
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
A cura di MINIMO RISERBO e FALBALA'
1- BENVENUTI AL MERCATO NERO DELLE NOTIZIE!
"Spunta il video dell'ostaggio. La Farnesina lo mostrò alla moglie pochi giorni prima del blitz". Lo scoop di Renato Pezzini per il Messaggero (pp. 1-3) sembra dimostrare che ci fosse una trattativa aperta con i rapitori. Gli altri si dedicano o a inneggiare a Monti che "scopre il dolore" (Stampa, p.6) o a inzigare sul "chi sale e chi scende" ai vertici dei servizi segreti.
Più poteri a Gianni De Gennaro? Lo scrive Fiorenza Sarzanini del Corriere, in un articolo intitolato: "La trattativa sulla delega ai servizi segreti. L'ipotesi di un sottosegretario o un superdirettore" (p. 18). "L'altra ipotesi è affidare maggiori poteri al prefetto Gianni De Gennaro, il direttore del Dis che Monti ha voluto a coordinare il comitato interministeriale in seduta permanente. Una simile soluzione consentirebbe al premier di mantenere il diretto controllo politico dei due apparati che finora non ha voluto delegare".
"Controllo politico" dei servizi segreti? Ma non spettava al Copasir? Anche Guido Ruotolo (Stampa, p. 7) si occupa della faccenda e intervista alla bisogna il dalemiano Marco Minniti, per il quale bisogna "rafforzare il coordinamento del Dis". Ovvero, dare più poteri a De Gennaro.
Ma c'è un altro passaggio dell'articolo del Corriere che è degno di nota: "nella gestione delle emergenze internazionali è infatti emersa una scarsa presenza nelle aree di crisi e soprattutto un'incapacità a gestirle in maniera diretta, spesso affidandosi all'attività degli agenti segreti locali o dei servizi alleati".
Stessa osservazione la fa Guido Ruotolo sulla Stampa ("Oggi al via la âverifica' tra i nostri 007", p. 7), quando scrive di "Poche decine di 007 operativi sul campo, a fronte di duemila impiegati, analisti e personale tecnico". Verissimo, e non da oggi. Guardare quanti figli e "mogli di" lavorano nei centri Aise meglio pagati e meno rischiosi, come Parigi. I giornali, volendo, potrebbero fare meravigliose inchieste sull'argomento. Ci troverebbero, per esempio, la moglie di un potente sottosegretario.
Anche â'Repubblica'' sa che c'è una guerra strisciante per il controllo dei servizi, ma non sa bene che pesci prendere e se la cava con tre righe buttate lì in un boxino: "Al momento risulta in scadenza il direttore dell'Aisi, il generale dei Carabinieri Giorgio Piccirillo, che con ogni probabilità sarà confermato "a termine" (p. 10). â'Il Giornale'' sa che il Pdl vorrebbe che la delega ai servizi fosse affidata a Gianni Letta, ma non lo scrive per non bruciarlo.
I normali lettori si chiederanno: ma frega qualcosa ai giornali e ai loro giornalisti di chi comanda i servizi segreti, il Ros dei carabinieri, e le altre forze di polizia? Frega eccome: spesso sono ottime fonti di intercettazioni e ordinanze d'arresto, ben più dei magistrati e degli avvocati. E al momento delle nomine, o delle sentenze di condanna, a molti tocca sdebitarsi.
2- I TIFOSI DELLA SENTENZA DELL'UTRI
"Dell'Utri, una gogna di 19 anni". Berlusconi difende il senatore. I penalisti schierati con la Cassazione. La replica di Ingroia: "Basta con le polemiche gridate. Le sentenze si possono criticare. Ma niente insulti". Violante chiede di rivedere il reato di concorso esterno in associazione mafiosa" (Corriere, p. 8).
Sul Giornale, Olindo Sallusti per una volta scrive una mezza roba sensata: "Trascinare Falcone e Borsellino nella più cocente figura di palta della giustizia italiana è operazione squallida e anche un po' vigliacca, perché come è noto i morti non possono smentire" (p.1). Ma siamo sicuri che per la giustizia italiana sia una cocente sconfitta questa sentenza? Quando ci si riforma, è sempre sconfitta?
