luigi di maio nella redazione del fatto con marco travaglio

VENDITE GIORNALI GIUGNO 2019: LA CRISI SI È AGGRAVATA – IL ‘’CORRIERE’’ HA SUBITO UN CROLLO IMPROVVISO, SALENDO DAL CIRCA 5% DEI MESI PRECEDENTI AL 10. ‘’REPUBBLICA’’, DOPO UN – 3% DI MAGGIO, SI È ALLINEATA AL – 10 DEL CONCORRENTE, IL PEGGIOR DATO NEGATIVO DA INIZIO ANNO - ANCORA PIÙ ACUTA È LA CRISI DEL ‘’FATTO’’. HA VENDUTO, NEL MESE DI GIUGNO 2019, IL 25% DI COPIE IN MENO DELL’ANNO SCORSO - I GOVERNI CATTIVI DI ANDREOTTI E CRAXI SALVARONO I GIORNALI, QUELLI CHE PIACCIONO TANTO AI GIORNALISTI, TARGATI PD E M5S LI HANNO MASSACRATI

- Sergio Carli per blitzquotidiano.it - https://www.blitzquotidiano.it/media/vendite-giornali-giugno-2019-3076589/

 

LA PRIMA PAGINA DI REPUBBLICA DOPO LE MANGANELLATE AL GIORNALISTA STEFANO ORIGONE A GENOVA

Giornali quotidiani italiani, la crisi si è aggravata in giugno. E nella crisi generale, ancora più acuta è la crisi del Fatto. Ha venduto, nel mese di giugno 2019, il 25% di copie in meno dell’anno scorso. Mentre nell’insieme il mercato ha perso il 10 per cento, dopo il – 9 registrato in maggio e il – 8 di gennaio e febbraio, il Fatto subisce un calo in progressione impressionante: del 10% in gennaio, del 13% in marzo, del 20% in aprile, del 23% in maggio, del 25 virgola in giugno. Il Corriere della Sera in giugno ha subito un crollo improvviso, salendo dal circa 5% dei mesi precedenti al 10. Repubblica, dopo un – 3% di maggio, si è allineata al – 10 del concorrente, il peggior dato negativo da inizio anno.

charlie hebdo fatto quotidiano

 

La crisi dei giornali si fa sempre più profonda, aggravata da una ostilità della componente 5 stelle del Governo Conte che supera ogni limite di decenza. Non è che i governi di sinistra che lo hanno preceduto abbiano brillato per consapevolezza della crisi e idee per risolverla. Anzi, se qualcuno ricorda lo scempio degli abbonamenti, può mettere in fila nomi e cognomi e mandare al diavolo qualche mito.

 

Forse è il caso che gli editori si muovano, escano dalla apatia che li avvolge e soffoca. I giornali hanno vissuto momenti difficili, forse mai come questi, è vero, ma tali da far prevedere, anche in passato, la loro prossima fine. Poi gli editori si svegliarono e seguirono anni gloriosi.

URBANO CAIRO CORRIERE DELLA SERA

 

5 x 1000

Davanti a gente come i 5 stelle, la buona educazione non serve. Invece gli editori sembrano vittime sacrificali rassegnate al macello.

 

Eppure i numeri non lasciano spazio ai dubbi. Sono usciti i risultati del primo semestre dei primi tre gruppi editoriali italiani, Rcs (Corriere della Sera), Mondadori, Gedi (fu Espresso-Repubblica).

 

Mi fermo al margine operativo lordo (mol all’italiana, ebitda all’americana). Solo Mondadori migliora, ma sono 12 milioni su 380 di ricavi, un misero 3%. E nel bilancio della Mondadori i libri, con ricavi in crescita, pesano più delle riviste, in calo dell’11%.

 

LUIGI DI MAIO NELLA REDAZIONE DEL FATTO CON MARCO TRAVAGLIO

Rcs offre di gran lunga il miglior risultato, ma sono in calo sia i ricavi (da 503 a 475 milioni) sia il mol: da 83 a 71 milioni. Il conto aggregato di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport è: ricavi da 220 a 208 milioni, mol da 33 a 30. Siamo sempre a livelli di redditività importanti, oltre il 14% di mol sul fatturato. Ma con le copie in calo e la pubblicità nelle spire della tv, si fa presto a perdere posizioni.

 

Il Gruppo Gedi è in linea: ricavi in calo da 321 a 303 milioni, ebitda da 142 a 134. Trionfano le radio (utile lordo pari al 30 per cento del fatturato), reggono i giornali locali, con un mol sul fatturato del 7,6%. Ma è quasi la metà della percentuale, 13% del 2016. Pesano, ma non si sa quanto, la Stampa e il Secolo XIX: non pare siano stati un buon affare…

 

LIBERO QUOTIDIANO

E poi pesa la crisi di Repubblica. Il fatturato scende da 124 a 116 milioni, il mol si ammoscia ancor di più, da una perdita di 1 milione a 6,7 milioni di perdita nel primo semestre 2019.

 

Questi pochi numeri denunciano l’emergenza del settore. I governi cattivi di Andreotti e Craxi salvarono i giornali, quelli che piacciono tanto ai giornalisti, targati Pd e M5s li hanno massacrati.

 

Nelle tabelle aggiornate a giugno, il quadro completo.

