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1. RCS, LA QUOTA FCA AGLI AZIONISTI DELLA VALLE PRIMO SOCIO DEL GRUPPO DEL «CORRIERE»
Dal “Corriere della Sera”
(pa.pic .) Con il passaggio avvenuto ieri della quota pari al 16,7% di Rcs da Fiat Chrysler agli azionisti del gruppo automobilistico, Diego Della Valle diventa il primo socio del gruppo del Corriere della Sera con il 7,325%. Il patron di Tod’s ha chiarito l’intenzione di restare azionista del gruppo editoriale, dicendosi «compratore». Nel capitale di Rcs, Della Valle è seguito da Mediobanca (6,247%) e dal fondo Schroeder (5,015%). Alle loro spalle c’è Urbano Cairo (4,724%) l’editore de La7 che attraverso Cairo Communication ha promosso un’offerta pubblica di scambio.
Subito dopo figura Unipol - Finsoe (4,601%), Pirelli (4,433%), Intesa Sanpaolo (4,176%) e Paolo Rotelli, salito con Pandette al 3,486% dopo l’accordo con il Banco Popolare. Sopra il 2% anche il fondo Vanguard, che all’assemblea di Rcs del 28 aprile risultava titolare del 2,874%. Per effetto della distribuzione di Fca, la Exor della famiglia Agnelli dispone ora di una quota del 5% che sarà ceduta entro il primo trimestre 2017, quando sarà completata la fusione tra la controllata Itedi e L’Espresso .
2. SENZA FCA IL FLOTTANTE RCS SALE AL 65% -I CONTI CAIRO RALLENTANO, LIQUIDITÀ A 108 MILIONI. EL MUNDO SCIOPERA E CHIEDE DI ATTENDERE L’OPS
Giovanni Pons per “la Repubblica”
Il titolo Rcs Mediagroup perde solo lo 0,9% nel giorno in cui le azioni in mano a Fca vengono distribuite ai suoi azionisti. Per effetto di questa operazione cambia la mappa del controllo della casa editrice, con Diego Della Valle che diventa primo azionista essendo proprietario di un pacchetto pari al 7,325% del capitale, seguito da Mediobanca (6,247%) e dal fondo Schroeder (5,015%). Alle loro spalle c’è Urbano Cairo, che ha il 4,724%, quindi il gruppo Unipol tramite Finsoe (4,601%), Pirelli (4,433%), Intesa Sanpaolo (4,176%) e Paolo Rotelli, salito con Pandette al 3,486% dopo l’accordo con il Banco Popolare.
Tutto ciò è da tener presente in vista del lancio dell’Ops di Cairo, il cui prospetto è al vaglio della Consob. In base a questi dati, infatti, il nucleo degli azionisti che non hanno intenzione di consegnare le azioni arriva al 22,6% mentre lo stesso Cairo insieme a Intesa Sanpaolo (Banca Imi è l’advisor dell’Ops) può già contare sull’8,9%. Un pacchetto importante è in mano alla famiglia Rotelli che deciderà solo alla fine come comportarsi ma il mercato con il 65% delle azioni flottante (incluso il 5% in mano a Schroder) sarà l’ago della bilancia della partita e dovrà valutare se l’offerta di Cairo sia attraente.
L’editore alessandrino ha comunicato ieri i risultati del primo trimestre 2016 della sua Cairo Communication chiuso con un utile netto di 1,66 milioni di euro, in calo del 10% rispetto agli 1,92 milioni dello stesso periodo del 2015. I ricavi lordi si sono attestati a 63,7 milioni mentre sono cresciuti sia il margine operativo lordo (+33,2% a 3,5 milioni di euro) sia il risultato operativo (+56,5% a 1,2 milioni).
MAURIZIO COSTA LAURA CIOLI RICCARDO TARANTO
La casa editrice ha comunque in pancia una cassa di 108,6 milioni che potrebbe tornare utile nel caso di una futura fusione con Rcs. La quale ieri ha dovuto affrontare il primo sciopero in venti anni del quotidiano El Mundo, deciso per protestare contro il piano di 224 tagli al personale voluto dall’ad della controllante italiana Laura Cioli. I sindacati hanno chiesto di rimandare la ristrutturazione a quando si saprà l’esito dell’Ops di Cairo, sostenendo che «non ci sono cause organizzative o economiche che giustificano questi tagli in Spagna, se non la situazione finanziaria in cui versa la controllante italiana, Rcs».
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