DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1 - TUTTA LA VERITÀ (O COMUNQUE UNA BUONA PARTE)
Prefazione di Ayzad al libro “Guida al Kink” di Tristan Taormino
Da un certo punto di vista non dovrei neanche essere qui. A pensarci bene, ci ho messo quasi vent’anni a farmi un nome come esperto di eros estremo. Un sacco di tempo passato a lottare per distinguermi dalla massa di parolai che, soprattutto su Internet, si atteggiano a grandi guru del sesso prendendo spesso cantonate colossali dovute prevalentemente all’abitudine a parlare senza avere prima studiato un argomento bello finché vuoi, ma dannatamente complesso.
Per arrivare a “essere Ayzad” – per il poco che conta – ne ho passate di tutti i colori, compreso diventare l’unico educatore sessuale al mondo oggetto di un’interrogazione parlamentare volta a proibirmi di parlare negli atenei. Quella follia, firmata dallo stesso senatore che ogni tanto raccoglie firme per ripristinare il Partito Fascista, è poi finita in niente ma dà la misura di quanto possa essere problematica la mia strana professione. Non più tardi di un mese fa ho raggiunto il traguardo personale di vedere finalmente pubblicato un mio libro anche nei paesi di lingua inglese…
Quindi perché diavolo sono finito a presentare Guida definitiva al Kink? A entusiasmarmi per la concorrenza? Da questo punto di vista, in effetti, è un comportamento che va ben oltre il BDSM e sconfina nell’autolesionismo più becero. Se c’è però una cosa che ho imparato in tanto studio dell’eros estremo è che nella vita bisogna sempre essere onesti, soprattutto con se stessi; saper andare oltre i confini di ciò che è comodo e affrontare piuttosto quel che è vero.
Una verità che molti ignorano, per esempio, è che i giochi erotici di dominazione e sottomissione non siano né una stranezza, né un tabù. Se il successo planetario di Cinquanta sfumature di grigio non ne fosse un indizio sufficiente, basta guardare i sondaggi: certe cose attraggono una persona su sei e vengono praticate da una su dieci – un numero impressionante, che fa del BDSM tutto tranne che una pratica di nicchia.
Altrettanto vero è, purtroppo, che una grandissima parte di chi in camera da letto si diverte con corde e scudisci lo faccia però senza criterio, scimmiottando alla buona ciò che ha visto nei video porno su Internet o ha incontrato in qualche vecchia lettura o scena “piccante” vista in un film. I migliori fanno anche lo sforzo di iscriversi a qualche sito a tema e pensano di diventare guru leggendone i forum… senza rendersi conto che molto spesso a scrivere online sono altri sprovveduti, mitomani o persone che magari in buona fede diffondono informazioni errate.
Tanta confusione di solito non ha conseguenze particolarmente negative. Ogni tanto ci scappa l’incidente letale, è vero anche questo, ma a voler essere cinicamente obiettivi si tratta solo di una marginalità statistica del tutto normale nell’ambito di un fenomeno che coinvolga così tanti praticanti. Più comuni sono invece coloro che a causa dell’improvvisazione si fanno male (fisico, o più facilmente psicologico) in modo forse non così grave ma non per questo meno sgradevole.
Non è nulla di strano: dopotutto se si chiama “eros estremo” un motivo ci sarà pure, e se ci si lancia in attività estreme senza preparazione è inevitabile prima o poi combinare pasticci. L’esito più comune del fare BDSM senza cognizione di causa è piuttosto un altro ancora: divertirsi poco. Divertirsi poco dopo aver investito in qualcosa tempo, energie, sofferenza, eventualmente denaro per le attrezzature e soprattutto la propria anima e vulnerabilità rappresenta tuttavia un peccato imperdonabile. Ecco quindi un’altra grande verità: quando si ha a che fare con l’eros estremo – che gli americani e in particolare gli autori di questa antologia chiamano kink – studiare non è solo importante, ma conviene.
Al di là delle belle parole, delle filosofie e dell’eleganza un po’ ipocrita che si ostenta sempre quando si affrontano questi argomenti… più ci si informa, più si gode. E visto che non avrete certo preso in mano questo libro per apprezzarne lo stile letterario o la cura tipografica, non mi sembra una cosa da sottovalutare.
