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Bruna Magi per "Libero"
La Sicilia si è trasferita a Venezia in onore di Gina Lollobrigida. Anticipando l'edizione del Festival di Taormina 2013, il direttore artistico Mario Sesti, il sindaco Mauro Passalacqua e la manager Tiziana Rocca, hanno conferito all'attrice, icona intramontabile del cinema italiano nel mondo, il premio «Le colonne, per la personalità e la carriera nel mondo dello spettacolo e dell'arte».
Tra i precedenti vincitori, Ennio Morricone e Valentino. Premio più che appropriato, visto che Gina Lollobrigida non è solo una star internazionale, ambasciatrice della Fao, ma anche abile fotografa e scultrice geniale. «Hanno sempre cercato di minimizzare queste due seconde attività . Gelosie», dice con una luce birichina negli occhi, fiammeggiante come ai tempi della bersagliera di Pane amore e fantasia, incredibilmente giovane nell'abito a fiori ideato da lei e realizzato da Sarli. Ottantacinque incredibili anni.
Il suo ritorno al Lido è un evento. Mancava da undici anni. Perché?
«Un periodo di depressione terribile. Una famosa ditta di cristalli ha messo in commercio una scultura copiata da un mio bozzetto, senza alcuna autorizzazione. Anni di lotte giudiziarie. C'è stata una sentenza penale contro di loro e attendo l'esito dell'appello in sede civile».
Quanto ha contato l'amore nella sua vita?
«Meno della passione per il lavoro. Oggi, soprattutto per la scultura, ci vuole una gran fatica di testa e di mani, per le mie opere, in bronzo e marmo, alcune alte parecchi metri, ispirate ai personaggi dei miei film più famosi, la più cara è quella che rappresenta Esmeralda e la sua capretta in Notredame de Paris. Ho avuto persino la Legion d'onore da Mitterrand».
Ma ho visto nei suoi libri anche i ritratti di attori e amici famosi.
«Sì, come Burt Lancaster partner con Tony Curtis in Trapezio. O Marilyn Monroe della quale ero molto amica. L'ho ritratta con un telefono dorato accanto. L'ultimo contatto con la vita. E pensare che io non volevo fare l'attrice. Poi mi ha vista Vittorio De Sica, impossibile resistere alla sua offerta. E tutto è cominciato con Pane, amore e fantasia. Poi Hollywood: ero allibita per l'obbligo di andar tardi sul set a causa di Sinatra, che la sera prima si ubriacava».
E la rivalità con Sophia Loren?
«Inventata dai giornalisti. Non avrebbe avuto senso. Ero già famosa, senza l'aiuto di produttori, quando lei ha iniziato dieci anni dopo. Però ha continuato un po' troppo a lungo».
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