FONDAZIONE IN AZIONE - PROFUMO E VIOLA ALZANO L'ASTICELLA DELL'AUMENTO DI MPS A 5 MILIARDI. E LA FONDAZIONE DELLA MANSI, NEL SUO PICCOLO, SI INCAZZA. MENTRE IL SINDACO VALENTINI SI MERAVIGLIA...

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Cesare Peruzzi per ‘Il Sole 24 Ore'

Nessun timore, ma sorpresa evidente e anche un po' d'irritazione. Tra le istituzioni di Siena prevale lo stato d'animo di chi pensava all'immediato futuro come a una strada senza grandi ostacoli. La prospettiva (per adesso un'ipotesi) di rivedere l'importo dell'aumento di capitale di Banca Mps, invece, è un imprevisto.

La Fondazione Mps, azionista con il 3,1% del gruppo di Rocca Salimbeni, ha vincolato il 2,5% in un patto parasociale con il 4,5% di Fintech e il 2% di Btg Pactual, impegnandosi a sottoscrivere pro quota l'aumento da 3 miliardi. L'impegno resterà valido anche con una manovra da 5 miliardi? «Prima di qualsiasi valutazione, vogliamo vedere i numeri e le ragioni che li giustificano», sintetizza così il pensiero dei vertici dell'Ente presieduto da Antonella Mansi una fonte vicina a Palazzo Sansedoni.

Il sindaco di Siena, Bruno Valentini, che esprime quattro dei 14 componenti dell'organo d'indirizzo (deputazione generale) della Fondazione, è più esplicito: «Sono davvero meravigliato, per almeno due motivi: il primo perchè non più tardi di qualche mese fa i vertici di Banca Mps dissero esplicitamente che con lo spread sotto i 200 punti il Monte sarebbe stato automaticamente uno degli istituti più capitalizzati del sistema - spiega -; il secondo, perchè ritengo che una questione così delicata non possa circolare come un'indiscrezione, provocando alla quotazione del titolo gli effetti che stiamo vedendo».

La notizia di un ripensamento sull'entità dell'aumento da parte dei vertici della banca presieduta da Alessandro Profumo e guidata dall'amministratore delegato Fabrizio Viola, in effetti, ha chiuso bruscamente la luna di miele borsistica del Monte (+60% da inizio d'anno), ricreando il clima negativo di fine 2013, quando ci fu il tentativo di accelerare i tempi dell'aumento di capitale (da 3 miliardi), che i manager di Rocca Salimbeni avrebbero voluto fare a gennaio.

A differenza di allora, però, la Fondazione ha sostanzialmente ultimato l'opera di dismissione della sua partecipazione nel Monte (33,5%), concentrandosi su quel 2,5% sindacato con Fintech e Btg Pactual. E ha i mezzi per partecipare a un aumento anche più oneroso di quello previsto. Dopo aver ripagato il debito (340 milioni) e aver accantonato i soldi per onorare gli impegni pregressi (circa 90 milioni), l'Ente di Palazzo Sansedoni ha in cassa più di 400 milioni, al netto dei 75 milioni necessari per sostenere pro quota la manovra già approvata da 3 miliardi.

Se però il consiglio d'amministrazione della banca deciderà di convocare gli azionisti ancora una volta (sarebbe la terza, dopo le due deleghe rilasciate ai manager nel 2012 e 2013), lo scenario potrebbe anche cambiare. Per la Fondazione, infatti, la redditività dell'attivo adesso è strategica.

 

MATTEO RENZI E ANTONELLA MANSIAntonella Mansi f bcdb c d a acff ad ee ALESSANDRO PROFUMO E FABRIZIO VIOLA bruno valentini mps