Nello scrivere questa prefazione potrei quindi guardare solo il mio interesse e buttare lì un paio di frasi per lasciar intendere che in fondo in fondo i miei libri sono migliori, più completi, più seri, meglio scritti, più simpatici e chi più ne ha più ne metta. Per certi versi magari non avrei neanche tutti i torti, ma comunque non sarebbe tutta la verità. Perché la verità vera, come dicevamo, è che col BDSM più si impara e meglio è, e ascoltare tanti punti di vista differenti resta il modo ideale per farsi un’idea più chiara su qualsiasi argomento.
Il valore aggiunto di Guida definitiva al Kink rispetto a ogni altro manuale sull’erotismo estremo sta proprio in questo: nel riunire le voci, le prospettive e le esperienze di parecchi appassionati di lungo corso, ciascuno dei quali mette a disposizione la propria interpretazione se non dell’intero mondo BDSM per lo meno di una parte della mappa del suo strano e affascinante territorio. Alcuni vi piaceranno, altri vi scandalizzeranno e altri ancora vi faranno eccitare o infuriare, ma alla fine avrete un’immagine abbastanza precisa di che aspetto abbia il cosiddetto “ambiente kinky”.
A quel punto la scelta – una scelta informata – sarà tutta vostra. Potrete farci su una risata e decidere che tante complicazioni “solo” per un po’ di sesso non facciano proprio per voi, oppure entrare a far parte a tutti gli effetti di quel famoso 10% di zozzoni convinti che si divertono andando al di là delle sciocchezze dei video porno e dei siti per frustrati; che sanno come giocare senza farsi male… e che soprattutto godono davvero molto di più del restante 90%.
Ah, in nome dell’onestà devo anche rovinarvi la sorpresa su un probabile effetto collaterale: è assai facile che arrivati all’ultima pagina vi rendiate conto anche di avere ancora moltissimo da studiare, ma anziché sentirlo come un peso affronterete la sfida come un gioco entusiasmante. Magari ce ne fossero di più, di libri capaci di avere un effetto simile, no?
2 - COME ADDESTRARE IL VOSTRO SCHIAVO SESSUALE
Di Laura Antoniou dal libro “Guida al Kink” di Tristan Taormino
Uno dei più grandi equivoci nel mondo del sadomasochismo e della dominazione/ sottomissione è il ruolo degli schiavi sessuali o schiavi di piacere. Ogni volta che incontro qualcuno che si presenta come schiavo sessuale so che intende due cose: 1) non fa lavori domestici, e 2) scopa col suo top. Ovviamente c’è un problema con questa definizione di schiavo sessuale, ed è l’assenza completa della parte riguardante la “schiavitù”.
Francamente è raro che la colpa sia degli aspiranti schiavi: sono stati chiari sui loro limiti e preferenze. Anche io non sono particolarmente amante dei mestieri, e se tutto quel che vuole un top è il sesso, in genere è una cosa facile da fornirgli. Ma guardiamoci negli occhi: la maggior parte delle relazioni sessuali fra adulti comporta far sesso l’un con l’altro. Uno schiavo sessuale si distingue dallo schiavo che lucida l’argenteria nel senso che il compito precipuo e unico di uno schiavo sessuale è assistere il suo top nel raggiungimento di orgasmi. Il trucco sta nel rendere la cosa kinky inquadrandola nell’ambito di dominazione e sottomissione.
È qui che voi – i responsabili, scaltri, esigenti, esperti, sexy e soprattutto dominanti top –
dovete abbracciare i fantastici poteri del vostro ruolo (e, incidentalmente, godervi il miglior sesso della vostra vita, facendo divertire al tempo stesso uno o più vostri partner. Che affarone, eh?). Prima di tutto vediamo di mettere in ordine alcuni concetti di base. Do per scontato che ci sia una relazione adulta in atto tra due o più persone, che consenta ad almeno una di loro di assumere il ruolo di controllo e dominazione: il top (chiamato anche mistress, master, lord, lady, dominante, daddy, mommy, Sovrano dell’Universo ecc.).
