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Pietro Senaldi, direttore responsabile di Libero, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
PIETRO SENALDI VICE DIRETTORE DI LIBERO
Riguardo la condanna a Libero per il titolo “Patata bollente” riferito a Virginia Raggi. “Quella frase non è sessista, non ha il significato malizioso che gli si vuole dare –ha affermato Senaldi-. L’Ordine dei giornalisti dovrebbe tutelare la nostra categoria, anziché strizzare l’occhio alla politica.
Che un politico possa dare prostitute a tutti i giornalisti e un giornale non possa dare della patata bollente a un politico non lo capisco. Certe accuse alla Raggi non venivano mosse da Libero, ma dal M5S stesso.
prima pagina di libero virginia raggi patata bollente
C’erano situazioni curiose, come le polizze vite intestate alla sindaca. Libero ha raccolto queste accuse, che arrivavano dal M5S. Non voglio fare la vittima, ma altri non vengono processati mai per nulla. Quando Il Fatto Quotidiano titolò ‘Merkel culona inchiavabile’ nonostante non ci fosse alcuna intercettazione di Berlusconi a riguardo, la cosa fu grave, fece crollare il governo, ma l’ordine dei giornalisti non fece nulla. Se l’ordine deve intervenire dovrebbe intervenire su chi racconta balle. Perché noi siamo stati processati per ‘Patata bollente’ sulla Raggi e non per lo stesso titolo su Ruby? Berlusconi e Ruby non ci querelarono, mentre la Raggi ci ha querelato. Quel titolo emerse dalla riunione di redazione del mattino”.
libero aveva titolato patata bollente anche nel 2011 su berlusconi ruby rubacuori e la minetti
Sull’ordine dei giornalisti. “Senz’altro l’Ordine dovrebbe tutelare gli iscritti e il lettore –ha dichiarato Senaldi-, nel mio caso non ha tutelato l’iscritto che sono io, e secondo me neanche il lettore. Perché se tu spegni una voce il lettore non viene tutelato, a meno che la voce non abbia raccontato balle. Se l’Ordine continua a non tutelare gli iscritti e il lettore, mi chiedo cosa esista a fare”.
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