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Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia
1. AVVISI AI NAVIGATI
renzi affacciato da palazzo chigi con maglietta bianca
Matteo Renzi preferisce per ora non farsi vedere a Genova, anche perché c’è solo da prendersi contestazioni e insulti, e assicura via Facebook che il governo spenderà nei prossimi mesi due miliardi per il dissesto idrogeologico, miliardi finora non spesi per ritardi burocratici. In pratica pensa di uscirne con il solito annuncio, in linea con la peggiore politica che ha nauseato milioni di italiani.
Ai primi di settembre, Renzie aveva dichiarato solennemente di non avere “l’annuncite” e aveva lanciato il programma dei mille giorni. Ha funzionato qualche settimana, poi ha ricominciato come al solito a sparare annunci su annunci. Ha iniziato con i 149mila insegnanti precari da assumere ed è andato avanti con il Tfr in busta paga, la semplificazione fiscale e “una sola tassa dei Comuni sulla casa dal 2015”. Ora l’annuncio dei soldi per mettere a posto fiumi e torrenti.
Non si rendono conto, i politici che li fanno e i giornali che li riportano, che gli annunci sono come la peste. Restano impressi nella mente di chi li ascolta o li legge, e producono quel disincanto e quella noia disgustata che porta la gente a cambiare canale o a non comprare più un giornale.
Di fronte a emergenze come l’alluvione di Genova sarebbe molto meglio concentrarsi sullo smaltimento del fango e sulla pulizia della città, dicendo che per il futuro si farà il possibile perché non si ripeta. Invece niente, anche un premier attento alla comunicazione come Pittibimbo se ne resta a casa e cade nella trappola degli annunci. Un’enorme occasione persa.
2. LO STATO C’È, MA NON SPALA INSIEME AI CITTADINI
Mentre per strada, a Genova, c’è ancora tanto da fare e da spalare, arrivano le chiacchiere di Lorsignori. “Renzi: usiamo i fondi bloccati dai burocrati. Contestato Doria. Genova, stop a Tasi, Imu e Tari” (Corriere, p. 2). Su Repubblica, “Genova, insulti al sindaco. ‘Vattene a casa pagliaccio’. E lui: resto qui a battermi. Renzi: il governo vi aiuterà con i fatti, le passerelle le lascio a Grillo. Barriere anti-acqua fai-da-te: la città si prepara a un altro nubifragio” (p. 2). E ancora: “Sporcatevi la divisa, venite a scavare con noi’, gli angeli del fango si sfogano con gli agenti” (p. 6). Idem sul Messaggero: “Tensione tra volontari e polizia: ‘Perché non spalate con noi?” (p. 2). Invece la Stampa renzianissima dà spazio agli annunci di Pittibimbo: “Renzi: due miliardi per i dissesti in Italia” (p. 2)
3. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Il governo studia la manovra da mandare in Europa per l’approvazione e già si prepara alla sua bocciatura: “Una manovra da 23 miliardi. Stipendi tagliati del 3% ai dirigenti. Meno incentivi e crediti d’imposta alle imprese. Acquisti, risparmi per 5 miliardi. Previsto un ‘tesoretto’ di 3-4 miliardi in caso di bocciatura dell’Unione Europea. Nel mirino i regimi agevolati Iva e accise per autotrasporto, agricoltura, editoria” (Corriere, p. 6).
Intanto Repubblica apre un altro dossier: “Tasse e multe non incassate, mancano all’appello 70 miliardi. Comuni e Regioni a rischio tagli. I dati allarmanti della Corte dei Conti investono anche le Province. Alla fine i soldi non riscossi saranno compensati da minori uscite” (p. 10).
Il Giornale invece sente aria di condoni e titola: “Ecco come sarà il condono fiscale. La sanatoria farà sparire il reato di frode e potrebbe riportare in Italia 80 miliardi. L’aliquota media sarà del 15%: così il premier conta di incassare 12-15 miliardi. Con la ‘Voluntary disclosure’ chi farà rientrare i capitali dall’estero pagherà le tasse evase senza conseguenze penali. Se fosse applicata a Berlusconi, oggi sarebbe ancora al Senato” (pp. 1-3). Tutti i salmi finiscono in gloria.
4. JOBS ACT A TAPPE FORZATE
Dopo il voto di fiducia al Senato, il Jobs Act va alla Camera dove Renzie vuole una rapida approvazione per farte bella figura in Europa: “Lavoro, alla Camera il governo corre. Poletti: se serve pronti alla fiducia. Renzi: avanti tutta contro l’ostruzionismo dei frenatori. Ncd avverte i democrat: va confermato il testo del Senato. A metà settimana il disegno di legge comincia l’iter in commissione a Montecitorio. I renziani accelerano” (Messaggero, p. 6). Ma a Montecitorio i numeri non erano favorevoli al governo?