Almeno un’altra persona ha accettato di assumere la posizione di partner sottomesso, che ha ceduto la guida e l’autorità al top, oltre a una certa misura di fiducia. Questo è il ruolo che io chiamo bottom (noto anche come slave, sottomesso, schiavo, boy, girl, pet ecc.). Chi passa da un lato all’altro viene chiamato spaventosamente sexy o, a volte, switch.
NEGOZIARE COSA, QUANDO, DOVE, PERCHÉ
Il consenso è un requisito primario, uno di quegli elementi talmente ovvi da essere a volte sorvolati. Tuttavia dovrete negoziare anche l’aspetto che avrà il vostro accordo. Si tratta di una cosa a tempo pieno? Si applica solo ai weekend che passate assieme? Si limita a una certa lista di comportamenti e temi e a certi luoghi e orari? Quanto tempo si può ragionevolmente pretendere che il bottom dedichi a questo addestramento, considerate le sue altre responsabilità e impegni?
Il top può punire il bottom per delle mancanze e, nel caso, come? Più parametri affrontate prima di cominciare, meno volte dovrete alzare la “palettina di stop” e fermarvi a fare una conversazione tipo “E quello che cazzo era?”. Sono cose che non piacciono a nessuno. Nella vostra negoziazione dovreste entrambi comprendere perché vogliate iniziare un programma di addestramento alla schiavitù sessuale. La prima – e migliore – ragione dovrebbe essere fare sesso migliore.
Altri buoni motivi possono comprendere il romanticismo di dominazione e sottomissione, l’esaltazione di giocare col potere, il divertimento dei giochi di ruolo, la soddisfazione di imparare qualcosa di nuovo e di scoprire queste cose assieme. In un mondo ingiusto e spesso arbitrario e crudele, la capacità di rifugiarsi nella bolla atemporale delle nostre relazioni erotiche è inestimabile; un sistema nel quale l’eccellenza e l’impegno vengono premiati, e le correzioni e le punizioni vengono somministrate con fiducia e affetto, Come addestrare il vostro schiavo sessuale è solo il bonus aggiuntivo.
Quindi parlatene, e scovate qualche motivo per cui vogliate addestrare uno schiavo sessuale, e perché il vostro schiavo voglia essere addestrato a questo scopo. Probabilmente pensate di sapere che cosa sia il sesso. Ecco la definizione che uso nelle mie lezioni: il sesso è qualsiasi attività che aumenti il potenziale di avere orgasmi. Raccogliete la mandibola da terra. Sicuramente non pensavate che il sesso si limitasse a “Quando due pervertiti si amano tanto tanto, il pervertito mette il pisellino nella patatina della pervertita…”
Una volta superata la procreazione eterosessuale, le cose possono diventare deliziosamente complicate. Sì, i pompini sono sesso! E anche il cunnilingus, la penetrazione anale, fare avanti e indietro fra le cosce e in mezzo alle tette, e pure le seghe. Ma anche raccontare una storia al vostro partner mentre usa un vibratore su di voi. O una lunga sculacciata, il bondage giapponese, ballare il tango, masturbarsi, dirsi porcherie… Insomma, ci siamo capiti. Non possiamo limitarci ad attività che diano sempre o solitamente un orgasmo.
il bdsm cresciuto grazie ad anonimato garantito sul web
Se ci affidassimo a tale definizione, molte donne non farebbero mai sesso quando vengono penetrate nella vagina. Oltretutto, chi ha sensibilità ridotta nei genitali inferiori potrebbe non arrivare mai all’orgasmo, ma trarre comunque sensazioni piacevoli dalle attività sessuali. Già così il potenziale dell’essere uno schiavo sessuale si espande, avete notato? Uno schiavo sessuale dovrebbe assistere in qualsiasi attività che aumenti la possibilità che il top abbia orgasmi.
