DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Valerio Cappelli per www.corriere.it
Fiorello ricorda di quando, adolescente con gli ormoni a mille, in Sicilia un amico lo portò a vedere Un uomo, una donna. «Quello chissà cosa si aspettava, una roba porno, invece due palle, era Truffaut». No, Lelouch, lo corregge il direttore della Festa del cinema Antonio Monda.
«A Venezia vince la Palma il coreano Muzuko col film sul calabrone controvento»
E lui: «Non capisco niente di cinema, te l’avevo detto. Ci sono stato pure a Venezia, e quando vince la Palma d’oro il Volo del calabrone controcorrente del coreano Muzuko...». Al Lido si danno Leoni e non Palme, ma per fortuna lo si lascia volare nel suo immaginario.
Nuovo Cinema Paradiso col Super Fiorello Show. Parla dei film della sua vita, il primo è Maciste gladiatore di Sparta: «Papà era appuntato alla Guardia di Finanza e accanto alla caserma mi lasciava nella sala pomeriggi interi a vedere film epici. La sera a casa cercavo di innalzare anch’io quei massi tremendi di polistirolo per spirito di emulazione. Le scollature delle donne Cleopatra mi facevano impazzire».
«Quei primi piani alla Sergio Leone erano delle visite oculistiche»
Fiorello dissacra il cinema, mondo che si prende molto sul serio. «A Venezia queste serate non si possono fare, c’è il direttore, come si chiama, Hanna & Barbera (gioca col nome di Alberto Barbera), non faceva i cartoni animati?». Altro B Movie del suo «cineclub»: E Dio disse a Caino di Margheriti. «Metti in pausa, lo vedi il primo piano di Klaus Kinski alla Sergio Leone? Quelle erano visite oculistiche». Guarda Monda e gli fa l’imitazione: «Lo sai che sembri Jerry Lewis? Ma ditemi, prima di me alla Festa c’è stato Jake Gyllenhaal. Non c’è uno che mi abbia detto il suo cognome in modo eguale, voglio vedere il codice fiscale».
«In Sicilia camminavo lungo il corso come John Travolta»
Un altro «capolavoro» che l’ha segnato è Cinque dita di violenza: «Il primo film di arti marziali, all’uscita le gente si picchiava. Se programmi una cosa così a Venezia, chiamano l’ambulanza: venite, sono svenuti tre snob». Ecco La febbre del sabato sera, Fiorello si mette a fare John Travolta: «La camminata più bella del cinema mondiale. Il giorno dopo dicevo a mia madre: voglio andare a fare la spesa. Andavo lungo il corso e imitavo Travolta». Si innamorò di Incontri ravvicinati del terzo tipo: «Gli alieni simpatici». Guarda Antonio Monda: «Un po’ come te, Jerry Lewis». Per un secondo si fa serio: «Di Spielberg ho amato anche La lista di Schindler, di una attualità con questa cosa di Anna Frank romanista... Di cosa sono capaci gli esseri umani».
Quando cantò Carosone per Minghella
Fiorello ha recitato in alcuni film. Esordì con Cartoni animati dei fratelli Citti: «Mi dicevano, guarda qua, guarda là, poi di’ quello che c... ti pare tanto ti doppiamo». Fu un apostrofo nel grande cinema americano. Il talento di mr Ripley: il regista Minghella lo prese dopo averlo visto cantare Tu vuo fa’ l’americano in un locale di Capri. «Non sapevo nulla. Gli dissi: vuoi fare un film, sei un regista? Sì, hai visto Il paziente inglese? Oddio, quello che prese duecento Oscar. Ma che, l’hai fatto te? Diceva buon lavoro fino all’ultima comparsa. Io invece sono talmente pieno di me, che so fare solo me». Gli tagliarono la scena in cui si gettava per 60 ciak in mare a novembre.
«Ma che ne importa di Hollywood, meglio la grigliata in famiglia»
Alle feste pre Oscar conobbe Meryl Streep e Weinstein, il produttore dello scandalo. «Mi chiamò per Nine che ero in vacanza con la mia famiglia. Incombeva Ferragosto, la griglia era accesa. Il mio ruolo era “mentre”, cioé in una scena mi si intravedeva come cantante italiano. Rifiutai. Figurati, quello è abituato a sentirsi sempre dire sì. Mi fece un ricatto morale: disonori la memoria di Minghella; mi disse che non avrei più lavorato a Hollywood. Ma figurati, l’aereo, il tavor. E poi faccio un altro mestiere. È come dire a un calciatore che non giocherà più a basket». Ci perdonerà Fellini: più che 8 e ½,Fiorello merita Nine.
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