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VIDEO - ‘VIDAS SECAS’, FILM INTEGRALE
Marco Giusti per Dagospia
Nelson Pereira dos Santos
Nelson Pereira dos Santos, scomparso ieri a 89 anni dopo una vita lunga, piena di figli e di film, è “l’autore del cinema brasiliano per eccellenza”, scriveva Glauber Rocha. Una sorta di papa del Cinema Novo, il grande movimento cinematografico che assieme alla Nouvelle Vague sconvolse la scena del cinema mondiale alla fine degli anni ’50 e nei primi ’60, riprendendo la strada segnata da Roberto Rossellini e dal Neorealismo italiano. Già coi suoi primi film, il meraviglioso Rio 40 graus, Rio Zona Norte e, soprattutto, Vidas secas, tratto dal romanzo di Graciliano Ramos, Nelson si era ritagliato il ruolo di padre nobile del Cinema Novo agli occhi di Glauber e quindi di tutto il gruppo di cineasti brasiliani che stavano compiendo una vera e propria rivoluzione culturale.
Rio 40 graus, scrive Glauber, “era un film popolare, ma non popolaresco; non mostrava le condizioni del popolo alle classi dirigenti, ma rivelava il popolo al popolo; la sua motivazione veniva dal basso e andava verso il vertice, era rivoluzionario e non riformista”.
Nelson non si ferma lì, gira subito dopo Rio Zona Norte e produce O grande momento per la regia di Roberto Santos, film che vanno nella stessa direzione. Per problemi di sovravvivenza girerà film più commerciali, come Mandacarou vermelho e Boca de ouro, bellissimo, “pellicole di artigianato e di sperimentazione”, ma monta il primo capolavoro di Glauber da regista, Barravento, e il corto Pedreira de Sao Diogo di Leon Hirszman, prima di tornare alla regia col suo film più celebre e imponente, cioè Vidas secas, che fu un vero manifesto per quello che verrà definito come Cinema Novo.
Il critico Jean-Claude Bernadet lo definì “un trattato veritiero sulla situazione dell’uomo in Brasile”, e il pubblico dei grandi festival internazionali lo adorò. Diresse poi molti altri film, come El justiceiro, tratto dalla novella di Joao Bethancourt, Fome de amor, considerato come il suo film più marginale, cioè meno classico, Azylo muito louco, tratto dal romanzo di Machado de Assis. Come era gostoso o meu frances è una sorta di rilettura tropicalista delle radici della storia del Brasile, con tanto di cannibalismo e di indios Tupinaba a contatto con gli occidentali, un film molto strano per il pubblico europeo, ma che rivela una vena diversa di Nelson. Molte le versioni cinematografiche di grandi romanzi brasiliani, Tenda dos milagres da Jorge Amado, A terceira margem do Rio da Guimares Rosa, non sempre riuscitissimi.
L’importanza di Nelson Pereira dos Santos, a parte la sua figura di ambasciatore del cinema brasiliano, è in fondo stata quella di riuscire per primo a dialogare con il Neorealismo Italiano negli anni ’50 e con i grandi della letteratura brasiliana negli anni successivi. Ma in tutto ciò è innegabile il suo ruolo di maestro rispetto ai registi più importanti del Cinema Novo.
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