Tuttavia non è ancora un’immagine completa, perché manca del particolare elemento che fa funzionare le cose: il ruolo attivo e di controllo del top. “Ma tutto quel che voglio è che faccia sesso con me quando ne ho voglia!”. Questa è la lamentela tipica di quei top che non sono ben sicuri di cosa farsene di qualcuno di tanto meraviglioso quanto un potenziale schiavo sessuale. Non è solo colpa di una mancanza di immaginazione: per molte persone un partner o due che facciano sesso con loro ogni qual volta lo desiderano è già una fantasia con cui essere felici per parecchi anni.
privazione della vista nel bdsm
La sfida – e parte del piacere – per un buon top non è solo imporre la propria volontà erotica sul proprio amato schiavo quando vuole far sesso, ma come lo vuole. Ciò viene reso possibile da un regime di addestramento che comprende esercizi, compiti, premi e punizioni. L’addestramento è per sua stessa natura un atto di autorità e dominazione. I top dovrebbero impegnarsi a sfruttare ogni strumento possi60 Guida al Kink bile per dare prova della propria autorità, altrimenti finiranno con schiavi che fanno di testa loro. Non ci credete? Mettetevi comodi ad aspettare, e vedrete con che gaudio molti schiavi prenderanno il controllo della situazione.
Se ciò vi rende felici, e rende felici loro, potete pure saltare questo capitolo e passare a un altro argomento. Se però desiderate una relazione più strutturata in cui il top applica davvero la dominazione e il bottom si sottomette davvero all’autorità del top, dovreste provare a mettere in atto un addestramento. Le relazioni e i giochi di dominazione e sottomissione sono molto comuni, ma oggetto di tanta disinformazione.
Non lasciatevi deviare da gente in buona fede che vi dice che “il modo giusto” debba per forza essere a tempo pieno, 24/7, total power exchange o come cavolo è di moda chiamare questa cosa oggi. I suggerimenti di questo capitolo sono linee guida – usateli allo stesso modo in cui seguireste una ricetta sul retro di una scatola di spaghetti. Potrebbe piacervi così com’è… o potreste volerci aggiungere un pizzico di basilico in più, meno pinoli o una tonnellata di formaggio extra. Dovete aspirare al rapporto che meglio si adatta a voi e al vostro partner, non a quello che suona bene nei forum di Internet. Che lo facciate per dare pepe a una serata intima, a fine settimana alterni, solo quando siete in vacanza oppure ogni volta che trovate l’energia e la privacy, assicuratevi solo di farlo quando vi rende più felici.
ESERCIZI E COMPITI
Il primo passo dell’addestramento di uno schiavo sessuale è identificare il vostro scopo ultimo. Sì, “Lo schiavo dovrebbe dare piacere alla padrona in qualsiasi momento” suona molto bene in astratto, ma cercate di concentrarvi su obiettivi specifici in un ambito più definito. L’addestramento, così come il resto dei nostri stili di relazione, è soprattutto personale. Non cercate mai di usare il metodo di addestramento di qualcun altro. Che ne sanno loro delle vostre preferenze, del vostro stile, rapporto o dei vostri amanti? Niente, nada, un cavolo.
Usare i loro sistemi sarebbe come usare le loro mutande: a prima vista potrebbero anche andar bene, ma non preferireste avere le vostre? Cominciate pertanto da qualcosa che vi piace, da un piacere che lo schiavo potrebbe migliorare. Diciamo che una dominatrice ama parecchio farsi leccare la passera e che il suo schiavo è discreto nel leccarla, ma magari non ispirato. Lo scopo è far sì che quest’ultimo divenga un artista del cunnilingus.
A questo punto il top determina quali esercizi si possano usare per migliorare i talenti linguistici dello schiavo. Naturalmente alcuni saranno personali e sessuali: “Leccami lì. Più forte. Gira la lingua. Ora succhiami il clitoride”. Queste istruzioni, date mentre lo schiavo serve il top, sono l’inizio più ovvio di un programma di allenamento. Potete anche dare istruzioni prima di passare all’atto pratico.
“Usando la tua lingua come un pennello, scrivi tutte le parole di Bohemian Rhapsody sul mio clitoride e succhiami le labbra durante le parti strumentali”. Tuttavia non c’è motivo di fermarsi a questo. Che ne dite di inserire altre persone nell’addestramento? Se siete poliamorosi, o non-monogami, coinvolgete un insegnante speciale o qualcuno con cui – o su cui – fare pratica.
