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Da “Libero Quotidiano”
Mercoledì 7 settembre è andato in scena davanti alla commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai il bel climino che si deve respirare nel cda della tv pubblica guidato da Monica Maggioni. Tutto causato da un banalissimo intervento del consigliere di opposizione, Arturo Diaconale, che ha espresso i suoi timori sulla governance dell' azienda quando verrà nominato un cda dalla prossima Camera, se passeranno Italicum e riforma costituzionale: «Sarà solo espressione della maggioranza.
Il rischio vero cui andiamo incontro è quello del pluralismo all' interno del pensiero unico, tipico degli stati autoritari. Quello del mondo sovietico nel passaggio di Lenin e Stalin»...Un deputato della sinistra ha borbottato, e Diaconale ha concesso una variante: «...o quello all' interno del partito unico fascista...». E a quel punto è venuto giù il mondo. La Maggioni si è alzata ed è sbottata: «Se la Rai di oggi è fascismo, allora io mi alzo, chiedo l' interruzione della audizione e me ne vado...».
Diaconale, sorpreso: «Veramente io stavo parlando di Unione Sovietica...». Ma il presidente della Rai era furiosa, e si è tolta gli occhiali dai capelli gettandoli sul tavolo...
Diaconale, «Io veramente stavo parlando del pensiero unico che potrebbe esserci in futuro, ma se la Maggioni reagisce ora sentendosi immotivatamente offesa, allora ho toccato un nervo sensibile...».
Lei non ci ha più visto: «Me ne vado, me ne vado!». A quel punto il presidente provvisorio della commissione, Giorgio Lainati (quello titolare, Roberto Fico era preso dalle vicende grilline...) ha tagliato la discussione: «Qui mai dibattiti a due, non interessano...». E la Maggioni ha promesso: «Cercherò di controllarmi...».
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