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Marco Giusti per Dagospia
greta gerwig margot robbie golden globe 2024
Il giorno dopo. Tutti incazzati, ma soprattutto tutte incazzate per le non nominations di Margot Robbie come migliore attrice e di Greta Gerwig come miglior regista per “Barbie”. Malgrado le ben otto nominations che ha raccolto il film, non sono poche, e tra queste miglior film. Al punto che il povero Ryan Gosling, candidato come non protagonista, ha dovuto subito dire “Non esiste Ken senza Barbie e non esiste un film su Barbie senza Greta Gerwig e Margot Robbie”. E altri scrivono: “Le donne registe fanno la differenza al box office e non danno a Greta Gerwig la nomination alla miglior regia?”. Ahi.
Sono incazzate anche le italiane che urlano che andava candidato come miglior film italiano “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, che, al di là del valore del film, non poteva nemmeno come tempistica essere candidato. Siamo seri, su. Da parte dei difensori del Made in Italy, della cultura di destra, inoltre, non può che dare parecchio fastidio il fatto che un film sull’emigrazione, sui barconi come “Io capitano” di Matteo Garrone sia stato candidato agli Oscar. Inoltre prodotto dalla Rai. Non mangiano nemmeno la pasta Rummo per far piacere a Salvini. Per fortuna ad e dg Rai scrivono: "Grande orgoglio per tutta azienda".
Basta che non sia l’orgoglio degli auguri di Natale meloniano… Ma cosa doveva candidare agli Oscar l’Italia dei Mollicone e Sangiuliano, il film di Pupi Avati con Gabriele Lavia che fa il vecchio cantante sfigato? Ma l’avete visto? Il film di Luca Barbareschi contro la cultura woke. Ma c’eravate a Venezia a sentire le risate del pubblico? I francesi sono furiosi per non aver candidato come miglior film straniero “Anatomia di una caduta”, che ha comunque cinque nominations, ma sarebbe sicuramente entrato e aver invece spinto inutilmente “La passion e Dodin Bouffent”, il film sul cuoco, che non ce l’ha fatta. Ovviamente. Hanno fatto una cazzata.
leonardo dicaprio killers of the flower moon
E ora si trovano “Anatomia di una caduta” anche ai César con 11 nomination, una meno di “La régne animal”. E, certo, fa colpo leggere che Justine Triet, la regista di “Anatomia di una caduta”, è la prima regista donna francese candidata all’Oscar, ma soprattutto solo l’ottava regista donna candidata agli oscar di sempre. Si rifaranno. Come si rifarà Margot Robbie, esclusa come un tempo accadeva a Leonardo DiCaprio. E quest’anno, puntualmente, gli è ricapitato con “Killer of the Flower Moon” di Martin Scorsese, che ha moltissime nominations, comprese regia, protagonista femminile, Lily Gladstone, non protagonista, De Niro, il montaggio di Thelma Schoonmaker, ma non il protagonista maschile.
Ma la verità è che il personaggio di DiCaprio era la parte più debole del film. Ha dovuto cedere il passo anche al per noi non così noto Colman Domingo, protagonista di “Rustin” di George C. Wolfe, biopic su Bayard Rustin, militante nero, pacifista gandhiano, apertamente gay, che nel 1963 organizza la grande marcia per i diritti civili di Washington che cambierà la storia del paese. Presentato a Toronto e a Telluride, ho trovato “Rustin” ieri su Netflix e l’ho visto. E’ un filmone di pura ricostruzione, neanche ricchissima, della storia nera d’America, piena di grandi attori, da Chris Rock a Glynn Turman, da Jeffrey Wright a Da'Vine Joy Randolph, entrambi candidati all’Oscar, il primo con “American Fiction” e la seconda con “The Holdovers”.
Devo dire che Colman Domingo, militante gay anche nella vita, è notevole nel dare vita a un personaggio che il vecchio pubblico europeo non conosceva proprio. In un’intervista dice che è caduto dalle nuvole quando lo ha sentito dalla radio assieme al marito. Se la vedrà con Jeffrey Wright per “American Fiction”, Paul Giamatti per “The Holdovers”, Cillian Murphy per “Oppenheimer” e Bradley Cooper per “Maestro”, altro film Netflix. Uffa, non ho visto il film tedesco candidato, “The Teachers’ Lounge” (“Das Lehrerzimmer”) di Ilker Çatak. Non lo avevo nemmeno preso in considerazione.
Penso che il vero rivale del film di Garrone, che è un buon film, civile e pieno di speranza, su un tema importante, sia proprio “Perfect Days” di Wim Wenders, che io ho trovato noioso ma che piace a tutti. Perché pensano ai vecchi film di Wenders e ascoltano i brani che ascoltano da una vita. Anche oggi è primo in classifica in Italia con 85 mila euro, 13 mila spettatori, un totale di 3, 1 milioni distanziando, pur di poco, “Pare parecchio Parigi” di Leonardo Pieraccioni, 84 mila euro, 12 mila spettatori e 1, 4 milioni in totale, che può vantare la presenza di Massimo Ceccherini, che è anche co-sceneggiatore di “Io capitano” di Garrone. Ma non vorrebbe andare alla serata degli Oscar…
Siamo tutti contenti, infine, per la candidatura, la prima in tutta la sua lunga carriera, di un film di Godzilla, “Godzilla Minus One”, per gli effetti speciali. Tifiamo tutti per lui. E, certo, tifiamo anche per Miyazaki e “Il ragazzo e l’airone”.
greta gerwig 3il ragazzo e l’airone 1Godzilla Minus OneGodzilla Minus One il ragazzo e l’airone 3il ragazzo e l’airone 2perfect days di wim wendersTHE HOLDOVERSGodzilla Minus One perfect days di wim wenders 1perfect days di wim wenders 2perfect days di wim wenders 4american fictionmaestro di bradley cooper 6the teachers’ lounge 1the teachers’ lounge 2the teachers’ lounge 3american fictionamerican fictionoppenheimer 18PAUL GIAMATTI - HOLDOVERSoppenheimer 16oppenheimer 17io capitano 1THE HOLDOVERSTHE HOLDOVERSanatomia di una cadutagreta gerwigmargot robbie barbie 1anatomia di una caduta killers of the flower moon anatomia di una cadutac'e ancora domani 1killers of the flower moonio capitano 3io capitano 2barbieio capitano di matteo garroneio capitano c'e ancora domani 2c'e ancora domani 3c'e ancora domani 4c'e ancora domani 5greta gerwig margot robbie golden globe 2024
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