Oppure introducete insegnanti inanimati: dildi a interpretare cazzi, piccole caramelle per i clitoridi, cuscini e palloncini per migliorarsi nel colpire, radere, fare body painting o qualsiasi altra cosa vi faccia entusiasmare. A causa dei divieti di nudità e comportamenti sessuali in pubblico, chi insegna educazione sessuale ha sviluppato molti modi ingegnosi per mostrare le tecniche erotiche su e con oggetti. Sentitevi liberi di copiare i loro trucchi per i vostri programmi d’addestramento.
Naturalmente potete anche mandare il vostro schiavo a seguire lezioni e seminari dati da altri per poi tornare a farvi rapporto su quello che ha imparato. Un ordine di imparare qualcosa è un compito. I compiti possono essere brevi e divertenti, tipo “Trova dieci sinonimi di cunnilingus”. Possono richiedere ricerche più serie, come “Leggi questo libro su sesso anale e fisting”. Oppure possono consistere in indicazioni per far pratica di una tecnica: “Alla prossima conferenza sul BDSM fai un massaggio a cinque persone”. Possono essere incentrate su un atto specifico, o anche su uno stile di comportamento. Immaginiamo che voi e i vostri partner amiate la fantasia di un maniero vittoriano, completo di tè di gala, abiti stravaganti e ruoli di padrone/schiavo rigidissimi.
Date al vostro schiavo il compito di procurare l’abbigliamento adatto e di preparare la scena per servire un grandioso tè nel quale verrà bacchettato. Oppure fatevi leggere un po’ di bella pornografia d’epoca, naturalmente in ginocchio mentre voi sorseggiate il tè o un brandy. Quando l’addestramento si espande al di là dei confini delle tecniche sessuali, per comprendere giochi di ruolo e altri comportamenti, il mondo stesso diventa dieci volte più grande.
Supponiamo che al top non piacciano solo sesso, gioco e scopate, ma a portarlo all’estasi sia l’atteggiamento del bottom. Forse preferite una vittima tremante e terrorizzata dai vostri diabolici piani, piuttosto che una troietta sorridente! O forse il formalismo del tipico “Sì, mio signore e padrone” è più nelle vostre corde di “Certo, tesorino, appena avrò sverminato il gatto”. In ogni caso, dare al bottom l’ordine di comportarsi nel modo che gradite per un tempo determinato è un ottimo modo non solo per usare la vostra autorità, ma anche per darvi modo di flirtare alla grande. Flirtare? E perché no?
Non è che la seduzione debba terminare solo perché ormai avete un rapporto stabile. Il gioco di ruolo erotico, sia che sia a tempo pieno o infilato-nelle-vostre-vite-incasinatissime-ogni-volta-chetempo- e-privacy-ve-lo-consentono è sexy, seducente e godurioso di per sé. Quindi dite al vostro schiavo: “Sabato ti terrò prigioniero tutto il giorno: trema e ubbidisci!”. Questo è un compito che dovrebbe essere accolto con piacere e attesa. Il peggio che possa capitare è un po’ di ridarella, alla quale potete senz’altro sopravvivere. Una cosa importante da ricordare, quando si sviluppano esercizi di addestramento basati sui giochi di ruolo e fantasie, è assicurarsi che siano tutti in sintonia.
I giochi tipo genitore/figlio sono molto popolari, sia che si tratti di un monello sculacciato sulle ginocchia di mammà o della precoce zoccoletta di Papi che cerca di scoprire cosa succede quando fa questo. Ma se il Papi in questione desidera una deliziosa bimba che gli si arrampichi in grembo e lo baci timidamente mentre lo stuzzica con le sue mutandine di cotone bianco, e la figlia vuole che papà le si intrufoli in camera nel cuore della notte e la stupri nel letto mentre le dice cose terribili, be’, non sarà una seratona, né tantomeno un esempio di buon addestramento.
PREMI E PUNIZIONI
Il passo successivo nello sviluppo del vostro programma di addestramento è capire cosa fare quando il vostro schiavo 1) fa le cose nel modo sbagliato, e 2) fa le cose nel modo giusto. Entrambe le possibilità sono divertenti e miglioreranno il sesso e il gioco, facendo fare un salto di qualità ai vostri ruoli di dominante e sottomesso.