Intanto è dramma greco fra le toghe in crisi di identità : "Il pg della Cassazione spacca le toghe: "Ci fa vergognare". "No, merita rispetto". Dibattito via mail su Iacoviello e la requisitoria pro-annullamento" (Repubblica, p. 13). Forse bisognerebbe aspettare di leggere bene le motivazioni della sentenza e il testo completo della requisitoria di questo Iacoviello. Intanto va detto che Iacoviello non è il solito potentone d'Italia con i figli che lavorano a Mediaset o all'ex Banca di Roma. Sua figlia lavora a Sky. Insomma, è terzista.
3- QUESTI CI HANNO ANCHE GOVERNATO
Il dito medio di Bossi c'è e scopre l'acqua calda, seppure con il suo consueto stile: "Berlusconi mi fa pena, va a votare il contrario di quello che faceva fino a qualche mese fa. Monti è un dramma, risponde solo alle richieste dell'Europa e delle banche" (Repubblica, p. 14). "L'affondo di Bossi: "Berlusconi mi fa pena'. E minaccia Tosi: se a Varona fa la sua lista è fuori" (Messaggero, p. 8).
Libero da incarichi ministeriali, anche Renatino Brunetta scopre l'acqua calda e lo scrive per il Giornale: "Quello che la gente non sa sui veri affari delle banche. Un dossier europeo rivela che i costi dei conti correnti italiani sono i più salati. Ma Bankitalia sostiene l'opposto. Gli stratagemmi applicati sulle commissioni" (p. 7).
4- NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
"Lavoro, âmodello tedesco' per la riforma dell'articolo 18. Al giudice la scelta tra reintegro o indennizzo. Il nodo Cgil" (Corriere, p. 2). "Il Tesoro trova i soldi per gli ammortizzatori. Indennizzo ai licenziati. Due miliardi dai risparmi della riforma delle pensioni. Riforma del lavoro, oggi confronto tra governo e parti sociali su apprendistato e contratti. Monti vuole il provvedimento entro il 25 marzo. Più oneri per commercianti e artigiani" (Repubblica, p. 2).
"Il Pd tentato dalla riforma Fornero. Ma avverte il governo: ci vuole l'accordo di tutti e niente strappi dolorosi" (Repubblica, p. 3). Ma perché "ci vuole l'accordo di tutti"? Sanno che è una mezza fregatura e non vogliono portarne la responsabilità politica da soli?
Sul Messaggero, il solito ex sindacalista passato a miglior reddito Cazzola Giuliano secerne: "Senza licenziamenti non è vera riforma. Solo se si tocca la flessibilità in uscita il cambiamento sarà riconosciuto dall'estero" (p. 6). Sì, perché ormai l'importante è farsi riconoscere dall'estero.
5- ULTIME DA "ITALIA DEFICIENT"
"La Ferrari mimetica di Lapo senza benzina blocca il traffico sulla Milano-Genova". Il Messaggero dedica ampio spazio all'ultima avventura di Lapone, il simpatico bambinone che produce occhiali che costano come una pensione minima. Divertente anche il pezzo sul Giornale: "Lapo fa lo sbruffone sul Ferrari maculato poi finisce senza benzina in autostrada" (p. 19). Alla Stampa in livrea oggi non trovano spazio per la notizia.
6- IL NAZIONALISMO CHE E' IN NOI
Il professor Galli delle Logge ha spesso il merito di occuparsi di temi non indicati dalla squallida agenda dei nostri partiti politici e delle quattro corporazioni che spadroneggiano. Oggi si dedica, in prima sul Corriere delle Elite, al tema "democrazia e sovranità nazionale" ai tempi dell'Unione europea.
Scrive un sacco di cose giuste, ma come tutti gli statalisti del XX secolo non lo sfiora neppure lontanamente l'idea che quell'"autogoverno di un popolo" del quale parla possa nascere anche da piccole comunità locali. Tra gli anni Cinquanta e Settanta, per esempio, e quindi ben prima di Calderoli, molti pensatori inglesi hanno parlato di "Europa delle regioni". Ma Galli delle Logge preferisce giocare con i soldatini e con lo Spirito delle Nazioni. Peccato. Per una maggiore libertà c'è sempre tempo.
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