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Cristiana Salvagni per "la Repubblica"
«Siate tenaci, siate appassionati». Sono bastate poche parole a Steve Ballmer, ceo di Microsoft, ieri pomeriggio sul palco del teatro Eliseo per stregare una folla di "startupper" romani: quei giovani che invece di cercare un lavoro in tempi in cui manca se lo sono creato, partendo da una buona idea, e poi ci hanno creduto fino a mettere su una start up, cioè un'azienda neonata.
«Se hai un'idea forte sei già a metà strada - ha spiegato Ballmer, che lascerà al poltrona più importante dell'azienda di Seattle la prossima estate - ma non basta».
«Dopo l'idea c'è ancora tanto da fare: bisogna essere costanti e concentrati su qualcosa che è di valore per qualcuno. Le aziende che ce la fanno in poco tempo, come Twitter e Facebook sono solo dei casi. Prima che arrivi il vostro momento ci vorranno anni e dovrete lavorare molto, tenendo d'occhio come cambiano le cose attorno a voi» ha continuato Ballmer durante l'incontro Building the Vision, presentato da Riccardo Luna.
«Appena è salito sul palco con tre battute ha animato la sala, gli occhi erano tutti per lui» racconta Mara Marzocchi, cofondatrice insieme a Chiara Russo di Codemotion, una
start up che organizza eventi dedicati ai linguaggi di programmazione. «à un personaggio esplosivo, carismatico, e ha messo molta enfasi sul provarci, sul valore del non arrendersi di fronte ai fallimenti, che anzi possono essere un punto a favore per ripartire. Poi, con un racconto appassionante, ci ha parlato dei suoi esordi».
Di quando, cioè, a ventitré anni Ballmer chiamò i suoi genitori per annunciare che avrebbe lasciato l'università di Standford: voleva lavorare con il suo amico Bill Gates ai microprocessori. «E mio padre - ricorda - mi ha chiesto cosa fossero i microprocessori. Oggi più o meno due terzi di ricavi e utili vengono da lì: un'idea vincente deve essere perseguita con grande efficacia.
Alla fine degli anni Ottanta non vendevamo niente alle aziende ma poi l'idea di mettere i processori dentro ai pc è stata vincente». Poi è stato lui ad ascoltare il progetto di business di tre startup: Mangatar, dedicata a giochi di carte basati sull'universo Manga, il servizio di baby-sitting online Le cicogne e la piattaforma di giochi Gamepix.
«Hanno gestito l'emozione benissimo - dice Augusto Coppola, cofondatore di InnovAction Lab, una associazione no profit che insegna ai giovani a mettere su un progetto imprenditoriale e presentarlo agli investitori - ma soprattutto Ballmer è rimasto molto meravigliato da ciò che ha visto». Non l'unico ad essere colpito dalle idee italiane: durante il suo intervento Coppola ha annunciato che per il 2014 la JpMorgan Chase Foundation ha scelto di investire proprio su InnovAction Lab.
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