Le due risposte si chiamano punizioni e premi e sì: quando dicevo che sono entrambe divertenti, dicevo sul serio. Se nell’ambito del rapporto fare qualcosa non vi diverte, non fatelo! Una cosa che certe persone non sembrano comprendere di questi modi di migliorare le nostre vite e relazioni è che sono tutti opzionali; nessuno di essi dovrebbe essere un onere. E questo comprende anche lo spaventoso concetto di punizione.
Ricordate: l’obiettivo del vostro programma di addestramento è migliorare la vostra vita sessuale, e sottolineare dominazione e sottomissione. Il vostro partner sottomesso già desidera compiacervi e già trae piacere dal farlo, volontariamente. La capacità di punirlo per aver fatto qualcosa di sbagliato è ciò che dimostra che voi, in quanto top, siete quelli che detengono il potere. Dimostra anche che il top fa attenzione, che forse è ancora più importante.
Stare al centro dell’attenzione piace a tutti, e ai bottom più che alla maggior parte delle persone, anche se insistono a dire il contrario. Immaginiamo che il bottom sia stato coinvolto in un severo programma di addestramento al succhiare le dita dei piedi, o come dicono gli inglesi allo shrimping. Questo specifico comportamento feticistico può essere difficile da svolgere bene, nonostante sembri abbastanza ovvio (Metti l’alluce in bocca. Succhia. Ripeti).
Il fatto è che possono sorgere problemi se chi si fa ciucciare le dita soffre il solletico, o preferisce particolari movimenti di lingua, o vuole che si presti più attenzione a un dito piuttosto che a un altro, o desidera che gli vengano contemporaneamente massaggiati i piedi con le mani o, be’, qualsiasi altra cosa. In una bella notte di sesso, il bottom si dimentica dell’istruzione vitale di tenere i talloni del top nelle mani disposte a coppa mentre bacia appassionatamente i maialini.
Quando il top atterra dal proprio stupore postorgasmico (ammesso che ci arrivi senza questa parte essenziale di stimolazione), potrà annunciare con gusto – o severo e crudele cipiglio, se è quello il suo stile – che il bottom, avendo mancato nel compiacerlo completamente, dovrà essere giustamente punito. Questo momento della sessione è utile a ricordare perché i partner debbano completare le fasi di consenso e negoziazione con abbondante anticipo.
Anche nel caso in cui il bottom incroci le braccia e dica “No, niente botte né farmi stare nell’angolo. Nessuno mette Baby nell’angolo”, qualsiasi ragione possa avere, il top può trovare normalmente il modo di esprimere una reazione negativa e dominante, a errori e mancanze, che non faccia riaffiorare brutti ricordi, non faccia sentire il bottom a disagio o poco attraente, o che non tradisca in altro modo gli aspetti sexy e positivi del loro rapporto. Per alcune persone basta dire: “Rifallo, schiavo!”.
Altrimenti può volerci più creatività, tipo: “Per farti perdonare questa catastrofe di succhiamento dita, dovrai sorbirti con me il prossimo filmetto da femmine/d’azione/avventura senza proferire una sola parola di scherno per tutta la sua durata”. Credetemi: probabilmente preferiscono essere sculacciati. Se tuttavia le sculacciate (o qualsiasi altra attività di sesso e gioco) sono sul menù, la punizione diventa quel che chiamo “un’altra scusa per giocare”.
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Se il vostro rapporto è più formale, rendete la punizione molto diversa da quel che fate per divertirvi. Se normalmente usate la mano nuda, tirate fuori il cane, o le manette d’acciaio se di solito impiegate le polsiere di cuoio morbido. Fate in fretta e andate fino in fondo, dando al bottom una possibilità di supplicare pietà (perché è eccitante), poi offrite il vostro perdono, sbaciucchiatevi o coccolatelo in altro modo, dopodiché passate oltre verso maggiori sforzi di miglioramento. Per molte persone che amano il ruolo di sottomissione, essere punite è uno dei momenti in cui si sentono davvero soggiogate: stanno accettando qualcosa di cui preferirebbero fare a meno.
