1. POI IL SIGNOR ROSSI DELIO CI RICASCA. MOSTRA IL DITO MEDIO AI ROMANISTI. LITIGA CON BURDISSO. INSCENA UNA ‘GAZZARRETTA’ IN CODA A SAMPDORIA-ROMA. UNA MEZZA ZUFFA CHE RAVVIVA IL BUON SENSO DEI MORALISTI DI OGNI EPOCA. NEL PALLONE DELLE SCOMMESSE, DELLE CURVE LIBERE DI OFFENDERE LA PELLE NERA E DEI BILANCI IN ROSSO, L’ULTRA’ IN PANCHINA CHE MASTICA LA GOMMA A BOCCA APERTA E VIVE OGNI GARA COME SE FOSSE LA FINALE REGIONALE DEL CIRCOLO ARCI, È IL CAPRO ESPIATORIO PERFETTO 2. SUI SITI SPECIALIZZATI NON SI PERDONA A ROSSI IL TUFFO NELLA FONTANA DOPO UN DERBY VINTO MA IL VERO SCANDALO CHE DOVREBBE AGITARE IL SONNO DEI TIFOSI ROMANISTI SI VEDE IN CAMPO

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DAGOREPORT
Poi il signor Rossi Delio ci ricasca. Mostra il dito medio ai romanisti. Litiga con Burdisso. Inscena una ‘gazzarretta' in coda a Sampdoria-Roma. Una mezza zuffa che riportandoci alle foto in bianco e nero di Oronzo Pugliese, agli schiaffi anni '80 di Tom Rosati tecnico del Pescara ai suoi allievi e alla nuvola western che l'anno scorso persuase Delio da Rimini a darle al piccolo maleducato Adem Ljaliìc in Fiorentina-Novara, ravviva il buon senso dei moralisti di ogni epoca.

Nel pallone delle scommesse, del Tribunale dello sconto (Il Tnas), delle curve libere di offendere e dei bilanci in rosso, il signor Malaussene che mastica la gomma a bocca aperta e vive ogni gara come se fosse la finale regionale del circolo Arci, è il capro espiatorio perfetto. Dietro la cattedra, maestri improvvisati si avvicendano nel giudizio impromprio.

De Rossi, non credibilissimo nel magistero, va giù duro con il quasi omonimo: "Delio Rossi e' sempre sopra le righe. Ha quasi 60 anni e fa cose assurde. Tra l'altro, viene da precedenti non felicissimi. Non mi piace chi fa queste sceneggiate, e' imbarazzante, chi si erge a paladino dalla giustizia e poi esce incitando la curva".

Sui siti specializzati non si perdona Rossi per qualche precedente natatorio nelle fontane di Roma quando era alla guida della Lazio. Insulti e indignazione. Ma il vero scandalo, lo scempio che dovrebbe agitare il sonno dei tifosi romanisti si vede in campo, dove il già citato De Rossi cammina, il risorto Stekelenburg si conferma il mediocre portiere da sempre osservato a Trigoria, Marquinhos forse non è il Beckenbauer che ci avevano raccontato e Pablo Daniel Osvaldo prima scippa a Totti (e sbaglia) il rigore del possibile uno a uno, poi si abbandona alla depressione nello spogliatoio: "Non me lo perdoneranno" e infine, di ritorno notturno a Frigoria prende uova e sassi alla guida del suo maggiolino.

La Roma dezemanizzata di Andreazzoli non gioca neanche un brutto primo tempo. A tratti domina con una Samp prudente. Appena Rossi aggiunge un Sansone però, non c'è mitologia che tenga. Né quella delle colpe da ascrivere in toto al Boemo, né l'altra che ancora spacciava tra i tifosi l'illusione del terzo posto da raggiungere. Tutto finito adesso, con una classifica che recità nono posto con squadroni come Udinese e Catania davanti alla società di Jimmy Pallotta. L'ennesima sconfitta severa in trasferta (3-1 Samp, bene solo Lamela a cui viene annullato l'1-0 tra i dubbi) e una stagione da buttare.

JUVE IN FUGA.

Nella giornata della noia e dei pareggi, gode la Juventus. A più cinque punti sul Napoli fermato 1-1 dalla Lazio a Roma, in una gara bella in cui si sono scorti coraggio e mancanze strutturali di fondo che a oggi, la vedono nel ruolo di favorita assoluta. La deludente Fiorentina di Montella si presta a trottare sul ring di Torino sparring partner. Ne prende due (Vucinic e Matri) ne rischia altri, impegna Buffon una sola volta.

Meglio il Napoli a Roma, ma la Lazio di Pektovic meriterebbe l'intera posta che sfuma a cinque dalla fine per un'invenzione dello stopper argentino Campagnaro. Così la Juve scappa. È attesa da una partita (a Roma con la Roma) che risentirà del clima (attese contestazioni) e che potrebbe proprio per questo rivelarsi meno semplice del previsto.

STRAMACCIONI RESPIRA.

Vince anche l'Inter in serata e supera il Milan. Tre a uno al Chievo, ossigeno per Stramaccioni, Milan superato e terzo posto a un punto. I tre ottenuti con una certa nettezza nell ghiacciaia del Meazza sono figli della timidezza dei veronesi, del ritorno di Diego Milito (al nono gol) e di un'ispirata serata sull'asse Nagatomo-Cassano (in rete). Si rivede anche Stankovic. Ora per l'Inter c'è la Fiorentina a Firenze e maggiore tranquillità nel mini derby cittadino con i rivali storici.

MILAN PIÙ OMBRE CHE LUCI

Nel giorno di Allegri accarezzato : "No el capisse un casso" dal padrone in trasferta veneta, ma indenne a Cagliari, al Milan rimane un punto. Va sotto per una testata del velocissimo colombiano Ibarbo e poi rimerge con un rigore (sacrosanto) concesso per fallo di Astori su Balotelli. Mario sbriga la pratica, zittisce qualche buu dei tifosi sardi (sentito cori contro Balotelli anche in Inter-Chievo) e in pieno recupero segnerebbe anche il gol, bellissimo, della vittoria.

Annullato perché sul passaggio di Robinho, la palla è uscita dal campo. Allegri ha capito tutto. Andrà via. Intanto rivendica i successi e i mattoni messi per la casa di domani: "Nessuno ha un attacco giovane come il nostro" e aspetta il naturale dispiegarsi degli eventi. Milan a 41, senza capire se nella delegittimazione presidenziale ai danni di Allegri, al di là di un certo divorzio a fine stagione, ci sia dolo o solo leggerezza da circo berlusconiano in campagna elettorale.

LA BRUTTEZZA DEL PAREGGIO.

Facendo zapping tra i campi si vedono gare davvero brutte. Partite in cui più che superarsi, le squadre fanno calcoli. Esatti quelli di Atalanta e Catania, due mezzi tiri in porta per un ovvio zero a zero. Ambigui quelli di Parma e Genoa (ma qui il secondo tempi è vivace, il Genoa prende due pali con Bertolacci e a vincere almeno prova). Perdenti quelli di Palermo e Pescara, con i siciliani che vedono lo sprofondo a 18 minuti dalla fine a causa della testata dell'islandese Bjarnason e poi recuperano un pareggino con Fabbriniche sa di condanna anticipata. Impattano uno a uno anche Bologna e Siena, con i toscani che finchè possono, fanno la partita e mettono in vetrina lo sconosciutissimo Emeghara. Due gol in due domeniche nel segno di un low cost che la Siena sconvolta dal csao Mps da oggi in poi apprezzerà senza poter più scegliere.

 

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