TORNARE SUL LUOGO DEL DELITTO - C’È UN SOSPETTATO PER L’OMICIDIO DEI CONIUGI SPELTA A MILANO: UNO DEI SUOI AMICI PIÙ STRETTI, CHE A POCHI METRI DALLA SCENA DEL CRIMINE AVREBBE DETTO: “NON DOVEVATE TIRARE ALLA RAGAZZA” - ANCHE LUI FACEVA AFFARI A SANTO DOMINGO, TRA IMPORT E COCAINA, E IL MOVENTE SAREBBE UN DEBITO VERSO LA VITTIMA: “IN QUEGLI AMBIENTI MUORE CHI È IN CREDITO, SE AMMAZZI CHI TI DEVE SOLDI, NON LI RIVEDI PIÙ”…

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DUPLICE OMICIDIO, C'È UN SOSPETTATO...
Massimo Pisa per "Repubblica.it"

Si incontrano fra le 21 e le 22 di lunedì, a meno di duecento metri di distanza dalle transenne di plastica e dalla luce blu dei lampeggianti. Massimiliano Spelta e Carolina Suleini Payano Ortiz sono stati spenti da meno di due ore da sette colpi di revolver, gli investigatori della Omicidi ascoltano i primi testimoni, le tute bianche della Scientifica raccolgono reperti.

Poco più in là, davanti a un bar di una delle viuzze tra via Vasari, via Colletta e via Burlamacchi, un uomo posteggia uno scooterone nero targato BJ, scende e si toglie il casco. Il passeggero lo ha scaricato nei dintorni. Il ragazzo con la testa rasata e le braccia tatuate che lo sta aspettando lo affronta subito: «Non dovevate tirare alla ragazza!». Il motociclista lascia lo scooterone sul marciapiede e si allontana a piedi, il suo interlocutore prende il telefonino e chiama. Poi sale su una Subaru e si allontana. Qualcun altro, minuti dopo, si incaricherà di far sparire il due ruote.

La scena è analizzata da giorni dalla Squadra mobile guidata da Alessandro Giuliano e coordinata dal pm Elio Ramondini, in cerca di riscontri. Se confermate, quelle sequenze sono la chiave del duplice omicidio. Anche perché, particolare che filtra dal riserbo assoluto attorno all'indagine, l'uomo rasato e coi tatuaggi sarebbe stato identificato. È l'amico intimo di Max Spelta, quello che gravita attorno all'Ortomercato.

Quello con la ditta di famiglia che importa ortofrutta dai Caraibi e viaggia spesso, anche per vacanza, a Santo Domingo coi familiari, che hanno anche un noto ristorante in pieno centro. Quello a cui l'ex imprenditore stava cedendo la sua Bmw 320, ritrovata in via Muratori e ancora in uso a Carolina.

Quello che, cercato per tutta la serata di lunedì dai poliziotti, si presenta infine in questura per raccontare delle sue antiche frequentazioni con Spelta e dei recenti traffici dell'amico, di cui i 47 grammi di cocaina ritrovati nell'appartamento delle vittime in via Mecenate 84 sarebbero piccola parte.

Origini meridionali, residenza a Peschiera Borromeo, passione per i pitbull, qualche problema con gli stupefacenti in curriculum. È lui, a questo punto dell'indagine, il principale sospettato. Ma servono elementi che solidifichino una richiesta di fermo, o che smontino il castello di congetture. Al momento, non sono decisive nemmeno altre due indiscrezioni sul suo conto. La prima: l'uomo dell'Ortomercato guiderebbe effettivamente una Subaru.

La seconda: da qualche tempo abiterebbe proprio in via Muratori, anche se il suo cognome non è sui citofoni. Circostanza, questa, che spiegherebbe perché Max e Suli fossero in via Spelta alle 19.55 di lunedì. Un appuntamento per chiudere un affare, saldato col piombo. Una trappola. «Spelta - ragiona un investigatore - in questo scenario andava per riscuotere: in quegli ambienti muore chi è in credito, non ammazzi chi ti deve dei soldi, se no non li rivedi più». La morte di Carolina, che pure sognava a voce alta il ritorno in patria e l'uscita dal giro, non era pianificata. È piuttosto la firma di un killer maldestro.

 

I CORPI DI MASSIMILIANO SPELTA E CAROLINA ORTIZ PAIANO Massimiliano Spelta con la compagna MASSIMILIANO SPELTA E CAROLINA ORTIZ PAIANO CON LA FIGLIA