Questa espressione di obbedienza è paradossalmente una grande autoaffermazione. Molti bottom riferiscono che dopo essere stati puniti i momenti di disagio e imbarazzo diventano a tutti gli effetti ricordi che coltivano con orgoglio e affetto, o su cui tornano persino come fantasia durante le masturbazioni. Assicuratevi solo che non tutto il vostro gioco sia fatto di punizioni, perché condurrebbe solo a disobbedienza consapevole per eccitarsi. Non che ci sia qualcosa di male in questo, se è quel che desiderate.
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Se però cercate un’esperienza di addestramento più positiva, dovrete passare alla prossima voce dell’elenco: un premio. L’altro lato della medaglia della punizione è premiare il vostro bottom. I premi possono essere qualsiasi cosa piaccia allo schiavo, da “Rifallo, schiavo!” fino ad accompagnarlo a vedere il film da femmine/d’azione/avventura di cui parlavamo prima senza fare troppi commenti perfidi durante lo spettacolo. O, per quel che importa, una sculacciata. Potete anche fare le carogne e premiarlo con un nuovo compito. Ma qualsiasi premio usiate, assicuratevi che sia accompagnato da un qualche complimento verbale e dimostrazione d’affetto: vedrete risplendere attorno a voi la luce del piacere e dell’adorazione.
Per ovvi motivi i premi sono meno difficili da negoziare rispetto alle punizioni: è raro che un premio possa evocare brutti Come addestrare il vostro schiavo sessuale 65 ricordi di genitori cattivi oppure orrendi giorni di scuola. Comunque è sempre una buona idea sapere esattamente cosa piace al bottom, giusto per evitare di annunciare un premio che venga accettato con un sopracciglio alzato o risa a crepapelle. Fate attenzione ai premi stile “Homer Simpson”: non date al vostro schiavo una palla da bowling adatta alla vostra mano, ma procurategli un butt plug su misura per il suo culo.
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ESSERE CREATIVI
Arrivati a un certo punto, anche al più scafato dei top potrebbe sembrare di avere educato i propri bottom a fare apparentemente tutto ciò che desidera. Ciò di solito è una combinazione di pigrizia e scarsa immaginazione. Perché mai dovreste smettere di rifinire il piacere? Espandete l’addestramento a più variazioni sul tema. Quando il vostro schiavo sessuale è divenuto il miglior succhiacazzi del mondo, iniziatelo alla pratica del leccaculo. O, meglio ancora, incaricate lui di trovare qualche nuova variante di sesso orale che non fa ancora parte del suo repertorio. Ma siate specifici, se no sembrerete del tutto pigri.
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“Va’ a imparare qualcosa che mi faccia godere” è la peggior paraculata a disposizione dei dominanti dopo “Va’ online a trovare il giusto protocollo da schiavo”. In un modo o nell’altro otterrete quel che meritate. Ricordate che tutto questo è personale, e che direzione e controllo devono arrivare dall’alto. Date al vostro schiavo ciò di cui ha bisogno per cominciare! E se per caso siete molto vaghi, accettate quel che avrà da offrirvi con una mente aperta e buona grazia, rammentandovi di essere più precisi e dominanti col prossimo compito. Tenete a mente la mia definizione di comportamento sessuale. Non è solo quel che vi fa venire, ma quel che vi porta da quelle parti. Una danza lunga e lenta vi fa eccitare?
E allora far diventare il vostro schiavo un buon danzatore è un obiettivo valido. Farvi massaggiare la schiena con cristalli di sale profumato sotto la doccia vi rende più propensi a girarvi e scopare qualcuno contro le piastrelle? Allora avere i sali a disposizione – e uno schiavo pronto a saltare in doccia con loro – fa parte di quel che potreste volerlo addestrare a fare. E potete anche essere più misteriosi: magari lo schiavo dovrà andare a comprare nuovi strumenti da massaggio, o semplicemente avere sempre in casa quelli che preferite. O anche produrne di nuovi per voi, se è incline a questi lavori.
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Già che non vi limitate a servizi centrati sui genitali, non privatevi dal piacere di ricevere altre attenzioni di genere SM. Molti top apprezzano davvero una lunga, sensuale fustigazione o anche una breve e dolorosa. È solo che confondono l’atto di ricevere piacere in quel modo coll’essere sottomessi. Fra sottomettersi a una flagellazione e ordinare a qualcuno di picchiarvi più forte c’è una bella differenza; saperlo ed essere in grado di godervi quel che vi piace fa parte di ciò che significa essere un top forte e deciso.
