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Mario Baudino per "La Stampa"
Cocaina, un marchio registrato? Giancarlo De Cataldo, romanziere e magistrato, è convinto di no e, pur garbatamente, ha deciso di farlo sapere a Roberto Saviano. L'autore di Gomorra sta per uscire coll'atteso Zero zero zero , dedicato appunto al traffico della polvere bianca. Proprio l'altro giorno ha postato su twitter un video che racconta con toni commossi la sua visita alla tipografia dove vengono sfornate le copie per Feltrinelli. Ma il suo agente letterario, Andrew Wylie, è un po' in ansia. E ha mandato un paio di lettere all'Einaudi.
Ci sarebbe un problema: e cioè proprio Cocaina, il libro che raccoglie tre racconti su questo tema di De Cataldo, Gianrico Carofiglio e Massimo Carlotto. Da due mesi in classifica, 60 mila copie vendute, è un successo. O magari una «furbata» editoriale, per cavalcare l'attesa del nuovo Saviano? Che i due titoli - quello di Saviano era noto da tempo - sembrino rimandarsi l'un l'altro è indubbio. Qualcuno (come il nostro Tuttolibri ) l'ha notato chiedendosi in modo neutro se l'accostamento sia voluto. Deve essersene accorto anche Saviano, che non pare aver gradito. «Da tempo mi arrivavano voci in questo senso» ci dice De Cataldo, che ieri sera ha presentato i racconti alla rassegna romana «Libri come».
«Non ci volevo credere - aggiunge -. Conosco Saviano da sempre, ho firmato il primo manifesto in suo favore. Insomma, era assurdo pensare che potesse ritenere il nostro libro una manovra per sfruttare il suo successo, una concorrenza indebita: sono magistrato oltre che scrittore, questi temi li conosco bene». E invece? «Invece, quando ho saputo che si è mosso il suo agente, ho dovuto arrendermi all'evidenza. Ma dico, non poteva farmi una telefonata? Cocaina è un mio progetto, ne ho parlato per la prima volta in casa editrice nel 2011. E adesso mi viene a dire che avrei approfittato del lancio del suo Zero Zero Zero?». Arrabbiato? «Non è questo. E poi la cosa non riguarda solo me, parlo anche a nome di Carofiglio e Carlotto. Non vorrei che le mie parole suonassero beffarde, ma di mafia si discuteva anche prima del Padrino, e si continuato a farlo. Di cocaina anche prima di Saviano, e purtroppo si continuerà ».
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