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Giuliano Foschini per repubblica.it
Paul Haggis arriva in tribunale a Brindisi 3
"Credo nei tribunali perché sia accertata la verità. E fatta giustizia. Sono innocente e sono certo che questo emergerà". Partiamo dalla fine. Paul Haggis, il regista premio Oscar di Crash, è finito in un incrocio non programmato della sua vita. Era in Italia, in Puglia, per partecipare a un festival cinematografico con altri divi di Hollywood quando la Polizia gli ha messo le manette ai polsi. L'accusa è tremenda: violenza sessuale. A muoverla è una ragazza inglese che aveva raggiunto Haggis in Puglia e aveva trascorso con lui qualche giorno. Haggis si è sempre detto innocente e che quei rapporti erano stati consensuali.
Il giudice di Brindisi, Wilma GIlli, che aveva ordinato il suo arresto, dopo aver interrogato la donna in incidente probatorio e letto l'istanza dell'avvocato di Haggis, Michele Laforgia, dello studio Polis, ha deciso di scarcerarlo. "Assenza di violenza e costrizione" ha scritto la giudice.
Michele Laforgia, avvocato di Paul Haggis
"E' una storia che ruota attorno al concetto di consenso", dicono gli investigatori. "Nessuna lesione, nessun segno di violenza, nessuna manifestazione di dissenso, né in privato né in pubblico: mister Haggis è assolutamente innocente", dice l'avvocato Laforgia che, per ora, lo ha tirato fuori da questo inferno. La Procura ha appellato la decisione del giudice. "Com'è evidente, non possiamo parlare di quello che è oggetto del processo. Ho grande rispetto per la Corte", dice Haggis, le sneakers sotto una giacca nera, la stretta di mano ferma. "Oggi c'è una luce bellissima".
Mr Haggis, come sta?
"Meglio ora. Durante le due settimane di arresti domiciliari, sono sempre restato sereno perché sapevo di non aver commesso alcun reato e ho sempre avuto fiducia nella giustizia. Naturalmente, ci sono stati momenti difficili. Ma sono stato in grado di affrontarli grazie all'amore e al supporto della mia famiglia e dei miei amici. E al lavoro e all'assistenza del mio avvocato e del suo team. Sono stati eccezionali".
Palazzo di Giustizia a Brindisi
Lei si è sempre dichiarato innocente. Dopo aver ascoltato la presunta vittima, il giudice ha creduto alla sua versione mentre la Procura continua a sostenere le sue responsabilità. Ritiene, in quello che è accaduto, di aver commesso qualche errore? Rifarebbe tutto?
"Come ho detto alla giudice il mio primo errore è stato permettere a qualcuno che conoscevo appena di venire a trovarmi. E' stata una stupidaggine. Il secondo errore è avvenuto l'ultima mattina, quando è accaduta una cosa che ho trovato particolarmente spiacevole e ho deciso di troncare questa situazione. Ho portato quella donna all'aeroporto alcune ore prima del suo volo. Ma, sì, sono arrabbiato con me stesso per questi errori. Però non riesco ancora a capire cosa abbia portato a queste accuse false contro di me".
Lei è stato faccia a faccia con la sua accusatrice, in tribunale, nel corso dell'incidente probatorio. Che sensazioni ha provato? Chi ha incontrato la signora, la mattina della denuncia, ha raccontato che fosse molto scossa e provata. Ha avuto un pensiero per lei in questi giorni?
Paul Haggis arriva in tribunale a Brindisi 2
"Preferirei non parlare della signora che mi ha accusato. L'indagine è ancora in corso, e penso sia giusto dimostrare il massimo rispetto per i magistrati. Posso solo dire che sono d'accordo con le conclusioni alle quali è arrivata la giudice Gilli sulla versione della mia accusatrice. Sinceramente non vedo alcun motivo plausibile per cui una persona sinceramente interessata a una relazione non usi il suo vero nome (ndr, la signora si era presentata con un nome di fantasia). Un'altra cosa: durante il suo interrogatorio, mi è sembrata sempre molto preparata, come se avesse fatto le prove. Tutt'altro che fragile o soggiogata, come ha affermato".