Purtroppo molte persone dominanti si sono private anche del piacere di essere scopate, o di fare sesso orale ai loro schiavi, a causa dell’equivoco per cui queste cose li farebbero apparire sottomessi. A rendere dominante o sottomesso non è la pratica, ma l’approccio e le intenzioni che le attribuiscono i partner. “Allora, schiava, ti sei guadagnata il privilegio di scoparmi?” può essere la cosa più autorevole e dominante che possa dire un top, che riduce il fortunato bottom a una massa tremolante di carne erotica.
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Oppure può essere semplicemente uno dei tanti utilizzi sessuali dello schiavo: dopotutto è il vostro schiavo. Le sue mani e i suoi genitali appartengono a voi, così come la bocca e gli altri buchi. L’uso che fate del suo corpo e delle sue abilità fa parte del servizio sessuale che vi rende. E se il vostro nuovo schiavo non è edotto dell’arte del fottere i top, siete fortunati: ecco un’opportunità nuova di zecca di vivere più addestramento, più compiti, più premi e più punizioni.
ESAMI
Un aspetto dell’addestramento che potreste usare con gran divertimento e profitto sono gli esami. Non li ho messi fra i concetti base perché, a dirla tutta, ogni volta che si fa sesso lo si può considerare una specie di esame. Tuttavia si possono programmare verifiche specifiche, sia che le annunciate e calendarizzate o che vi facciate crudelmente inciampare a sorpresa lo schiavo. Potete usare un esame per segnare il termine di un periodo di addestramento, o solo per dare più pepe a un weekend tranquillo. Mettiamo che il vostro schiavo sessuale si sia esercitato a lucidare stivali per tre mesi perché fargli curare i vostri stivali vi fa eccitare al punto che avete voluto che imparasse ogni minima tecnica per farli brillare e rendere felici le vostre parti basse.
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Potreste o annunciare una serata tranquilla a casa insieme a quel prezioso paio di calzature che non gli avete ancora mostrato durante questi lunghi mesi, oppure organizzare qualcosa al ritrovo per pervertiti più vicino, insieme a tutti gli amici e famigliari a portata di mano in modo che possano osservarlo e festeggiare. Lo schiavo si occupa degli stivali, voi lo prendete e ve lo scopate sul pavimento del ripostiglio, o direttamente sul tavolo da biliardo davanti a tutto il gruppo di amici. Ha passato il test, evviva! Siamo tutti contenti. Oppure è da un po’ che avete fatto imparare al vostro schiavo le tecniche di fisting più avanzate e misteriose che ci siano, e pensate sia pronto a farvi vivere la migliore esperienza della vostra vita.
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Ma invece di preparare il dungeon di casa con la sling e le candele e una musica soft, lo aspettate tacchi all’aria sul tavolo della cucina quando torna a casa dal lavoro. “Al lavoro, schiavo” ordinate. “Prega di essere perfetto, o torni a sditalinare meloni”. Addestrare uno schiavo sessuale non si conclude con domande di cultura generale, di questo potete star sicuri. Ricordate infine che il vostro rapporto di addestramento è, a conti fatti, solo una minima parte dell’interazione umana col partner; non è dovuto, non è vitale e certamente non è qualcosa per cui valga la pena di rendersi infelici l’un l’altro. Se vi porta a litigare, o a ferire i sentimenti reciproci, sospendetelo e prendetevi cura prima di tutto di quel che conta davvero.
Tenete a mente che i vostri obiettivi sono di espandere il vostro campo giochi sessuale, aumentare la complicità erotica, migliorare l’intimità e abbracciare gli aspetti complessi ed eccitanti della dominazione e sottomissione. Se tutto questo rimane ben chiaro nelle vostre intenzioni, potete ridere degli errori occasionali senza sentirvi minacciati o sminuiti. Il vostro ruolo di leader e insegnante, giudice e arbitro, somministratore di premi e punizioni sarà ancora più soddisfacente sia per voi che per il vostro schiavo sessuale. E lo schiavo vi ringrazierà per questo. Esattamente nel modo che preferite voi!
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