DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1%…
1 - DEDICATO A...
Marco Travaglio per il "Fatto quotidiano"
A Giancarlo Abete, detto anche "cambio di vocale": il presidente della Figc che si vergogna per quei due o tre che hanno osato dichiarare il tifo anti-"azzurri". Conservi la vergogna, se ha idea di cosa sia, per questioni più serie. Tipo quel tizio che nel 1979, ai tempi di Breznev e Andreotti, era deputato Dc; dopo tre legislature divenne dirigente pallonaro per meriti politici, senz'accorgersi di decine di Calciopoli; e dopo 23 anni è ancora lì a far la muffa; tant'è che Prandelli, vedendoselo sempre fra i piedi, è sbottato contro l'Italia "paese per vecchi". Un tale Abete.
L'insuccesso gli ha dato alla testa. A Giorgio Napolitano, che a 87 anni si scopre tifosissimo di calcio, ma si scorda di spiegare alla sua signora chi è il tizio che le siede accanto (tale Platini). Poi abbraccia Sbruffon che ha appena attaccato i pm del calcio-scommesse, anziché abbracciare i pm del calcio-scommesse. Infine scrive a Prandelli e telefona a Mancino, anziché scrivere e telefonare ai pm di Palermo che indagano sulla trattativa.
A Mario Monti, altro neofita del pallone, che un mese fa voleva "chiudere il calcio italiano per 2-3 anni" per bonificarlo e l'altroieri ha scelto il momento e il luogo peggiore, Kiev, per assistere alla prima partita della sua vita. Con tanti saluti a Julia Timoshenko. Salvo poi lavarsi la coscienza con la letterina paracula al dittatore perché gli faccia vedere la prigioniera. Ma certo, come no. A Capezzone che, parlandone da vivo, aspettava la vittoria per regolare i conti coi pm ("chiedano scusa a Buffon"). Fortuna che nessuno sragiona come lui, altrimenti ora che Buffon ha perso dovrebbe scusarsi coi pm.
A Sergio Marchionne, che cercava di nascondere dietro la bandiera azzurra i disastri della Fiat incapace di vendere auto e rispettare i diritti dei lavoratori: "La finale la vince l'Italia". Noto patriota con cittadinanza svizzera. Ai tromboni e trombettieri di giornali e tv, grondanti metafore, voli pindarici, ditirambi patriottardi sul "primo tifoso che porta fortuna", l'"Italia torna a vincere non solo nel calcio", il "fare squadra", "l'Italia s'è desta", le magnifiche sorti e progressive dei "tre Mario", l'"asse fra Re Giorgio e Cesare Augusto", la fine del razzismo irrorata dalle lacrime di Supermario. Ma ande' a ciapa' i ratt.
Al prototipo degli ultrà italioti, che a Como festeggia la vittoria coi tedeschi sparando fucilate e colpendo una bimba di 10 anni. Ai cosiddetti giornali del "VaffanMerkel" e del "Ciao ciao culona", come se la Merkel tirasse rigori: ringraziate che in Spagna non esistono giornali equivalenti, sennò sai le risate.
Ai pippaioli di Twitter, quattro comari che confondono il pallone con la realtà per saltare sul carro dei vincitori. Non ci sono abituati, ma devono accontentarsi di quello dei perditori. A chi mischia calcio e politica e viene punito col più impietoso dei contrappassi: non basta una bella partita per vincere il campionato. Al più grande biscottificio della storia dell'universo, il calcio italiano, che lanciava sospetti sul "biscotto" spagnolo e ha avuto quel che si meritava: un bel cappotto spagnolo. A
Sandro Petrucci, presidente del Coni dalla notte dei tempi, altro dinosauro che deve aver ispirato la denuncia di Prandelli visto che bivacca fra Coni, Federcalcio, Federvolley, Federgolf e politica da 35 anni. L'altra sera gli è bastata una buona partita con la Germania per uscirsene col memorabile "lo spread lo dettano gli azzurri, le chiacchiere stanno a zero". Zero a quattro, per la precisione.
2 - BANDIERE A SCACCHI...
Filippo Facci per "Libero"
Detto a boccia ferma: ammiro le opinioni impopolari e questo vale anche per Marco Travaglio, che ha confessato di aver tifato contro l'Italia agli Europei. à una posizione come un'altra: in passato l'hanno avuta anche molti leghisti. A loro si poteva muovere la stessa obiezione che si può muovere a chi, oggi, la mette giù dura e tira in ballo il nazionalismo: sono solo partite di calcio, calmatevi. Poi, però, leggi le motivazioni di Travaglio e ti si ghiaccia il sangue nelle vene.
Sono solo partite di calcio, appunto: questione d'istinto, di divertita faziosità , di cuore. Ma Travaglio non ha un cuore: ha uno schedario giudiziario. Siccome c'è la vicenda del calcioscommesse, secondo lui bisognava tifare contro. Non c'è ancora nessuna sentenza, nessun deferimento: ma il sospetto basta. Non si sa se c'entrino giocatori azzurri: ma il sospetto basta.
Travaglio vuole sapere «cos'è quel milione e mezzo versato da Buffon a un tabaccaio di Parma»: e, siccome non l'ha capito, s'incazza con Napolitano che abbraccia Buffon (che non è neppure indagato) e rimpiange Paolo Rossi che perlomeno «aveva pagato il conto della giustizia». Non si sa neanche se esista un conto da pagare, ora: ma nell'attesa deve pagarlo tutta la nazionale, come non accade in Germania e Inghilterra che pure hanno i loro guai col calcioscommesse. Il sospetto, secondo Travaglio, non è neppure l'anticamera della verità : è la verità .
MARCO TRAVAGLIO GIANCARLO ABETE NAPOLITANO CON IL GAGLIARDETTO DELLA NAZIONALE DI CALCIO E IL PALLONE FIRMATO DAGLI AZZURRI jpegNAPOLITANO RICEVE DA PRANDELLI LA MEDAGLIA D'ARGENTO VINTA A EURO 2012NAPOLITANO E PIRLO jpegMARIO MONTI VIGNETTA MANNELLI - MONTI RAJOY E IL BRAVO PIRLONAPOLITANO E PIRLO jpegNAPOLITANO E MARIO BALOTELLI jpegbuffon
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