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Paola Pica per "CorrierEconomia - Corriere della Sera"
Se sarà eletto, come tutti i pronostici lasciano sin qui presumere, dal 10 febbraio toccherà a Luca Remmert, 60 il prossimo 31 maggio, affrontare il biennio più lungo per la fondazione e Intesa Sanpaolo, banca della quale la Compagnia è il primo socio con il 9,7%. Due anni che portano dritto all'«imbottigliamento» istituzionale del 2016 quando scadranno simultaneamente i vertici della stessa Compagnia di San Paolo e della banca Mi-To tenuta a battesimo da Giovanni Bazoli, 81 anni, presidente del consiglio di Sorveglianza.
In quella stessa primavera, anche la città di Torino andrà al rinnovo con la conferma, o meno, del sindaco pd Piero Fassino. Che sulla nomina a presidente di Remmert, oggi vicepresidente unico della Compagnia, ha già dato il suo benestare. Nel 2016 lo stesso Remmert dovrà lasciare, venuto a scadere il suo secondo mandato in fondazione. Al primo giro, negli anni non sempre tranquilli della presidenza di Angelo Benessia, l'imprenditore dell'agroenergetica, torinese doc, fu vicepresidente in coppia con due figure di spicco: la (futura) ministra del Lavoro Elsa Fornero prima e suor Giuliana, poi.
«Continuità » è stata la parola d' ordine della breve e misurata campagna condotta da Remmert, che ha sempre mostrato una gran sintonia con Sergio Chiamparino. Quest'ultimo, come annunciato, lascia oggi, 3 febbraio, la presidenza della Compagnia rassegnando dimissioni formali al Consiglio.
A salutare Chiamparino che torna in politica, confermando le previsioni formulate dai più sin dall'inizio del suo mandato, c'è oggi a Villa Abegg anche Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa dallo scorso ottobre, quando è stato sollevato dall'incarico Enrico Cucchiani. L'incontro di Messina con la prima fondazione socia pare fosse fissato da tempo: una tappa di avvicinamento alla presentazione del nuovo piano industriale il 27 marzo.
ASSET IN CRESCITA
La Fondazione ha accresciuto di 630 milioni a 5,6 miliardi le sue attività a fine 2013, grazie alle gestioni finanziarie e alla ripresa del titolo Intesa che pesa per quasi la metà del patrimonio (47,5%). A Torino viene spiegata anche così, con la forte esposizione sulla superbanca, l'attenzione, e in passato il pressing, sulla governance di Ca' de Sass. Non sembra tuttavia che Remmert abbia in animo di accelerare sul superamento del duale, soprattutto dopo che Bazoli ha chiarito che una decisione potrà essere assunta solo a fine mandato dopo tutte le verifiche del caso.
La Compagnia, insieme ad altre tre fondazioni, è in attesa dell'esito dell'indagine presso il mercato sul modello di governance affidata alla società di consulenza Georgeson. Ma il tema duale si, duale no, sembra perdere di forza con l'avvicinarsi degli stress test europei, un impegno e una priorità per tutti, a Milano come a Torino.
La «continuità » di Remmert è anche quella del dialogo con Milano e con Giuseppe Guzzetti, il presidente della Cariplo, l'altro socio influente di Intesa, e numero uno dell'Acri nei cui vertici siede dal 2009 il probabile prossimo presidente della fondazione torinese. La sua candidatura sarà portata al consiglio che dovrebbe essere convocato il 10 febbraio, prima data utile dopo la seduta di oggi. Se sarà Remmert il presidente, si aprirà la partita per il vice o i vice, se i consiglieri decideranno di riportare a due le poltrone come consentito dallo Statuto. I papabili sono Paolo Montalenti e Patrizia Pogliotto.
Qualcuno vede in Remmert, cognato di Andrea Nasi e zio di Alessandro Nasi, rispettivamente marito e figlio della sorella Daniela, un avamposto degli Agnelli in fondazione. Nei salotti piace ricordare l'illustre nipote Carla Sarkozy, figlia di Maurizio Remmert, suo fratello.
Ma a La Bellotta, la «fattoria sostenibile» di Luca Remmert, 400 ettari alla Venaria Reale, così come tra i collaboratori in fondazione, l'unica lettura vera è quella del ritorno alla presidenza della Compagnia della società civile e del mondo imprenditoriale.
LUCA REMMERTluca remmert LUCA REMMERT E SERGIO CHIAMPARINOSilvia Pellicciari Piero Fassino Profumo Presidente di Banca Mps insieme a Riffeser e Giuseppe Guzzetti il Presidente Acri la casi tutte le Fondazioni Bancarie Italiane GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN
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