michele santoro

SANTORO, DA “MICHELE CHI?” A “MICHELE, MA PERCHÉ?” – FABRIZIO RONCONE: “GLI PUOI DIRE POCO, QUANDO LO INCONTRI AI CORTEI SEMPRE PIÙ INGRUGNATO, POLEMICO, SCONTROSO NELLE RISPOSTE, PERCHÉ TI RIPETE CHE PURTROPPO LUI L’AVEVA GIÀ PREVISTO E DETTO, LO SAPEVA, HA SEMPRE SAPUTO TUTTO, E DEV’ESSERE PROPRIO UNA FATICA RIPETERCELO, RISPIEGARCELO DI NUOVO, DOV’È IL BENE E DOVE S’ANNIDA IL MALE” – “SPARISCE, RIAPPARE, SCRIVE LIBRI, FINCHÉ A 72 ANNI NON CHIEDE DI RISALIRE A STRASBURGO CON UNA LISTA CHIAMATA PACE TERRA DIGNITÀ: PERÒ LO TROMBANO. I CAPELLI, CHE DA NERI ERANO DIVENTATI COLOR MOGANO, VIRANO FINALMENTE SUL BIANCO. UN SEGNALE TRICOLOGICO PRECISO: MICHELE, GUARDA CHE SAREBBE PURE LA STAGIONE DELL’EQUILIBRIO, DELLA SAGGEZZA. E INVECE, NO…”

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Estratto dell’articolo di Fabrizio Roncone per “Sette – Corriere della Sera”

 

michele santoro lo stato delle cose 3

Gli puoi dire poco a Michele Santoro, quando lo incontri ai cortei sempre più ingrugnato, polemico, scontroso nelle risposte, negli sguardi, tra stupore, amarezza e un filo di fastidio, perché ti ripete che purtroppo lui l’aveva già previsto e detto, lo sapeva, ha sempre saputo tutto su Gaza, Ucraina, Putin, Trump, e dev’essere proprio una fatica ripetercelo, rispiegarcelo di nuovo, dov’è il bene e dove s’annida il male.

 

La stessa fatica che fa pure – urlando, talvolta paonazzo, gesticolando nervoso – a Di Martedì, su La7, da Giovanni Floris, il bravissimo Giovanni, il quale dopo un quarto d’ora di accesi ragionamenti prova a congedarlo e lui invece sembra incollato a quella poltrona di legno, lì che deve ostinatamente aggiungere un’ultima randellata a qualcuno.

 

MICHELE SANTORO

Non gli puoi dire niente, a Michele: ma puoi pensare tanto. Perché è stato un grandioso giornalista. […] il Santoro di Samarcanda , Il rosso e il nero, Tempo Reale – appassionato, geniale, coraggioso – era uno che dovevi guardarti per forza. Poi, nel 1996, l’Ulivo vince le elezioni e la Rai, di colpo, gli diventa un luogo ostile.

 

Parlavano di lui, al settimo piano di Viale Mazzini, e a un certo punto Enzo Siciliano, appena nominato presidente, si voltò e pronunciò la celebre frase: «Michele chi?». Un modo di dire, un clic nella carriera di Santoro.

 

berlusconi santoro

Che passa a Mediaset, torna in Rai, Sciuscià, l’«Editto bulgaro» di Berlusconi contro di lui, Enzo Biagi e Daniele Luttazzi, con lui che poi va in onda cantando cupo Bella ciao, si butta in politica con Prodi e si fa eleggere all’Europarlamento. Ma ci resta poco più di un anno e torna veloce, torna in Rai per Annozero .

 

Quindi sparisce, riappare, scrive libri, finché a 72 anni non chiede di risalire a Strasburgo (ma perché s’era dimesso?) con una lista chiamata Pace Terra Dignità […]: però lo trombano. I capelli, che da neri erano diventati color mogano, virano finalmente sul bianco. Un segnale tricologico preciso: Michele, guarda che sarebbe pure la stagione dell’equilibrio, della saggezza. E invece, no. Sempre malmostoso, paradossale, provocatorio. Michele, ma perché?

marco travaglio michele santoro

 

 

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