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Andrea Montanari per “Milano Finanza”
Con tutti i distinguo del caso, si può dire che se la politica per le prossime due settimane è concentrata sul nome del nuovo presidente della Repubblica, il mondo editoriale trama, briga e s'adopera per tirare le fila del nuovo direttore del Corriere della Sera.
Del resto Rcs Mediagroup , nonostante abbia perso oltre 1 miliardo nel triennio 2011-2013 e si accinga a chiudere il 2014 in rosso per 60-70 milioni (il consensus Bloomberg stima -66,6 milioni) grazie al quotidiano di via Solferino, resta il salotto buono dell'editoria e della finanza italiana. Anche se proprio quello che era il principale socio, Mediobanca (da oltre il 15% è sceso al 9,93%), ha dato addio al concetto di salotto, smantellando i vari patti di sindacati tra i quali quello di Rcs.
Ferruccio de Bortoli Paolo Mieli Scott Jovane e Laura Donnini, amministratore delegato di RCS Libri.
È per questo che da più parti si dice che, nonostante in aprile, in occasione del rinnovo del consiglio d'amministrazione, uscirà di scena dopo 11 anni di direzione complessiva il responsabile del Corsera, Ferruccio de Bortoli, tutti i giochi si faranno solo una volta che Pd, Forza Italia e M5S avranno trovato la quadra sull'inquilino del Colle.
Ecco perché, nonostante da mesi sia noto che de Bortoli lascerà l'incarico, a tutt'oggi non c'è la convergenza dei principali azionisti, cioè Fca (16,73%), Diego Della Valle (7,32%), Intesa Sanpaolo (4,18%), Urbano Cairo (3,67%) e la famiglia Rotelli (3,37%), sul nome del successore. Soci che per di più al momento hanno ben altro a cui pensare, ovvero i numeri dell'azienda di via Rizzoli.
Tanto più che il mercato pubblicitario non riparte: i quotidiani italiani a fine novembre, nel loro complesso, hanno visto calare la raccolta del 10% e i periodici del 7%. Insomma, il focus oggi è sui numeri del quarto trimestre 2014, sul bilancio consolidato e sugli obiettivi, alquanto sfidanti, del business plan al 2015.
Tutti i ragionamenti del caso partono dai conti al 30 settembre che vedevano i ricavi in calo del 4,5% a 921,5 milioni, un ebitda prima degli oneri non ricorrenti positivo per 13,7 milioni, un ebit negativo per 69,2 milioni ma più che dimezzato, di fatto, rispetto all'anno precedente (-178 milioni) e una perdita di 93,1 milioni contro un rosso di 175,3 milioni dello stesso periodo dello scorso anno.
Il nodo però è quello del debito: dimezzato dopo l'aumento di capitale da 400 milioni del luglio 2013, si è attestato a 515,3 milioni in decisa crescita rispetto ai 474,3 milioni del 2013. La società ha già fatto sapere che a fine 2014 l'indebitamento non sarà sotto la soglia del mezzo miliardo. E ciò potrà creare grattacapi a quel sistema bancario (Intesa Sanpaolo , Ubi Banca , Unicredit , Bnp Paribas e Mediobanca ) che ha concesso nuove risorse e rivisto i parametri, nell'operazione complessiva di ristrutturazione, a patto che l'esposizione cali decisamente.
Ma c'è un ulteriore elemento che non va trascurato: il rispetto dei target del piano industriale. Quello appena iniziato è l'anno clou. L'ad Pietro Scott Jovane, in odor di riconferma, dovrà centrare il target dei 150 milioni di mol indicato nel documento. Il riferimento al giro d'affari vicino a 1,5 miliardi difficilmente verrà rispettato e l'azienda lo ha già fatto capire.
E se si prende in esame il consensus Bloomberg - ebitda 2015 a 135,3 milioni- ecco che qualcosa rischia di scricchiolare. Lo spettro del secondo aumento da 200 milioni già approvato, ma che nessuno socio vuole, potrebbe incombere sul gruppo. Altrimenti toccherà sacrificare l'argenteria, in particolare la controllata Libri che fa gola a Mondadori.
Al momento, non risulta che le banche abbiamo riaperto il file-Rcs . Si attenderà il primo riscontro formale, quello del cda sul preconsuntivo di bilancio che dovrebbe tenersi entro fine febbraio. Board che sarà preceduto, secondo indiscrezioni, da un vertice informale tra John Elkann, presidente di Fca, e Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa, previsto per la seconda o la terza settimana di febbraio.
In quell'occasione, due tra i principali soci dell'azienda dovrebbero definire anche gli schieramenti in vista dell'assemblea di metà o fine aprile per il rinnovo del board. Operazione dalla quale dipenderà tutto: dalle nuove alleanze (il potenziale asse Della Valle-Cairo-famiglia Rotelli) al futuro del Corsera e della Gazzetta dello Sport. Nel frattempo impazza il toto-direttore che va di pari passo col toto-presidente.
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