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Riccardo Bocca per L'Espresso, in edicola domani
Rosario Fiorello gongola tra numeri stellari: oltre 12 milioni di telespettatori sono rimasti ipnotizzati, lunedì sera su RaiUno, dalla seconda puntata de "Ilpiùgrandespettacolodopoilweekend". Lo share è schizzato a quota 42,60 e i papaveri di viale Mazzini stanno brindando all'impresa.
Un tripudio che per Pippo Baudo, ideatore e conduttore di varietà storici, ha un sapore ben chiaro: "Fiorello e il suo show mi ricordano i frati cappuccini, quelli che negli anni Cinquanta scendevano fin giù in Sicilia, a Militello, per il mese mariano. Predicavano tutte le sere davanti a gente che nell'80 per cento dei casi era analfabeta, e riscuotevano uno strepitoso successo. Al di là della cultura, insomma, tutti erano sedotti dallo stile alto e tradizionale assieme...".
Cosa intende dire? Che chi applaude Fiorello è un sempliciotto amante della retorica?
"Mannò. Voglio dire che Fiorello canta, parla e balla alla grande. Ma a renderlo unico è la sua formula magica, normalità più senso del classico. In altre parole: se il rigore di Mario Monti, sul fronte politico, archivia il folklore berlusconiano, Fiorello è il pensionatore dei vari "Grande fratello" e "Isole dei famosi"".
Dobbiamo esserne contenti? E' positivo che, dopo l'odissea del volgare, s'imponga il gusto dei tempi che furono, delle melodie alla Domenico Modugno, delle paillettes alla Antonello Falqui?
"Piaccia o non piaccia, è il ritorno della cara Democrazia cristiana. Nessuno ha il coraggio di dirlo, ma mancava a tutti. E non solo per ciò che è successo a palazzo negli ultimi anni: è la nostalgia dell'Italia spensierata e benestante che avevamo negli anni Sessanta. Non è un caso, che Fiorello sbaragli evocando quel mondo: lui innova senza innovare, reinventa al posto di inventare. E così, alla fine, porta in salvo anche mamma Rai, che del varietà è la culla naturale".
Una noia infinita, ha detto Sabina Guzzanti.
"E' la solita storia della volpe e l'uva... I colleghi, dico a Sabina, vanno rispettati sempre. E ancora di più se dissenti da quello che propongono. Ciò premesso, le critiche rimangono sacre: anche quando colpiscono il mio amico Fiorello. Altrimenti, visto lo share, si rischia il consenso bulgaro".
Aria di Bulgaria, se è per questo, circola anche nel parterre di Fiorello. I capataz aziendali, dal direttore di RaiUno Mauro Mazza al vicedirettore generale Antonio Marano, il lunedì sera si mostrano in poltroncina alle telecamere. E Fiorello li cita, ci gioca... Non è un rito da prima Repubblica?
"Non direi. Allora c'era un po' più di pudore, nell'esibire se stessi. Il fatto è che la vanità non è per forza donna, che Berlusconi l'ha insegnato a tutti, e soprattutto che Fiorello è un gran paraculo. Anzi: un enorme paraculo".
Si riferisce all'"Allegria!" di Mike Bongiorno lanciato nella prima puntata?
"Mah... Affetto a parte, so che Fiorello lo ha fatto per scaramanzia: è convinto che gli porti bene".
E il saluto che, lunedì scorso, ha rivolto in platea a Edwige Fenech, produttrice di film e fiction, ma anche ex compagna di Luca Montezemolo?
"Diciamo che a Fiorello, forse, non bastano nemmeno i trionfi televisivi: vuoi vedere che, in futuro, vuole occuparsi anche di Formula uno?".
Nel frattempo Caparezza, rapper da centri sociali, è stato ospite in trasmissione e ha detto di aver seguito la prima puntata accanto a mamma e papà . Anche questo è frutto della democristianeria incombente?
"In parte. Se gli ascolti insistono a crescere, vedrete il meglio dell'underground, il gotha dei trasgressivi, fare la fila davanti a Fiorello per cantare la "Pappa con il pomodoro". E' un vizio italiano, quello di correre in soccorso dei vincitori; un atteggiamento che, proprio come il varietà , non invecchia mai".
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