DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Barbara Costa per Dagospia
simone de beauvoir brigitte bardot
Giampiero Mughini, in “Sex Revolution” scrivi: “Monogamia e fedeltà, due valori che io reputo entrambi due bugie grandi così”. E a chi punto dal vivo se ne indigna, ti attacca e ti dice che non è vero, che proprio non è così, che si può, anzi si deve essere fedeli, anche in relazioni più che decennali, e che la loro passione è tale come il primo giorno, tu rispondi che…
Se per monogamia si intende il fatto che per i dieci o venti o trent’anni che dura un rapporto importante e centrale con un partner, tu non ti accorgi di nessun’altra persona al mondo, questa è una tale porcata da offendere l’intelligenza.
Che in quei dieci, venti, trenta anni tu non abbia alcun’altra tensione, tentazione, giramento di testa è semplicemente assurdo. Così è stato nei trent’anni che dura il mio rapporto con Michela - che io abbia avuto altre tentazioni e giramenti di testa, e qualcuno non di poco conto - , e lei lo sa, e quanto a me nemmeno le chiedo dove e come va i pomeriggi in cui resta fuori di casa quattro o cinque ore.
La tua venerazione per Brigitte Bardot è notoria. Le hai dedicato un libro, “E la donna creò l’uomo. Lettera d’amore a B.B.”, e sempre nel tuo “Sex” lamenti il fatto che Andy Warhol non lo abbia potuto fare “quel film che doveva riprendere per 8 ore Brigitte Bardot che dormiva”. Mi racconti che è successo un pomeriggio romano degli anni ’50, sei andato al cinema Barberini, e sullo schermo c’era…
Quel pomeriggio romano al cinema Barberini, in attesa che partisse il treno che da Roma mi avrebbe ricondotto nella città in cui abitavo, Catania, sono entrato a vedere quello che mi pare fosse il primissimo film della Bardot e comunque di certo il primo film in cui io ero ipnotizzato da una tale dea.
Nel liceo e nella città in cui avevo vissuto nulla avevo imparato di una donna se non l’idea che il suo corpo fosse una minaccia. Detto altrimenti, quei teppisti dei miei insegnanti mi avevano inzuppato di sessuofobia. A solo vedere la Bardot ho capito quanto immenso e decisivo fosse il pianeta del desiderio tra i sessi, il pianeta più importante dell’universo.
Che ci ha fatto, Mughini, con quella foto di Brigitte Bardot in sottoveste, che suona la chitarra, e che sta nel libro che le ha dedicato Simone de Beauvoir?
Credo si capisse perfettamente da come ne ho scritto da qualche parte. Mi ci sono masturbato più e più volte.
Prendo ancora dal tuo “Sex”: “Se per erotico intendete ciò che mette in moto l’anima e la mente”. Tu pensi che ce la faremo mai a porre la pornografia al posto che merita, ovvero tra le arti?
Ma c’è ancora qualche cretino al mondo che traccia un muro di Berlino a separare la pornografia dall’erotismo? C’è ancora qualcuno che crede che una cosa siano le piroette cinematografiche di dive del porno come Traci Lords, Tori Black, Tera Patrick e tutt’altra cosa la sequenza infinita dei libri, fumetti, illustrazioni che definiamo “erotici”? Siamo ancora al tempo in cui non ricordo più se quindici o sedici editori dissero di no al “Lolita” di Vladimir Nabokov, uno dei dieci romanzi più importanti del Novecento?
Puntiamo in alto: “Impossible Love”, tra le più celebri raccolte di lavori del fotografo Nobuyoshi Araki, e la sua foto delle dita di una donna tra le natiche di un uomo, a stimolarlo, e che lo stimolo riesce lo vedi dalle contrazioni di lui, vale un Leonardo, un Michelangelo?
