benedini tavecchio bogarelli

O ‘SOLE’ MIO, STA INFRONT A TE: IL QUOTIDIANO RISCHIA DI PERDERE 15 MILIONI DALL’ACCORDO FIRMATO DA BENEDINI, BOGARELLI E TAVECCHIO PER LA PUBBLICITÀ DELLE 15 NAZIONALI DI CALCIO - LA NUOVA DIRIGENZA STAREBBE CERCANDO DI RINEGOZIARE I TERMINI DEL CONTRATTO CHE LI LEGA ALL'INFERNALE MACCHINA DA GUERRA SVIZZERA DI BOGARELLI E SOCI

 

Francesco Bonazzi per la Verità

 

TAVECCHIO BENEDINI LOTITO BOGARELLITAVECCHIO BENEDINI LOTITO BOGARELLI

Un' autorete da almeno 15 milioni di euro in un anno e mezzo. Al Sole 24 Ore rischia di costare decisamente cara l' incursione nel mondo del calcio condotta insieme alla Infront, società sotto inchiesta della procura di Milano per la spartizione dei diritti del campionato italiano, per la gestione degli sponsor delle nazionali azzurre. Un colpaccio abbastanza lontano dal core business del gruppo editoriale controllato dalla Confindustria, messo a segno nel 2014 in piena epoca di grandeur da Benito Benedini, presidente della società editrice dal 2013 al 2016 e indagato per false comunicazioni sociali.

 

Il 16 novembre 2014, a poche ore da un deludente pareggio degli azzurri con la Croazia, Benedini firma a Milano un accordo di collaborazione commerciale con Marco Bogarelli, allora presidente di Infront Italy, e Carlo Tavecchio, presidente della Federcalcio. Il contratto prevede che gruppo e Infront, per il periodo 2015-2018, diventino gli advisor commerciali della Fgci per la ricerca di sponsor interessati a investire sulle 15 nazionali di calcio.

BENEDINI TAVECCHIO BOGARELLIBENEDINI TAVECCHIO BOGARELLI

 

Benedini disse: «Siamo lieti che la Federazione abbia ben valutato lo spirito della nostra proposta, che prevede un collegamento molto stretto tra i territori dove nasce il made in Italy e i Paesi del mondo dove esso viene apprezzato». Dietro le dichiarazioni, c' era un contratto piuttosto oneroso per il duo Infront-Sole: ben 57 dei 70 milioni da raccogliere in pubblicità erano infatti da considerarsi come minimo garantito al cliente Fgci.

 

Come stanno andando le cose lo si capisce da quattro righe un po' allarmanti, contenute nel bilancio 2016. Tra le «principali voci che hanno portato incremento di costi» ci sono «i costi di vendita della concessionaria (di pubblicità, ndr) in aumento di 3 milioni per la rilevazione di oneri relativi al contratto Fgci-Infront, per la raccolta per la nazionale di calcio per il quadriennio 2015-2018». «Alla data della presente relazione», continua il documento, «i contratti pubblicitari raccolti sono pari a 47 milioni».

BOGARELLI INFRONTBOGARELLI INFRONT

 

E, secondo quanto risulta alla Verità, il contratto avrebbe già una perdita potenziale di almeno 15 milioni di euro. Si tratta in ogni caso di un aspetto, quello dei rapporti con Infront, che andrebbe tenuto sott' occhio anche dalla nuova dirigenza. I quali non a caso starebbero cercando di rinegoziare i termini del contratto che li lega all' infernale macchina da guerra messa su in Svizzera da Bogarelli e soci.

 

Del resto, il bilancio 2016 ha chiuso con una perdita monstre di 91,9 milioni. Il risultato è che il patrimonio netto ora è negativo per 11 milioni e alla prossima assemblea il cda proporrà un' iniezione di capitali freschi da 70 milioni. Il problema è che, secondo molti osservatori, servirebbe un aumento da 100-120 milioni di euro.

In futuro, bisognerà contare soltanto le copie scaricate e si vedrà quante ne saranno recuperate rispetto alle 109.000 bloccate da Ads a maggio del 2016.

 

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