Che impatto ha avuto con la giustizia italiana? Si è sentito garantito?
"Il sistema giudiziario italiano mi è sembrato efficiente. In sole due settimane la giudice è arrivata una conclusione chiara. Tuttavia, ci sono alcune cose che non riesco a capire: come sia possibile che nel vostro Paese si possa iniziare un processo anche quando l'accusa non è corroborata da prove certe. Mi sembra strano e ingiusto che persone innocenti possano essere processate per anni. La reputazione di una persona si costruisce in una vita, ma può essere distrutta in un minuto, anche da un'accusa del tutto infondata come questa".
Lei è stato accusato sia in America sia in Italia di reati a sfondo sessuale. Crede di avere un problema con le donne?
"Lavoro in teatro, televisione e cinema da oltre quarant'anni e ho collaborato, letteralmente, con migliaia di donne. Sono stato sposato due volte e ho un figlio e tre figlie fantastiche, due delle quali sono sposate con donne incredibili. Ho avuto relazioni e grandi amicizie con decine di donne. Nessuna è mai andata dalla polizia o da un pubblico ministero per denunciarmi, in nessun Paese. No, non ho problemi con le donne".
L'accusa in Italia è arrivata dopo una causa civile intentata negli Stati Uniti per una vicenda simile: in entrambe le situazioni si dice innocente. Si è chiesto allora il perché di queste accuse?
"Ovviamente me lo sono chiesto e vorrei poter commentare quella causa civile, ma purtroppo sono ancora vincolato da un ordine del tribunale che mi obbliga a non rivelare alcuna prova o informazione che ho appreso. In ogni caso, negli Stati Uniti nessuna donna mi ha denunciato, sono stato io a rivolgermi alla Procura. Mi sono stati invece chiesti nove milioni di dollari in cambio del silenzio su un rapporto consensuale di una notte, avvenuto cinque anni prima.".
A proposito: qualcuno in queste settimane ha ricordato il suo rapporto difficile con Scientology. Perché ne è uscito?
"Ci vorrebbe troppo tempo per spiegarlo: lentamente sono arrivato a capire che Scientology era, in effetti, profondamente corrotta. Forse avrei dovuto capirlo molto prima, ma di certo non potevo più difenderla nè farne parte".
Quando lei è uscito, ha avuto il coraggio di raccontare la sua esperienza in un documentario che ha sconvolto gli Stati Uniti e, successivamente, in una lunga intervista al New Yorker. Ritiene che possa esserci una relazione con quello che le è successo?
"Non ho prove, ma da quello che ho imparato da Scientology, so che sono capaci di qualsiasi cosa. Se parli contro di loro, useranno qualsiasi mezzo per distruggere la tua reputazione, la tua carriera e la tua famiglia".
La causa negli Stati Uniti, come lei stesso ha raccontato, le ha causato grossi problemi sul lavoro anche se non c'è stata condanna o processo penale. Qual è il rapporto di Hollywood con queste storie?
"Ho atteso cinque anni per riabilitare il mio nome nella causa civile. Di recente, finalmente, ero riuscito ad ottenere due lavori come sceneggiatore. Quando sono stato arrestato in Italia, li ho persi entrambi".
Lei è un regista e sceneggiatore pluripremiato. Ha scritto film memorabili. Ha avuto mai la sensazione di essere al centro di un brutto copione? Se davvero fosse un film, come uscirebbe da una situazione del genere?
"Nella finzione, conosci il cuore di un personaggio soltanto quando si trova sotto una terribile pressione. Credo che questo sia vero anche nella vita reale. Ho sempre cercato di comportarmi con dignità e credo nei tribunali, affinché sia accertata la verità. E fatta giustizia".
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