5. UN, DUE, TRE, GRILLINO
Si chiude al Circo Massimo il festival della sparata: “Grillo ora marcia su Genova. ‘Cacciamo la peste rossa. Poi chiudiamo il Parlamento’. Terminata la tre giorni del Circo Massimo: ‘Riprendiamoci l’anima’. Incoronati Di Maio e Di Battista. In Emilia espulso il capogruppo. Al grido di ‘Onestà’ tornano i duri e puri. Beppe taglia i ponti. ‘Il dialogo è finito’” (Repubblica, p. 8). Sulla Stampa, “Grillo chiama la Lega nella lotta anti-euro. Il leader M5S: ‘Noi raccoglieremo le firme per il referendum, vediamo se loro manterranno la parola” (p. 9).
BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO
Il Messaggero racconta la piazza: “Tra complottismo e panini vegani, l’orgoglio della diversità M5S. Dirigenti e base evocano i nemici e la massoneria. Le invettive anti democrat e anti Obama” (p. 9). Il Cetriolo Quotidiano si spella le mani: “Tre no a euro, Bce e Quirinale. Grillo si riprende la piazza. In migliaia alla manifestazione del Circo Massimo. Il leader Cinque Stelle detta nuovamente la linea ai suoi. Referendum sulla moneta unica, strada sbarrata ai diktat di Bruxelles, attacco frontale a Napolitano e ai giornalisti: ‘Non andiamo nei talk show, noi alziamo lo share e loro ci guadagnano” (p. 1). Questa dello share alzato dai grillini è davvero geniale.
6. ULTIME DA FARSA ITALIA
Un Berlusconi decisamente preoccupato per i sondaggi interviene al telefono a una riunione di Rotondi e spara a zero: “Berlusconi attacca il governo. ‘Non è più una democrazia’. E’ lite con i ‘traditori’ dell’Ncd. ‘Parlamento illegittimo e esecutivo non eletto’. E parla di brogli. Alfano: ‘Senza di noi comandava Grillo’. Rossi: ‘Niente alleanze’” (Repubblica, p. 12).
Per il Corriere, “Alleanze, Berlusconi vira a destra. E frena su Ncd: no ai traditori. Rimproveri al partito: ‘Non sanno vendere il marchio che hanno in casa’. Lo sfogo contro chi lo ha fatto ‘soffrire moltissimo per le restrizioni’ impostegli” (p. 13). Anche il Giornale di famiglia dà spazio al Cavaliere furioso: “Berlusconi: Renzi sta in piedi grazie ai traditori eletti con noi. Il Cav ricorda la stampella Ncd: noi ancora in campo. Sulla riforma del Senato: ‘Matteo li ha fatti suicidare’” (p. 7).
7. OCCHIALI RIGATI
Ricomincia la battaglia ai vertici di Luxottica: “Ribaltone alla Luxottica, Cavatorta lascia. Confronto con Delvecchio, poi le dimissioni. Convocato per oggi un consiglio di amministrazione. Vian verso la nomina, possibile uscita del figlio Claudio e di altri consiglieri. Lo scontro su Milleri. Il cambio solo a un mese dalla nomina, dopo l’uscita di Guerra dalla società” (Corriere, p. 15). Repubblica: “Terremoto Luxottica. Il nuovo ad si dimette, una dynasty familiare per la successione. Cavatorta non ha gradito l’invadenza di un consulente di fiducia di Leonardo Del Vecchio e di sua moglie Nicoletta, che non nasconde le proprie ambizioni. La gestione dell’azienda, di nuovo senza guida, rischia di scivolare in una guerra di potere” (p. 15). Tutta da districare la matassa ereditaria, con sei figli di tre diversi matrimoni da “sistemare”. E qualcuno rimpiangerà Andrea Guerra, fatto fuori due mesi fa.
LEONARDO DEL VECCHIO CON LA MOGLIE NICOLETTA
8. LA CINA CI È VICINA
Affari&Finanza di Repubblica si dedica all’avanzata dei cinesi in Italia: “Telecom, Enel, Saipem e i media. L’Italia è un mercato low cost e la Cina è pronta al nuovo shopping. Prima era solo il lusso, ora, reti ed energia. A Pechino parte l’ordine ‘go global’ e subito si materializza un flusso di investimenti verso l’Europa dove la crisi ha abbattuto i prezzi. Il Bel Paese è in prima linea. E giovedì arriva il premier Li” (p. 2). Tappeti rossi e la speranza che comprino ancora. Ormai siamo davvero un paese in saldo.
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