FLASH! - LA SCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSIMA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI, CHE…
Franco Giubilei per “Specchio – la Stampa”
Un successo colossale è un'arma a doppio taglio, perché la canzone finisce per confondersi col cantante, stringendolo in un abbraccio soffocante: «La cosa che mi distrugge è che appena salgo su un palco il pubblico mi chiede Ricominciamo e io la canto, certo, ma non ce la faccio più... Questa canzone sarà il mio epitaffio».
Adriano Pappalardo ovviamente è conscio di quanto gli abbia dato un pezzo da sette milioni di copie di cui realizzò una versione in spagnolo che da sola ne fece due milioni e mezzo, ma tutto ha un prezzo, perché d'altra parte «ci si è dimenticati la canzoni che ho fatto con Lucio (Battisti, ndr)».
[…] «Ho 78 anni e resto un incazzato di natura, faccio sub e parapendio, lo sport è sempre stato una mia grande passione». Tanto grande da aver coinvolto a suo tempo anche Lucio Battisti, l'artista cui lo lega una storia fatta di musica e amicizia: «Lucio non faceva neanche venti metri a piedi ma io lo allenai ai dieci chilometri di corsa. Insieme abbiamo fatto anche pattinaggio a rotelle, vela e surf, pure d'inverno», ricorda il cantante.
[…]
A tredici anni, oltre tutto, il piccolo Adriano aveva già un vocione impressionante: «Da bambino facevo paura anche a mio padre, poi un giorno sentii una voce e mi dissi: tu devi cantare, e sarai pure il numero uno». La gavetta allora passava dai concerti nei ristoranti - «pagato 5mila lire a sera o con un piatto di spaghetti» -, poi qualcuno lo sentì cantare, le cose cominciarono a ingranare, arrivò il primo contratto e le canzoni scritte per lui da Battisti.
Se il successo arrivò fu anche merito di sua moglie Lisa Giovanoli, al suo fianco da cinquant'anni, di cui ricorda il ruolo chiave quando Ricominciamo venne proposta al Festivalbar: «Salvetti (il patron, ndr) non la volle e mia moglie ebbe l'idea di proporla alle radio: arrivò al terzo posto in classifica e allora mi presero come superospite all'Arena di Verona».
[…] alla fine degli Anni 60 lo sentirono cantare e lo invitarono a Milano: «Era la nuova etichetta di Lucio, mi chiesero di cantare Yesterday e a un certo punto si spalanca la porta, vedo un capoccione riccio col foulard, era Battisti che diceva "Hai sentito che voce, ma chi è, Pappa chi..?"».
Una svolta decisiva che lo porta al grande pubblico: «Con È ancora giorno ho venduto cinque milioni di copie, Lucio mi fece anche la terza voce in falsetto». La collaborazione fra i due continua, poi Battisti parte per gli Usa, ma al suo ritorno si rifà vivo: «Era innamorato dei Talking Heads, mi disse di scrivere e ne nacquero due lp. Lucio si fece presentare Pasquale Panella con cui cominciò a lavorare».
Un'amicizia che si consolida fra corse insieme e serate in trattoria. «Gli piaceva molto mangiare bene, poi si ammalò e una sera alla tv seppi che era morto». Un dolore enorme e un concerto a Roma con Formula 3 ed Equipe 84 per ricordarlo.
Poi la vita è andata avanti, fra il cinema con Corbucci e L'isola dei famosi in tv, fino all'allontanamento dalle scene che oggi non sembra pesargli granché: «In tv non ci vado più, la trovo orribile». Dietro le quinte, la figura fondamentale della moglie, cui ogni tanto si rivolge anche durante la nostra chiacchierata: «È la mia compagna, la mia sposa, la mia amante».
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