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Lady Coratella per Dagospia
C'è solo una categoria di personaggi che riesce ad essere più fastidiosa di certa critica gastronomica: il popolo degli indignati. Dopo l'uscita della guida Michelin è scoppiato un gran casino in rete e soprattutto sui profili Facebook di qualche gastrofighetto, bloggarolo. Presenze fisse a qualsiasi press lunch si consumi a portata di treno interregionale.
Gente che ha affinato il palato ai buffet inaugurali dei negozi in centro, ma sentenzia senza la minima cautela convinta di aver formato una capacità critica e valutativa da veri professionisti. Pareri e giudizi che puoi comprare facilmente con un menu degustazione offerto nel tuo locale, se proprio ci tieni.
Davide Scabin forse sperava di guadagnare la terza stella e invece gli omini Michelin gli hanno tolto la seconda, ridimensionando il suo ristorante di Rivoli, Combal.zero, nella mischia degli altri quasi 300 che hanno una sola stella; categoria che include molti giovani promesse e scommesse per il futuro.
DAVIDE SCABIN ELIZABETH LERICHE
Ma Davide Scabin non è un ragazzino che promette bene, è un cuoco di esperienza molto noto per le sue sperimentazioni e, a leggere in giro qualche sua dichiarazione, si direbbe abbia un filino rosicato. È comprensibile, il lavoro di una brigata di cucina è molto faticoso e vedere il proprio sangue declassato da chi si siede, mangia e se ne va, può far girare i coglioni.
Sì va bene, ma il popolo dei gourmet in rete a cosa pensa nelle 24 ore che impiega a postare tutta la sua indignazione al punto di non accorgersi che scrivere "Je suis Scabin" è vergognoso, volgare e irrispettoso nei confronti di ciò che evoca? È un accostamento semantico orribile.
Verrebbe da chiedersi cosa pensassero e avessero realmente nel cuore quelle stesse persone (sono tanti di loro, posso garantire) quando scrivevano nel profilo fb: Je suis Charlie.
presentazione-Guida-Michelin-2016
Non pensavano e non sentivano nulla. Avevano solo del tempo libero da impiegare, il cervello rutilante di concetti ordinari, pensieri sgonfi da piazzare di qua e di là e quel maledetto impulso di dire qualcosa anche quando non si ha niente da dire.
Davide Scabin ha perso una stella, pazienza. Capita anche di perdere o di piacere un po' meno e anche di non piacere proprio. Sappiatelo anche voi, popolo di gastrofighetti indignati e permalosi.
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