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VIDEO - PRIMO TRAILER ITALIANO DI "WOLF OF WALL STREET"
VIDEO - SECONDO TRAILER ITALIANO DI "WOLF OF WALL STREET"
1. ORGE GAY, COCAINA NEL CULO E PIPPE IN PUBBLICO: MEZZO MONDO DICE NO ALLE SCENE PIÃ HARD DI "WOLF OF WALL STREET"
Dagoreport da "Hollywood Reporter" e "Variety"
La censura si è data molto da fare con "The Wolf of Wall Street", tre ore di sesso, droghe e 569 variazioni (contate) della parola "fuck". Persino a casa, negli Stati Uniti, Scorsese ha dovuto tagliare qualche scena per evitare il divieto ai minori di 17 anni e ottenere il rating "R" (i minori di 17 anni possono entrare se accompagnati da un maggiorenne). Tra le parti nascoste agli americani, la scena in cui una dominatrix a pagamento estrae una candela rossa dal sedere di Jordan Belfort (Leonardo DiCaprio).
Negli Emirati Arabi Uniti (Dubai e Abu Dhabi) il film è stato tagliato in maniera soft: 45 minuti finiti sotto la scimmitarra. Un quarto di film affogato nel Golfo. In Malesia e Nepal è stato direttamente vietato. In India la commissione nazionale che si occupa di censura ha rimosso l'orgia gay, la masturbazione pubblica (ma con protesi) del co-protagonista Jonah Hill, e la scena in cui DiCaprio soffia cocaina nel buco del culo di una prostituta con una cannuccia.
A Singapore gli hanno schiaffato un bel divieto ai minori di 21 anni, hanno proibito la distribuzione fuori dal centro della città (è stato permesso solo in 7 cinema) e in più sono state tagliate numerose scene. Nonostante questo, nel primo weekend ha incassato più di 300mila dollari.
In Libano, dove si volevano rimuovere le stesse scene cassate dall'India, alla fine il distributore ha acconsentito a togliere solo l'orgia gay (cocaina e mignotte sì, uomini che si ingroppano no).
Per fortuna, gran parte degli europei potrà vedere "The Wolf of Wall Street" così come Scorsese l'aveva immaginato.
"Parte del contenuto del film rende difficile distribuirlo integralmente in alcuni Paesi dove la censura può tagliare o anche vietare un film", dice il produttore Christian Mercuri, presidente della distribuzione internazionale di Red Granite. "Al contrario, se hai un film molto violento, non è un problema negli Stati Uniti, Asia e Medio Oriente, ma può diventarlo in Europa".
2. "IL FILM Ã NATO SOLO GRAZIE A UNA PRODUZIONE INDIPENDENTE"
Estratti dell'intervista a Leonardo DiCaprio di Armando Gallo per "Oggi"
Come mai avete impiegato sei anni a fare questo film?
"Marty (Scorsese) e io volevamo farlo subito dopo "Shutter Island". Eravamo pronti, ma non riuscimmo a trovare il finanziamento di Hollywood. Perché Jordan Belfort e i suoi amici avevano fatto soldi a palate e ne avevano combinate di tutti i colori, tra prostitute, cocaina, feste esagerate: per gli Studios tutto ciò era compromettente. Così abbiamo fatto altro: Marty ha girato "Hugo Cabret", io "Il Grande Gatsby" e "Django Unchained". Nel frattempo, una casa di produzione indipendente, la Red Granite, ci ha dato carta bianca".
Dandovi totale libertà artistica?
"Esatto, una cosa che gli studios non ti permettono più. Eravamo ai Golden Globe e ho detto a Marty: âPossiamo fare tutto quello che vogliamo, fare il nostro film. Libero sfogo artistico! Questa è una grande opportunità e non so quando ci capiterà ancora'. Così siamo partiti subito. Nessuno ci ha detto di fare un film di due ore. Abbiamo solo tagliuzzato qualche secondo per la censura, ma c'è tutto il contenuto. Infatti dura quasi tre ore".
(...)
Le scene più pazze da girare?
"Quelle dell'orgia in aereo mentre si va a Las Vegas. Con Marty avevamo parlato di Caligola: la dissolutezza di questi uomini che imbrogliavano e sperperavano milioni senza riguardo per nessuno, nemmeno per se stessi, ci ricordava l'imperatore romano. Ho sempre immaginato Jordan come un Caligola di una generazione moderna".
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