Non è che per essere un linguaggio artistico ragguardevole, deve per forza raggiungere le cime di Leonardo o di Michelangelo. Non è che esiste la pornografia, esistono i diversi autori, i diversi fotografi, i diversi scrittori che utilizzano l’erotica più radicale. E il grande fotografo giapponese Araki è uno dei maestri del genere.
mughini araki impossible love cover
Vinceremo mai la sottovalutazione, la denigrazione a cui è sottoposta la pornografia dalla maggior parte di chi fa cultura e non se ne vuole occupare e, se lo fa, lo fa con disprezzo, come fosse costretto a trattare empietà?
Dimentichi che l’ipocrisia è una delle leggi fondamentali su cui si regge la nostra Repubblica.
Mi fai un esempio di cosa ti da più fastidio del non detto, o ipocritamente detto, sulla pornografia?
Nella mia casa precedente dove ho vissuto trent’anni, quella di via della Trinità dei Pellegrini, l’unica stanza dove non c’erano libri era quella in cui accoglievo gli ospiti a cena. In quella stanza erano in bella mostra una ventina di videocassette porno.
Mai nessuno dei miei ospiti mi ha chiesto quale fosse la più bella, la più intrigante. Viceversa se veniva una mia amica fidata e le mostravo una di quelle cassette, ne andava in estasi. Una mia giovane amica alla quale mostrai un video porno con Traci Lords protagonista che durava meno di venti minuti, in quei venti minuti venne quattro volte solo col guardare.
Su Pornhub, tu quale genere porno preferisci?
Purtroppo vado su Pornhub meno spesso di quanto vorrei dato che per tutto il giorno mi rompo i c*glioni con le fatture elettroniche, le risposte a chi mi vuole vendere questo o quello, firmare le 30 pagine di cui è fatto ogni contratto Rai, rifiutare cortesemente le due o tre richieste quotidiane di fare un lavoro gratis o magari una volta su cento farlo, e il duro lavoro a scavare il terreno su cui far germogliare le poche cose che scrivo.
Non ho preferenze particolari, semmai delle dive particolarmente preferite. La grandissima Envy una di queste. Tori Black poi, lei è fuori discussione. Diciamo che, per quel che è delle donne come persone nella loro completezza, la mia scala ideale è fatta così: al gradino più basso sta Michela Murgia, al gradino più alto Tori Black.
Setaccio ancora da “Sex Revolution”: “Le generazioni post anni ’60 non sono più dentro nessuna rivoluzione, sono dentro un conformismo. Solo conoscono un mondo dove la bellezza dei corpi è diventata la merce e il segno più spiccio, più universale”. Eppure c’è chi mette in attinenza i nudi di “Playboy” con i nudi esposti su Instagram, Twitter.
“Playboy” era una rivoluzione. Le sciacquette che inondano il web delle loro natiche è solo roba da “p*ttanelle”, a dirla con Serge Gainsbourg.
Hugh Hefner, Larry Flynt, Bob Guccione, in Italia Riccardo Schicchi: ognuno di loro e ognuno a suo modo, spogliando le donne, le ha sublimate.
Di tutti i personaggi “storici” del porno, un cenno particolare lo merita Riccardo Schicchi. La sua invenzione della “prima” Cicciolina, quella che sussurrava al telefono notturno di “Radio Luna”, è stata un colpo di genio. Naturalmente sono stato il primo a scrivere di lui (su ”L’Europeo”) per come lo meritava.
Mi fai l’elogio del tuo concetto di “donna tr*ia”?
Se uso il termine “tr*ia” di una donna, e magari di una donna che conosco, è per farle un gran complimento. Significa una donna che ha l’aria di offrirsi e che dà un gran valore a quell’offerta, piuttosto accennata che reale, una donna che ti guarda dall’alto in basso come a dirti che non sei degno di lei. Io adoro tutto questo.
Nel tuo “Dizionario Sentimentale” descrivi una fellatio. Perché l’hai fatto? Sfida? Noia? Rottura di c*glioni del ben-pensare imperante?
