DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. ELTON JOHN A DOLCE E GABBANA: SIETE ARCAICI
M.Per. per il “Corriere della Sera”
stefano gabbana contro elton john
Elton John, Martina Navratilova, Ricky Martin, Courtney Love e Ornella Vanoni contro Dolce&Gabbana. Propongono — aderendo a una campagna sui social media — il boicottaggio del marchio italiano dopo l’intervista rilasciata a Panorama nella quale Dolce ha dichiarato: «Non abbiamo inventato mica noi la famiglia. L’ha resa icona la Sacra famiglia, ma non c’è religione, non c’è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre... per questo non mi convincono quelli che io chiamo i figli della chimica, i bambini sintetici.
famiglia cristiana del 2025 dolce e gabbana viva la figa
Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre... Procreare deve essere un atto d’amore, oggi neanche gli psichiatri sono pronti ad affrontare gli effetti di queste sperimentazioni». E ancora: «Sono gay, non posso avere un figlio. Credo che non si possa avere tutto dalla vita, se non c’è vuol dire che non ci deve essere. È anche bello privarsi di qualcosa. La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia».
elton john david furnish e figli
La reazione, su Instagram, di Elton John: «Come vi permettete di dire che i miei meravigliosi figli sono “sintetici”? Vergognatevi per aver puntato il vostro piccolo dito contro la fecondazione in vitro, un miracolo che ha consentito a moltitudini di persone, etero ed omosessuali, di realizzare il loro sogno di avere figli. Il vostro pensiero arcaico è fuori tempo: proprio come le vostre creazioni di moda. Non indosserò mai più nulla di Dolce &Gabbana».
ELTON JOHN CON IL \"MARITO\" DAVID E IL \"FIGLIO\" ZACHARYdolce e gabbana quando erano per l adozione ai gayelton john boicotta dolce e gabbana
L’hanno seguito, sempre su Instagram, Courtney Love: «Ho appena radunato tutte le mie cose di Dolce &Gabbana e voglio bruciarle. Sono senza parole, travolta dall’emozione. Boicottate la discriminazione senza senso #boycottD&G». Con il messaggio ha postato anche un’immagine, circolata sui social media, in cui alla copertina di Panorama — «Viva la famiglia (tradizionale)» — ne viene affiancata una del 2005 di Vanity Fair dove i due stilisti posavano tra i bimbi. Titolo: «Il desiderio di essere padri». Ricky Martin su Twitter ha scritto: «@dolcegabbana le vostre voci sono troppo potenti per diffondere tanto odio sveglia siamo nel 2015 amate voi stessi ragazzi». Martina Navratilova: «Le mie camicie D&G finiscono nella spazzatura: non voglio che nessuno le indossi». Su Twitter Ornella Vanoni: «Sono indecisa se bruciare il mio cappotto di cincillà #dolceegabbana o darlo al barbone Antonio in Centrale».
Con gli stilisti? Non celebrities ma regolari utenti di Twitter e Instagram: c’è l’hashtag #supportdolcegabbana. E Stefania Prestigiacomo: «W il coraggio di @dolcegabbana no al “pensiero unico” gay». Gabbana su Instagram aveva scritto: «Fascista». E poi «#boycotteltonjohn». Commenti più tardi rimossi.
Dolce, in un comunicato: «Sono siciliano e sono cresciuto con un modello di famiglia tradizionale, fatto di mamma, papà e figli. So che esistono altre realtà ed è giusto che esistano, ma nella mia visione questo è quello che mi è stato trasmesso, e con questi i valori dell’amore e della famiglia. Io sono cresciuto così, ma questo non vuol dire che non approvi altre scelte. Ho parlato per me, senza giudicare le decisioni altrui».
2. L’INDIGNAZIONE DI STEFANO: DOMENICO HA LE SUE IDEE, CREDE NELLA FAMIGLIA CLASSICA. QUESTI SONO ATTACCHI FASCISTI
Domenico Dolce and Stefano Gabbana with Rose McGowan
Matteo Persivale per il “Corriere della Sera”
« Noi due abbiamo sempre vissuto la nostra sessualità privatamente, non abbiamo mai gridato. Adesso ci mettono in bocca parole non nostre: saremmo contrari alle adozioni gay. Non è vero. Domenico ha semplicemente espresso la sua opinione sulla famiglia tradizionale e sulla fecondazione assistita. Altri fanno scelte diverse? Liberissimi. Ma noi pretendiamo lo stesso rispetto».
Stefano Gabbana, cosa ha pensato quando ha letto il commento di Elton John su Instagram e l’hashtag #boycottdolcegabbana?
«Non me l’aspettavo. Non me l’aspettavo da una persona che ritenevo — sottolineo: ritenevo — intelligente come Elton John. Ma come? Predichi comprensione, predichi tolleranza, e poi aggredisci? Tutto perché qualcun altro la pensa in modo diverso da te? E questo sarebbe un modo democratico di ragionare? Illuminato? È un ignorante, nel senso che ignora che esistono pensieri diversi dal suo ugualmente degni di rispetto».
L’ha sentito, dopo?
