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1. GAD LERNER, UN TALK DIVISO TRA VISIONE GIORNALISTICA E FILOSOFICA
GAD LERNER AI TEMPI DI LOTTA CONTINUA
Aldo Grasso per il “Corriere della sera”
Se Matteo Salvini non avesse fatto tutto quel can can mediatico sullo stipendio del conduttore, condito anche di falsità, L' approdo di Gad Lerner sarebbe scivolato via, come uno dei tanti programmi nicchia che Rai3 si permette ancora di mettere in palinsesto (lunedì, ore 23,15).
In questo triste gioco degli equivoci (un vicepremier e ministro degli Interni che si occupa di queste piccolezze!) c' è forse una nemesi storica che si alimenta di fuochi inestinti e onde tempestose. Lerner è stato il primo in tv a occuparsi di Lega (era la Lega di Bossi quella di Profondo nord e Milano, Italia ), offrendole un viatico televisivo.
Oggi viene ripagato con un' altra moneta perché dietro l' esultanza del proselitista d' irreligione spunta sempre la vendetta.
Lerner ha invitato due «professoroni», Luciano Canfora e Marco Tarchi, per discutere di temi alti, come l' exploit della Lega nel Meridione, il populismo, la comunicazione, la xenofobia, la polarizzazione dell' ostilità (la necessità di doversi sempre creare un nemico), l' estrema destra europea, l' avversione al multiculturalismo.
Insomma, una discussione per addetti ai lavori con alcuni stimoli interessanti: Canfora cita I cavalieri di Aristofane dove 400 anni prima della nascita di Cristo, un salsicciaio, con discorsi di bassa demagogia, riesce a risultare vincitore in una corsa al potere; Tarchi spiega come la Lega non sia un vero e proprio partito nazionalista: prima aveva in odio lo Stato italiano, adesso la Ue.
selvaggia lucarelli vs aldo grasso 6
Il vero problema del talk, dall' impostazione così retrò da sembrare invitante, è che il conduttore tende a una visione giornalistica dei problemi, mentre i suoi ospiti partono da un ambito più teoretico. E spesso i due piani non s' incontrano.
La scenografia, un barcone sfasciato, induce alla tristezza e ci ricorda che una volta che si mette in moto il processo di degradazione, ci si adopera solo ad accelerarne il corso.
2. RAI, LA VITTORIA DI LERNER (E UNOMATTINA AL BIOGRAFO DI SALVINI)
Giovanna Vitale per “la Repubblica”
Parafrasando Salvini, si potrebbe dire che più il leader della Lega attacca le trasmissioni a lui sgradite, più gli ascolti si impennano. È il caso de L' Approdo , il programma di approfondimento ideato da Gad Lerner insieme a Laura Gnocchi, che ha debuttato l' altro ieri in seconda serata su Rai3.
beppe convertini foto di bacco
Ebbene, nonostante l' ora tarda, la puntata d' esordio dedicata all' ultratrentennale vita del Carroccio, dagli inizi sul pratone di Pontida alla conquista di Palazzo Chigi, è stata seguita da 1 milione 174mila spettatori, pari al 7,4% di share. Due punti in più di Quarta Repubblica , il talk di Nicola Porro su Rete4, che lunedì ospitava in studio proprio il vicepremier lumbard.
Uno smacco per Salvini, che per giorni aveva tambureggiato contro il ritorno dell' ex direttore del Tg1. Attaccando l' amministratore delegato Fabrizio Salini («Mi chiedo se questo è il cambiamento») e producendosi in un editto degno del miglior Berlusconi: «Con Lerner, Santoro, Saviano e Fazio a reti unificate arriviamo al 90%».
L' unica consolazione è che il ministro dell' Interno potrà rifarsi presto: sulla rete ammiraglia, attraverso uno dei programmi più seguiti del daytime ormai colonizzato dalla falange sovranista arruolata fra gli autori. A condurre UnoMattina Estate , con ottime chance di proseguire nella stagione invernale, sarà infatti Roberto Poletti, ex direttore di Radio Padania e primo biografo del segretario leghista. Il contratto, rimasto a lungo sospeso, è stato firmato ieri. Primo e più tangibile risultato del successo conseguito da Salvini alle europee. La prova di quanto la tv di Stato continui a essere il più fedele sismografo dei nuovi equilibri all' interno del governo.
Una scelta che tuttavia il mondo Rai non ha preso affatto bene. Sono in tanti a chiedersi perché un' azienda che ha 13mila dipendenti e oltre 1.700 giornalisti debba ricorrere a un esterno per guidare una delle trasmissioni di punta della prima rete.
Il rischio è che « UnoMattina venga trasformato in UnoSalvini», attacca il dem Michele Anzaldi, invocando l' intervento della Corte dei Conti.
roberto polettiroberto poletti e matteo salvini
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