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NON SONO UNA SANTA, SONO LORY DEL SANTO - "SONO SEMPRE FIDANZATA MA C'E' STATO UN MOMENTO DI CRISI. UN MESE E MEZZO LONTANI. HO VOLUTO DARE UNA SVEGLIATA. NON SONO UN OGGETTO E NEANCHE UN SOPRAMMOBILE. UOMINI CHE HANNO PROVATO AD APPROFITTARSI DI ME? MILIONI". POI SULLE TRAGEDIE FAMILIARI CHE L'HANNO SEGNATA: "LA VITA E' UN GIOCO IN CUI NON POSSIEDI NULLA. E NON SAI QUANTO DURA LA PARTITA"...
Lory Del Santo è intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andra Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalla mezzanotte alle quattro, live anche su Rai 2 più o meno tra l'una e le due e trenta.
La Del Santo ha parlato un po' di se: "Ho passato un'estate in ritirata. Senza ricerca di feste, gente, avevo bisogno di una cosa intima, isolata, monacale. Avevo bisogno di essere ignorata. Sono sempre tutti pronti a giudicare, se ti pettini male, ti vesti male, la gente non si fa i fatti suoi, è un incubo. Ti misurano la pesa. Ogni cosa. Certe cose dipendono sempre da come vengono dette. E dall'intenzione che uno ci mette".
Lory Del Santo ha parlato del rapporto con sua madre: "Mia madre ha avuto un ictus, da circa nove anni non riesce più a fare le cose normali. Ma prima, una volta andammo in una trasmissione televisiva in cui invitarono anche lei. Prima di andare in diretta, mi guardò da dietro e mi disse 'eh, vedo che anche tu stai invecchiando'. Era il momento giusto per dire una cosa del genere?
Perché lo dici? Come se io non lo sapessi. Io ho imparato a sopportare qualsiasi cosa. Ci sono delle persone che ogni giorno vogliono boicottare la mia giornata. Sono poche, nell'ambito familiare. Non le posso allontanare. Lo fanno di proposito, io sono sorridente, cerco di aggrapparmi a quei pochi bagliori di felicità e di voglia di vivere. E loro come dei martelli insistono. Io resisto parlando con me stessa. Ho capito che sono la mia migliore interlocutrice. Non esiste la solitudine se capisci che puoi parlare con te stesso".
Ancora sul rapporto con i suoi genitori: "Mio padre è morto quando avevo tre anni. Mia madre, invece, non per colpa sua ma per il suo carattere, non per colpa della guerra, della situazione, della povertà, del fatto che non parlava, non sapeva guidare, è stata fredda. Aveva il suo mondo. Avere un figlio per lei era importante ma solo per dirgli che doveva studiare e trovarsi un lavoro. L'unico suo obiettivo era questo. Non c'erano altri interessi, dialoghi. Hai mangiato, hai dormito, hai studiato, fine. Io penso che se fossi andata in un collegio sarebbe stato uguale. Non è stata partecipe della mia vita, in nessun senso. Se non per criticare. E' stato un rapporto per me umanamente inesistente ma le ho sempre voluto bene perché lei ha sempre lavorato. L'unica volta che l'ho vista seduta aveva settant'anni e ha detto 'mah, mi sa che comincio a invecchiare'".
Sulla sua vita: "Volevo fuggire da casa, aspettavo di compiere diciott'anni per andarmene. Sono sparita appena diventata maggiorenne. Roma e Milano erano il mito. Roma per il cinema, Milano per la moda. Sono andata, mi sono buttata, sentivo dentro una spinta. Dovevo andare nel centro, dove accadeva qualcosa. E' stato difficile, senza una famiglia che ti dia un minimo di stabilità, sono andata senza una lira, in balia dei venti. E' stata dura ma ne è valsa la pena. Se qualcuno ha mai provato ad approfittarsi di me? Ma certo, milioni. Capita di inciampare".
Lory Del Santo ha raccontato poi cosa l'ha aiutata a superare le tragedie familiari che l'hanno segnata: "Come si avanti dopo tragedie del genere? Ti aggrappi alla filosofia della vita. Quando nasci compi un percorso con delle persone, ma non è un percorso completo. Devi già sapere che quel percorso è una frazione della tua vita. E tu lo devi già sapere. Se non sei consapevole di questo non puoi superare nulla. Io la vedo così, poi ci sono tante altre possibilità filosofiche che aiutano. E poi non si deve essere egoisti.
Se tu perdi una persona importante della tua vita, ma ce n'è un'altra, non puoi dargli dolore. Bisogna vivere anche per le altre persone che hanno bisogno di te, della tua presenza. E' molto difficile all'inizio. Bisogna giocare con la vita. La vita è un gioco. E' un gioco che tu devi fare positivamente. E' un gioco dove tu non possiedi nulla. Prendi in prestito delle cose e poi le devi lasciare. Non possediamo nulla. Ci è stata data la possibilità di giocare, dobbiamo giocare. E non sappiamo quanto dura la partita".
Sull'amore: "Sono sempre fidanzata. C'è stato un momento di crisi. Il primo, in tutti questi anni. Per me è stato veramente grave. C'è stata una lontananza di un mese e mezzo. Poi ho pensato che è inutile chiudere una storia se non è veramente finita. Finché non son finite devi andare avanti, una relazione va protetta e salvata, soprattutto quando è lunga. Certo ogni tanto qualcuno deve fare un piccolo passo. A volte ci si siede nelle relazioni, subentra l'abitudine, uno dà tutto per scontato. Io ho voluto dare una svegliata, non sono un oggetto e neanche un soprammobile. Ho messo in chiaro queste cose e per ora pare si vada avanti".
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