Il dizionario sentimentale di quando avevo quarant’anni volevo ben vedere che non avesse tra i suoi termini e situazioni iconiche quella della “fellatio”, e sono delle povere disgraziate le donne che sproloquiano sul fatto che questa situazione implicherebbe una sorta di “sottomissione” della donna. Davvero non sanno quello che dicono.
Ne “La stanza dei libri”, parli di una storia erotica che hai scritto…
Una delle sette stanze in cui è suddivisa la mia biblioteca io la chiamo “La stanza delle p*ttane” ovvero “L’archivio del femminile”. In quella stanza è concentrata la gran parte della mia collezione di libri e riviste e foto e illustrazioni erotiche. Il gioiello ne sono le quattro puntate di una storia porno-chic, “Histoire de J.”, di cui io ho fatto il soggetto e la sceneggiatura e Ernesto Carbonetti le illustrazioni sulla base di indicazioni e foto che io gli suggerivo.
Molto di quel materiale proviene dalle storie autobiografiche che mi faceva una modella del web che è stata una mia amica. Quei quattro album non li ha mai visti nessuno. Se divento ricco ne farò un’edizione di lusso in 50 copie da distribuire agli amici pornomani più fidati. A Dago in primis.
mughini e la donna creo' l'uomo
Tu e Roberto D’Agostino siete grandi amici da 40 anni. Dì un po’: siete mai andati… a donne insieme?
Io e Dago andare a donne insieme? Ma sei pazza. Già il termine andare a donne mi fa vomitare. E poi c’è che Roberto è un vero gran sporcaccione, mentre io sono l’uomo più pudico al mondo.
Si può svelare che negli anni ’80 tu hai avuto un flirt con una pornostar? O smentisci categoricamente?
Non ho avuto un flirt con una pornostar. Sono uscito più volte con lei. Era la più brava ragazza di questo mondo.
Mughini non ha mai frequentato prostitute, e rimane fermo nel suo diniego più assoluto di pagare “i sublimi favori di una donna”, per dirla alla Colette?
Sono stato con delle prostitute due o tre volte, e ogni volta ho lasciato perdere dopo aver pagato. C’è un limite a tutto. Che ci può essere di attirante in un piacere finto e a pagamento?
Secondo Mughini, la gelosia è un concetto miserevole. Perché?
giampiero mughini con la moglie michela
La gelosia è un concetto miserevole perché di solito riguarda la gelosia di un corpo, ed è da babbei pensare che nel mondo tu sei l’unico proprietario di quel corpo. Diversa è la gelosia dell’anima, ma in quel caso io sono protetto dal mio mostruoso complesso di superiorità. Se l’anima di una donna che mi piace tende verso un altro, penso soltanto che lei sia una povera disgraziata.
Tu hai 20 mila follower che ti seguono su Facebook. Vogliamo dire a questi sventurati che quello lì non sei tu, che è un profilo fake, che non sei su nessun social, dacché tu sei a-social, un anti-social?
Ovviamente non ho nessun profilo Facebook. Ovviamente non figuro nemmeno per una riga o per un’immagine sui Social. Se trovate qualcosa io non c’entro niente di niente di niente. Una volta sono andato alla Polizia postale a denunciare un delinquente che si avvaleva del mio nome sul web. Era un siciliano. Una volta dal tribunale mi arrivò l’avviso di un’udienza contro di lui. Poi più niente.
Ma il Mughini che litiga in tv, ci fa o ci è?
mughini hustler cover 1977mughini brigitte bardot chitarra
Io in Tv non litigo mai mai mai, perché reputo “lo sca*zo televisivo” un’attività da sottosviluppati mentali, e buona per attrarre sottosviluppati mentali. Se qualcuno mi stuzzica oltremodo replico, se insiste lo minaccio di prenderlo a calci in c*lo. Se insiste ancora, ci vado, a prenderlo a calci in c*lo.
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giampiero mughini con la moglie michela e bibi
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