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DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
1 - IL LEADER «STANCHINO» SI PREPARA AL TOUR MONDIALE E OGGI IN SCENA PIZZAROTTI
Marta Serafini per il “Corriere della Sera”
La «Leopolda» di Pizzarotti da un lato. E la contromossa di Grillo dall’altro. Entra nel vivo la sfida tra dissidenti e ortodossi del M5S. L’appuntamento di oggi è a Parma con la kermesse organizzata dal sindaco, da molti considerata un primo passo verso una scissione all’interno del Movimento.
«Il sindaco e Marco ( Bosi, il capogruppo del M5S di Parma , ndr) sono impegnatissimi non possono parlare. Io sono qui immersa nei cavi elettrici», spiega Cinzia, moglie del primo cittadino. Ieri sera si è lavorato fino a tardi all’hotel Villa Ducale, per dare spazio ai 350 partecipanti. A dare qualche preoccupazione, una contestazione sotto i Portici del Grano delle mamme, furenti per il taglio ai sussidi dei bambini disabili. Ma anche la natura degli interventi su cui tutti sono stati invitati al massimo riserbo.
«Non so nemmeno se devo parlare, nel caso improvviserò», spiega Mara Mucci. Con lei, pure Giulia Sarti, i sindaci di Livorno e Pomezia Filippo Nogarin e Fabio Fucci, il cittadino Walter Rizzetto e l’europarlamentare Marco Affronte. E mentre i cervelli si sono messi al lavoro per scegliere l’hashtag di sorrentiana memoria #figlidellestelle, non è mancato nella base qualche malumore, nonostante lo streaming, per la decisione di tenere l’evento a numero chiuso.
Nel frattempo dalla Casaleggio Associati, dopo aver rassicurato tutti che «chi andrà a Parma, non verrà espulso», si è deciso di reagire per serrare i ranghi senza dare troppo peso alle polemiche interne. Una mossa tattica che, sul blog, si è concretizzata con una lettera aperta firmata da Grillo. Obiettivo, annunciare l’inizio della raccolta firme per il referendum No euro con una chiamata alle armi per i banchetti che, dal 13 dicembre, saranno allestititi in tutta Italia.
È questa infatti la nuova battaglia su cui si punta per ridare vigore allo spirito originario del Movimento. Ma non solo. Dopo essersi definito «stanchino» e aver nominato il direttorio dei cinque fedelissimi, Grillo da marzo torna, come preannunciato, a calcare i palcoscenici con una tournée mondiale dal titolo «Rabdomante tour». Filo rosso, ancora una volta, la politica. Ma il comico si riprende il suo spazio. Cinque le tappe già confermate, da New York a Londra, Belgio, Francia e Germania. Poi in maggio una puntata in Lombardia e forse una perfino in Australia.
2 - UN ELETTORE DI GRILLO SU TRE: FAREMO MEGLIO SENZA DI LUI
Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera”
COMIZIO DI BEPPE GRILLO AL CIRCO MASSIMO
Dopo il deludente risultato alle Regionali di due settimane fa, il Movimento 5 Stelle sta attraversando un periodo di forte turbolenza caratterizzato dal crescente dissenso interno che ha portato all’espulsione dei deputati Massimo Artini e Paola Pinna, dalle polemiche sulla mancata rendicontazione delle spese e delle indennità parlamentari e, soprattutto, dalla decisione di nominare un «direttorio» di 5 esponenti che affianchi il leader Beppe Grillo il quale, citando un’espressione di Forrest Gump , ha dichiarato di sentirsi un po’ «stanchino». A tutto ciò si aggiunge l’Open day di Parma, la manifestazione promossa dal sindaco Pizzarotti che qualcuno ha definito la «Leopolda» del Movimento.
BEPPE GRILLO SUONA E CANTA AL CIRCO MASSIMO 5
Le reazioni degli elettori alla decisione di Grillo di fare un passo «di lato», pur mantenendo il ruolo di garante del movimento, sembrano molto controverse: il 37% ritiene che il M5S si avvantaggerà da questa decisione, il 31% è di parere opposto e pensa abbia poco futuro perché Grillo rappresenta l’anima del Movimento e il 25% è convinto che dopo un’iniziale difficoltà il M5S sia in grado di andare avanti da solo. Gli elettori pentastellati sono ancora più divisi: il 35% manifesta pessimismo sul futuro, il 34% prevede difficoltà iniziali seguite da un consolidamento e il 30% è ottimista: se Grillo si fa da parte le cose andranno meglio.
BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO
Nel complesso due elettori su tre salutano con favore la nomina di un gruppo dirigente mentre uno su cinque ritiene che la decisione snaturi quei principi che, fin dalla sua costituzione, hanno riconosciuto a tutti i membri lo stesso potere: «uno vale uno» in una logica referendaria. E tra gli elettori grillini l’utilità di un gruppo dirigente viene riconosciuta da una percentuale ancor più elevata (71%): ciò sta a significare che si fa strada una domanda di cambiamento rispetto al modello finora adottato e privo di rappresentanza.
Un modello che prevede processi decisionali concentrati su Grillo e Casaleggio e ratificati dagli iscritti mediante deliberazioni in Rete, in una sorta di versione contemporanea della democrazia ateniese di Pericle.
beppe grillo sulla biga al circo massimo 2
Riguardo al futuro, la maggioranza degli elettori (68%), in particolare quelli del Pd (83%) e degli alleati di governo (77%), auspica che il Movimento possa essere coinvolto nella definizione delle principali riforme mentre il 24% è di parere opposto e pensa che debba preservare la sua «purezza» senza accordi con nessuno. Su questo tema l’elettorato grillino appare molto diviso: il 50% sostiene l’indisponibilità ad accordi, il 48% è di parere opposto.
In questo scenario in forte evoluzione, tuttavia, gli orientamenti di voto a favore del M5S non sembrano risentire delle criticità: nei sondaggi di questa settimana, infatti, si attesta al 20%, confermandosi al secondo posto dopo il Pd, con un consenso di poco inferiore rispetto a quello ottenuto alle Europee.
beppe grillo al mare da novella 2000
E, a conferma di questa stabilità, anche la valutazione dell’operato del Movimento non appare intaccata dagli ultimi avvenimenti, e si mantiene sul 25% senza differenze apprezzabili rispetto al dato di metà settembre pubblicato su questo giornale. Ciò induce a riflettere sulla strategia comunicativa del Movimento in questa fase delicata: appare evidente, infatti, che la Rete è uno strumento necessario ma non più sufficiente sia a conoscere le opinioni dei suoi elettori sia a comunicare con loro.
L’utilizzo di Internet da parte del M5S è stato e continua ad essere molto innovativo, consentendo di affermare l’e-democracy, la consultazione dei cittadini e il loro coinvolgimento nei processi deliberativi ma l’eccesso di enfasi attribuita alla Rete determina il rischio di confondere la parte con il tutto, soprattutto in assenza di un confronto tra diverse tesi sullo stesso argomento, nonché di perdere di vista le opinioni e le aspettative dell’insieme del proprio elettorato.
E riguardo agli strumenti di comunicazione, è evidente che la Rete non consente di raggiungere i quasi 5,8 milioni di elettori 5 Stelle (oltre agli elettori potenziali), la maggior parte dei quali continua a informarsi utilizzando la televisione. Sembra quindi opportuna una maggior presenza su questo mezzo, come peraltro si è cominciato a fare. Tuttavia questo è un passaggio delicato non privo del rischio di confondersi con la comunicazione politica tradizionale e perdere in tal modo uno dei tratti distintivi di questa importante forza politica.
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