero di ragionare non ricordo su quale argomento. Mi ricordo invece i loro volti, i loro occhi, le loro parole sguaiate, la religione dell'odio che li animava.
Perché di questo si tratta. Che quelli che hanno impedito a Parenzo e a Molinari di dire la loro sono fondamentalmente dei sacerdoti dell'odio, e non importa contro chi, importa solo che quell'odio sia al massimo grado temperatura possibile..
PS. Quando a poco più di vent'anni ero il presidente del Centro Universitario Cinematografico e alla fine della proiezione di ogni film cominciava un affollatissimo dibattito, avvenne che in una certa occasione chiedesse la parola il leader dell'allora "groupuscule" neonazi che aveva nome Ordine nuovo. I miei sodali e amici insistevano perché non gli venisse data. Io invece non avevo dubbi che lui potesse dire la sua quale che fosse, e così fu.
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