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Valeria Pacelli e Nello Trocchia per "Il Fatto Quotidiano"
Nel sistema di relazioni e contatti del Supremo, Manlio Cerroni, il re dei rifiuti di Roma e del Lazio, ci sono finiti in molti. Anche deputati del Pd ed Edo Ronchi, attuale sub-commissario del governo Letta al risanamento ambientale dell'Ilva. La fondazione di Ronchi ha ricevuto anche 20 mila euro da Cerroni. Emerge dall'inchiesta della Procura di Roma sul malaffare nel sistema dei rifiuti. Non solo funzionari, amministratori e commissari.
L'avvocato, finito ai domiciliari insieme ad altre sei persone per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, non amava delegare e quando aveva un problema, scendeva in campo esercitando influenza e il potere di lobby. Nel 2008 l'inceneritore programmato ad Albano Laziale rischiava di restare fuori dai Cip 6, gli incentivi che solo in Italia premiano chi produce energia bruciando rifiuti. Il Supremo si attiva e avvia la fitta rete di telefonate e incontri.
Il Gip Massimo Battistini sottolinea: "Gli incontri e le conversazioni tenute dal Cerroni con alcuni politici del Parlamento nazionale, aventi a oggetto l'inclusione dell'impianto di Albano Laziale nell'ambito degli incentivi". Tra questi si registrano incontri anche personali con diversi parlamentari "Beppe Fioroni, Ermete Realacci ed Edo Ronchi e un generoso contributo - scrive il giudice - di 20 mila euro alla fondazione âSviluppo Sostenibile' (gestita da Ronchi)". A novembre arriva l'inserimento in un decreto legge di un emendamento che estendeva a tutti gli impianti in costruzione i Cip 6.
Il gip Battistini, però, precisa: "Alla data di emanazione della norma, la maggioranza parlamentare era di segno opposto ai politici di riferimento, circostanza che non consente di ascrivere disvalore penale a una attività apparentemente di mero lobbying". Insomma la maggioranza parlamentare era di centrodestra e quella di Cerroni viene bollata solo come esercizio lobbistico.
Nella fondazione, presieduta da Ronchi, nel comitato di presidenza, siede anche la figlia di Cerroni, Monica, che fa anche parte del cda di Gesenu, la società mista pubblico-privato di gestione dei rifiuti a Perugia, dove il socio pubblico è il comune e quello privato, neanche a dirlo, è l'anziano avvocato con il gruppo Sorain Cecchini. Edo Ronchi, ex verdi e Pd, presidente della fondazione destinataria del finanziamento, dal giugno scorso, con decreto del ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, è stato nominato sub-commissario del governo Letta per il piano ambientale all'Ilva.
Ronchi ha spiegato la sua posizione in una nota: "Non ho ricevuto nessun condizionamento da una delle tante donazioni liberali utilizzate per finanziare studi e ricerche. Da quando presiedo la fondazione non ho alcun incarico istituzionale e ho cessato l'attività politica".
Il Fatto ha contattato anche il deputato Ermete Realacci, Pd, attuale presidente della commissione Ambiente della Camera, che non ricorda il contenuto degli incontri con il Supremo: "Non rammento assolutamente i contenuti dei miei incontri con Cerroni. Anzi sono rimasto molto sorpreso quando ho saputo di questo riferimento. Lo avrò visto tre, quattro volte in tutto. Ma non ho mai partecipato alle scelte della politica sui rifiuti romani. Scelte che comunque non ho condiviso, alla fine Cerroni ha fatto il suo mestiere, la politica, invece, non ha lavorato bene". Sul fronte dell'inchiesta giudiziaria, dopo l'esecuzione delle misure cautelari, la prossima settimana sono previsti gli interrogatori di garanzia davanti al gip
CERRONI MANLIOManlio CerroniGiuseppe Fioroni FRANCESCO RUTELLI GIUSEPPE FIORONI Renato Cortese Ermete Realacci e Fulvio Della Rocca Andrea Orlando alla proiezione del documentario
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