«Inutile, quello è un modo autoritario di vedere le cose: se sei d’accordo con me bene, altrimenti ti attacco. E glielo ho scritto, nei commenti di Instagram: fascista».
E l’hashtag #boycotteltonjohn che ha postato nei commenti?
«Ma no, al di là dell’irritazione momentanea per un attacco del genere, sarebbe ridicolo. Ti piacciono le canzoni di qualcuno o non ti piacciono. Non è che io quando vado dal fruttivendolo prima mi accerto se le sue idee sulla fecondazione in vitro siano in sintonia con le mie: guardo se la verdura è fresca. Tutta questa campagna è nata online, sul nulla, mettendoci in bocca parole non nostre per volontà di un gruppo di attivisti gay in malafede e poi si è allargata. Noi non boicottiamo e non boicotteremo nessuno. Come dire, quelli che vanno allo stadio non per divertirsi ma per insultare gli avversari: che senso ha? Assurdo».
dolce e gabbana fotografati da Steven Klein per "W"
Dopo quell’intervista vi aspettavate qualche reazione?
«È successa una cosa strana: l’intervista non l’ha letta nessuno perché altrimenti basterebbe leggerla in buona fede per vedere che non c’è nulla dietro questo baccano. Semplicemente, viene usata come pretesto per metterci in bocca cose che non abbiamo detto. Noi siamo per la libertà: ognuno faccia le scelte che vuole. Domenico ha delle idee, ha fatto delle scelte. Elton John ne ha fatte altre. Scelte diverse, vite diverse. Stesso rispetto. Però vedo che ci sono, specialmente in Rete, anche i gay omofobi: quelli che offendono altri gay che esprimono idee diverse».
NAVRATILOVA JULIA 1mara venier e ornella vanoni
Alla domanda «Avreste voluto essere padri?» lei ha risposto «Sì, io un figlio lo farei subito», Domenico invece «Sono gay, non posso avere un figlio».
«Ecco, è tutto qui. Domenico ha detto che preferirebbe la famiglia classica, è la sua opinione. Non è a suo agio con la fecondazione assistita, è il suo imprinting tradizionale siciliano. Io la vedo diversamente da lui. Nel rispetto reciproco».
Questo boicottaggio avrà conseguenze sulle vendite?
«Forse — sorride — perderemo qualche fan di Elton John, forse guadagneremo qualche mamma, chi lo sa ...».
3. WALTER SITI: NON ESISTE IL PENSIERO UNICO OMOSESSUALE
Maria Corbi per “la Stampa”
«Siamo sicuri che non sia una semplice illusione ottica il fatto che i gay debbano pensarla tutti, e sempre, nello stesso modo?» Walter Siti, premio Strega 2013 con «Resistere non serve a niente», fa una domanda che mina l’esistenza, pretesa da molti, di un pensiero unico omosessuale.
Dunque non esiste un fronte compatto dei gay per ottenere parità di diritti?
«Quello che non esiste è la categoria gay. Non ha senso. Quando ero ragazzo, intorno ai 20 anni, e ho fatto coming out, sembrava che i gay fossero tutti di sinistra e invece vediamo che ce ne sono molti, ovviamente, anche a destra».
Quindi mi sta dicendo che è dalla parte di Dolce e Gabbana quando dicono no alle adozioni gay e ai «figli della chimica che non hanno mamma e papà»?
«No. Sul punto della lite ha ragione Elton John. Ma credo anche che ognuno ha il diritto di pensarla come vuole. Trovo, per esempio, orrende le cose che dice e pensa Matteo Salvini, ma non gli impedisco di pensarle».
E invece si è scatenata una guerra e addirittura un boicottaggio ai vestiti dei due stilisti.
«Se ci sono persone che pensano che queste idee di Dolce e Gabbana rendano meno belli i vestiti che creano, che allora non se li comprino. Ognuno pensa come vuole, anche se non riesco a mettermi nell’ottica di una crociata. Anche se Dolce e Gabbana hanno detto una cosa sbagliata. E allora?»
Ma non crede che un «no» all’avanzamento dei diritti gay in tema di famiglia pronunciato proprio da un gay indebolisca la battaglia comune ?
«No, non credo, perché Dolce e Gabbana parlano per se stessi, non pensano che tutti debbano seguire il loro modo di concepire la società. Pensare che una scelta sessuale, il fare l’amore con un uomo o con una donna, costituisca per se stessa la qualifica principale di una persona è sbagliato. Mi sembra, appunto, una distorsione ottica».
Molti omosessuali pensano invece come «categoria», e questo è un dato di fatto.
«E’ sbagliato. E comunque non credo sia veramente così, o comunque non è più così. Non è affatto detto che la propria preferenza sessuale sia la cosa prevalente nella personalità e nella visione globale della vita. Un omosessuale fascista avrà idee fasciste, anche se poi preferisce fare l’amore con un uomo invece che con una donna. Ci sono omosessuali cattolici, omosessuali conservatori. E potremo andare avanti ancora».
Dunque è una querelle inutile quella tra Dolce e Gabbana e Elton John?
«Ognuno la pensa come vuole. Io la penso come Elton John e non mi piacciono le parole degli stilisti. Ma non impedisco certo loro di pronunciarle».
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