Quotidiani

nazionali

Giugno 2019

 Maggio   2019

 Giugno   2018

2019 su 2018

Corriere Sera

186.556

181.351

204.081

0,91

Repubblica

141.355

145.004

156.631

0,90

La Stampa

95.398

95.751

108.130

0,88

Il Giornale

43.140

 42.988

53.316

0,80

Il Sole 24 Ore

40.159

39.756

51.684

0,77

Il Fatto 

27.959

27.802

37.336

0,74

Italia Oggi

20.041

15.604

22.441

0,89

Libero

23.862

23.308

26.452

0,90

Avvenire

22.561

20.734 

22.141

1,01

Il Manifesto

7.117

 7.341

8.986

0,79

La Verità 

23.614

23.072

21.727

1,08

Quotidiani locali:

Quotidiani

locali

Giugno 2019

Maggio     2019

Giugno 2018

2019 su 2018

Resto del Carlino

84.629

82.828

90.925

0,93

Il Messaggero

71.870

70.701

79.292

0,90

La Nazione

61.490

60.110

66.448

0,92

Il Gazzettino

39.891

39.875

43.469

0,91

Il Secolo XIX

34.635

34.393

38.431

0,90

Il Tirreno

31.448

 30.820

35.421

0,88

L’Unione Sarda

32.186

31.416

34.534

0,93

Dolomiten

5.982

5.642

6.594

0,90

Messaggero Veneto

32.438

 32.808

35.868

0,90

Il Giorno

32.412

32.641

39.037

0,83

Nuova Sardegna

26.611

27.396

29.507

0,90

Il Mattino

23.919

23.794

27.931

0,85

Arena di Verona

20.469

20.368

21.087

0,97

Eco di Bergamo

19.226

20.524

20.502

0,93

Gazzetta del Sud

15.517

15.876

19.500

0,79

Giornale Vicenza

18.803

18.417

19.928

0,94

Il Piccolo

17.296

16.983

19.095

0,90

La Provincia (Co-Lc-So)

15.967

16.564

16.969

0,94

Il Giornale di Brescia

17.002

17.147

18.354

0,92

Gazzetta del Mezzogiorno

15.854

15.861

17.382

0,90

Libertà

15.616

 15.820

16.341

0,95

La Gazzetta di Parma

15.148

 15.407

16.240

0,93

Il Mattino di Padova

14.244

14.302

16.241

0,87

La Gazzetta di Mantova

14.146

14.432

15.340

0,92

Il Giornale di Sicilia

11.208

11.415

13.025

0,86

La Sicilia

13.040

12.888

14.801

0,88

La Provincia di Cremona

11.264

11.300

12.037

0,93

Il Centro

10.775

10.908

11.931

0,90

Il Tempo

11.884

 12.424

13.950

0,85

La Provincia Pavese

9.273

10.030

10.399

0,89

Alto Adige-Trentino

7.912

7.901

8.971

0,88

L’Adige

10.577

10.253

11.737

0,90

La Nuova Venezia

7.058

6.792

8.038

0,87

La Tribuna di Treviso

8.831

8.856 

10.015

0,88

Nuovo Quot. di Puglia

8.576

8.462

9.245

0,92

Corriere Adriatico

11.561

11.249

12.886

0,89

Corriere dell’Umbria

8.366

9.033

9.664

0,86

La Gazzetta di Reggio

7.349

7.389

7.884

0,93

La Gazzetta di Modena

6.559

6.733

6.934

0,94

La Nuova Ferrara

5.327

5.376

5.769

0,92

Quotidiano del Sud

9.960

8.117

5.275

1,88

Corriere delle Alpi

4.041

4.154

4.500

0,89

Quotidiano di Sicilia

5.795

6.220

7.001

0,82

Il Telegrafo

971

914

1.729

0,56

Nell’ultima tabella mettiamo insieme i dati di vendita (sempre in edicola) dei quotidiani sportivi, separando i risultati dell’edizione del lunedì, che è sempre quella più venduta.

Quotidiani

sportivi

Giugno      2019

Maggio 2019

Giugno       2018

2019 su    2018

Gazzetta dello Sport Lunedì

142.185

148.708

147.745

0,96

Gazzetta dello Sport

142.787

132.683

150.535

0,94

Corriere dello Sport 

67.408

 62.434

76.090

0,88

Corriere dello Sport Lunedì

66.857

74.241

74.176

0,90

Tuttosport 

43.823

39.959

48.725

0,89

Tuttosport Lunedì

43.526

45.564

47.014

0,92

Perché insistiamo sulle vendite in edicola e teniamo distinte le copie digitali? Per una serie di ragioni che è opportuno riassumere.

 

1. I dati di diffusione come quelli di lettura hanno uno scopo ben preciso, quello di informare gli inserzionisti pubblicitari di quanta gente vede la loro pubblicità. Non sono finalizzate a molcire l’Io dei direttori, che del resto non ne hanno bisogno.

 

prima pagina del fatto di travaglio by spinoza

2. Le vendite di copie digitali possono valere o no in termini di conto economico, secondo quanto sono fatte pagare. Alcuni dicono che le fanno pagare come quelle in edicola ma se lo fanno è una cosa ingiusta, perché almeno i costi di carta, stampa e distribuzione, che fanno almeno metà del costo di una copia, li dovreste togliere. Infatti il Corriere della Sera fa pagare, per un anno, un pelo meno di 200 euro, rispetto ai 450 euro della copia in edicola; lo stesso fa Repubblica.

 

3. Ai fini della pubblicità, solo le vendite delle copie su carta offrono la resa per cui gli inserzionisti pagano. Provate a vedere un annuncio sulla copia digitale, dove occupa un quarto dello spazio rispetto a quella di carta.

 

Il confronto che è stato fatto fra Ads e Audipress da una parte e Auditel dall’altra non sta in piedi. Auditel si riferisce a un prodotto omogeneo: lo spot, il programma. Le copie digitali offrono un prodotto radicalmente diverso ai fini della pubblicità. Fonte Ads