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1- VIDEO: DE LAURENTIIS CONTRO I GIORNALISTI CAFONI...
http://video.corrieredelmezzogiorno.corriere.it/de-laurentiis-contro-giornalisti-cafoni/cm-171198
2- I COLPI DI TESTA FUORI MISURA DI DE LAURENTIIS...
Fulvio Bufi per il "Corriere della Sera"
Chi chiama cafone qualcun altro si presume che poi agisca con educazione. Chi accusa gli altri di pensare troppo ai soldi si presume che al denaro non sia attaccato. Chi minaccia un altro di mettergli le mani addosso non si presume niente: è un bullo o uno che si comporta da bullo, che poi è la stessa cosa.
Per farci dimenticare in fretta Cesare Prandelli e i suoi modi da persona per bene, ieri il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha risposto ai giornalisti che alla riunione di Lega gli chiedevano notizie su Cavani, accusandoli di essere cafoni, di pensare solo ai soldi e minacciando di menarli se avessero insistito.
De Laurentiis è legittimamente padrone del Napoli perché lo ha comprato, e questo gli dà diritto a stare nel calcio, dove sta facendo anche bene. Ma delle sue escandescenze il calcio non ha bisogno. Il calcio ha bisogno del De Laurentiis che rispetta il fair play finanziario, non del De Laurentiis che in conferenza stampa alla domanda della giornalista su come sostituirà Lavezzi risponde: «Te ce metto a te nuda in mezzo al campo».
E nemmeno ha bisogno del De Laurentiis che festeggia la Coppa Italia dicendo: «Così quel giornalista di m... juventino della Gazzetta sai come rosica». E, a proposito di attaccamento ai soldi, i tifosi hanno bisogno di un De Laurentiis che non venda (né quest'anno né il prossimo) Cavani come ha lasciato partire Lavezzi, non del De Laurentiis che mette in pay per view pure le amichevoli d'agosto.
3- DE LAURENTIIS TUTTO SGOMMATE E "SCHIAFFONI"...
Elio Pirari per "la Stampa"
Nelle sue incursioni su "Mai dire tv" i bersagli preferiti di Concetta Nobili, tele-imprenditrice di culto degli anni Sessanta di Santa Maria Capua Vetere erano i giornalisti: «Io so' gnurante ma voi jurnalai site mariuoli, site cafoni e site fetentoni. E dire ch'io vi vulesse pure bbene, vi vulisse aiutà ». Tra una minaccia, un messaggio in codice e qualche goffo tentativo di redenzione il talk chiudeva con una chicca, l'Ave Maria di Merola. La differenza tra Concetta Nobili e Aurelio De Laurentiis è sostanziale.
Da quando è presidente del Napoli quest'ultimo non ci ha omaggiati di uno straccio di trailer di Neri Parenti, solo insulti a tutto volume, metafore incalzanti e sgommate in motorino, per la cronaca senza casco che manco ai Quartieri Spagnoli. In una prima fase De Laurentiis si distinse per il sorriso televisivo, i foulard, un chilo di pomata in testa, l'incredibile logorrea e le estenuanti arringhe in favore del Sud. E pur non riuscendo mai a sfiorare la grandezza di Lotito, per l'apprezzabile sforzo di esportare nel mondo una sociologia buonista applicata al territorio partenopeo: «Napoli è amore».
Ieri mattina a Milano davanti alla sede della Lega, ribadendo la sua sconfinata ammirazione per i giornalisti sportivi il presidente ha ufficialmente aperto la fase due, che data la fulminea accelerazione qualcuno ha definito tre, qualcuno quattro e qualcun altro fase di non ritorno. «Voi scrivete solo caz.. Siete dei grandi cafoni.
Sapete perché?, perché non si può parlare solo di soldi. Di Brad Pitt e Angelina Jolie non si scriverà mai quanto guadagnano, noi del cinema siamo signori, voi no, a voi interessa solo sapere quanto vale e guadagna un calciatore». Di Pitt non si scrive ma di Cruise sì.
Secondo la rivista finanziaria Forbes, avendo incassato 75 milioni di dollari tra maggio 2011 e maggio 2012 il divo più ricco del mondo è lui, alle sue spalle c'è Di Caprio, cachet di 20 milioni di dollari a film. Sembra la fine di un talk della De Filippi ma non è così, perché sovvertendo tutti i pronostici un intrepido cronista si butta: «Cafoni noi?, ma lei come si permette?», costringendo così De Laurentiis a una prova di virilità e efficienza fisica: «Mi permetto. E se continua così le metto anche le mani addosso».
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