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Luca Vinci per “Libero Quotidiano”
Vedi alla voce leggenda. Franco Nero non è un attore, è qualcosa di più. È uno dei volti italiani più conosciuti al mondo, amato dal Sudamerica all' Estremo Oriente. È un' icona del cinema italiano degli anni '70, quello che veniva esportato in tutto il mondo. È il nostro Gary Cooper, il nostro Clint Eastwood: l' eroe nobile, sguardo fermo, fisico da atleta.
Un divo hollywoodiano, nato per caso a due passi da Parma. Lo incontriamo davanti a uno spicchio di mare a Ischia, dove è ospite d' onore del festival Ischia Global. Da quando aveva vent' anni, lui e il cinema non si sono mai mollati. Un amore grande e passionale, che ha portato all' altro amore: quello di milioni di spettatori in tutto il mondo. Adesso, di anni, Franco Nero ne ha quasi 75. I film girati, pare, sono 210.
Duecentodieci?
«Così pare: qualcuno ha tenuto il conto. Io non li conto, per me è importante solo il prossimo film».
Una carriera enorme. C' è qualcuno a cui si sente riconoscente?
«Tantissimi. Ma forse, più di tutti, a Laurence Olivier. Mi disse: hai un bel viso, farai strada. Ma cerca di non voler fare sempre il protagonista. Scegliti anche piccoli ruoli, ma che siano memorabili».
Cinquant' anni fa interpretava Django di Corbucci. Un successo immenso. Quentin Tarantino lo ha citato in una scena de Le iene e poi ha voluto lei, in un cameo, per Django Unchained...
" «Sì, e siamo stati un mese insieme, a Los Angeles. Praticamente due fratelli. Cenava con me, parlava di cinema con me, mi mostrava il girato delle altre scene. E anche adesso, quando vado a Los Angeles, siamo sempre insieme».
Ora è in cantiere Django Lives, terzo episodio di questa ideale saga.
«Sì: è una storia ambientata nel 1915, quarant' anni dopo le vicende del primo Django. Nel 1915 si giravano i film muti: e Django finisce a fare l' umile assistente degli attori, ferra loro i cavalli. Ma avrà un riscatto».
Ha lavorato con grandi registi italiani, da Montaldo a Lizzani, da Petri a Bellocchio. Adesso lavora di più all' estero, però.
«Diciamo che lavoro quasi totalmente all' estero! In Italia ci sono dei clan. Bisogna appartenere a quei gruppi, altrimenti non lavori. Però ci sono alcuni registi giovani, coraggiosi, che aiuto. Adesso ho girato un film di un giovane italo-argentino, Maximiliano Bruno. Si chiama Rosso Istria e tratta delle foibe».
vanessa redgrave e franco nero nel film la vacanza
Un tema molto delicato. Come viene trattato?
«Racconta il dramma delle popolazioni civili a Trieste dopo l' armistizio dell' 8 settembre 1943. Si sofferma sulla vicenda di una studentessa istriana, vittima dei partigiani «titini», fedeli a Tito, furono feroci e spietati. Io sono un professore che cerca di riportare la gente alla ragione, in un momento in cui nessuno ragionava».
Bud Spencer. Un altro grande del western spaghetti. Che ricordo ha di lui?
«Un uomo immenso, e immensamente semplice. Diceva: "Non sono un attore, sono un personaggio. Vedi, Franco? A questa età, mi chiamano ancora... Non è fantastico?". Gli ho scritto una lettera: vedrai, ci troveremo lassù a girare un altro western insieme. E non ti arrabbiare se vado a cavallo meglio di te!".
franco nero alain delon
FRANCO NERO BUD SPENCER
franco nero e nino benvenuti
franco nero
FRANCO NERO TARANTINO BUD SPENCER
franco nero saluta il presidente napolitano e la moglie clio
FRANCO NERO DJANGO
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