“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
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VIDEO - GASPAR NOE "LOVE" TRAILER
Marco Giusti per Dagospia
Alla faccia della leggerezza e della sopravvalutazione dei sentimenti. Ieri notte, mentre in Italia "Youth" di Sorrentino incassava 190 mila euro sparse per 500 sale, il pubblico dei cinefili salutava nella grande sala Lumiere quello che penso sia il primo schizzo di sperma in 3D che abbia mai profanata la tela del più grande cinema di Cannes.
Un'ovazione aveva accolto la prima scena già molto spinta, lui eccita lei e lei eccita lui, del film di Gaspar Noè, l'attesissimo "Love", cioe' una storia d'amore con sentimenti, ma con scene hard totalmente vere.
L'idea di Noè, che gia' ha parecchio girato attorno all'idea nei film precedenti, era proprio di sfondare i limiti del soft per raccontare una malinconica storia a tre. Lui, Karl Glusman, ama la bella Electra, Aomi Muyock, dopo una serie di esperienze pesanti di ogni tipo, la segue in una serie di rapporti a tre con la biondina Klara Kristin. Ma dopo aver messo incinta la biondina, perdera' la sua ragazza. E sara' una tragedia. Perche' ne e' ancora innamorato.
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Il tutto ci viene raccontato con flashback non temporali, ma piuttosto disordinati, da lui, che viene avvisato dalla mamma della sua ex che e' scomparsa da mesi. E si teme il peggio. Intanto, per due ore, scorrono immagini in 3D di ogni tipo di scopate, per un pubblico che non è certo quello del porno e che in gran parte, vista l'ora tarda, si addormenta pure.
Ma la scene di sesso in 3D sono notevoli, anche perche' i protagonisti non sono i soliti manovali dell'hard, e Gaspar Noè tende a fare un film sperimentale e innovatore sia come riprese che come linguaggio. Ma non ce la fa alla tentazione dello schizzone che arriva in platea, del pisellone eretto a sfondare la tela.
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Non e' piu' una grande profanazione, va detto, il porno ci ha fatto vedere di tutto, e il fatto che nel film, ambientato a Parigi si parli inglese ci riporta alla terribile globalizzazione del cinema europeo. Ma il film, tra scopatone e gran dimenarsi dei protagonisti, ha la sua malinconia e la sua intensita'.
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Molto piu' avanzato e molto piu' applaudito invece il meraviglioso "The Assassin", primo film di spade, o wuxia, di Hou Hsia-Hsien con la sua eroina Shu Qi, elegantissima e micidiale armata di un coltello affilato, che e' stato salutato ieri sera come un capolavoro e si candida immediatamente tra i film che sara' difficile non scordare.
Costruito con un sofisticatissimo impianto visivo, il direttore della fotografia e' Mark Lee Ping Bing, anche se e' un film di genere, con grandi duelli di spade e una memorabile ambientazione in esterni in Mongolia e nella provincia dell'Hubei che puo' far impallidire anche i produttori di "Games of Thrones", rimane fortemente un film di Hou Hsiao-Hsien, e ne ripete le grandi messe in scene quasi musicali, la precisione di montaggio e la direzione teatrale degli attori.
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Il regista non riprende la tradizione del cinema di spade di Hong Kong, semmai per il prologo in bianco e nero i grandi classici cinesi degli anni 50 e per tutta la parte a colori gli eccessi di toni di Kenji Mizoguchi per il suo unico film cinese, "La principessa Yank Kee Fee".
Ma il rapporto tra i personaggi e gli ambienti, le nuvole le vallate, i burroni sembrano piuttosto il frutto di una attenta messa in scena che non ha tanti riferimenti nel cinema, magari nella pittura.
Lo stregone e' invece ripreso dai finti occidentali col nasone dei film cinesi. La bellissima Shu Qi e' Nie Yinniang, una killer esperta d'arti marziali costruita per uccidere da una monaca che un giorno le ordina di uccidere l'uomo che dovrebbe sposare, un cugino che comanda una regione in profondo conflitto con la corte imperiale.
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In pratica Nie Yimmiamg deve tornare a casa e affrontare non solo parenti che non vede da anni, ma anche ubbidire a un ordine che presto non riterra' piu' valido. Ambientato nella Cina del nono secolo, il film ha costumi e scenografia di grande eleganza e si impone come una delle opere piu' belle viste finora a Cannes.
Inutile dire che sarebbe bene che qualche distributore italiano lo portasse anche sui nostri schermi.
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