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IL CINEMA DEI GIUSTI - CON “VILLETTA CON OSPITI”, IVANO DE MATTEO PUNTA SULLA BORGHESIA VELENOSA DEL NORDEST E SUI RAPPORTI TRA I PADRONI E PADRONCINI VENETI E I RUMENI CHE LAVORANO PER LORO. ANCHE SE NON È APERTAMENTE UN FILM POLITICO, ALLA FINE LO DIVENTA DI FATTO SOLO PER IL RACCONTARE UNA STORIA CHE FARÀ ESPLODERE CONTRADDIZIONI E AMBIGUITÀ PROPRIO IN QUELLA RICCA BORGHESIA VENETA CHE LEGA E SALVINI DIFENDONO DAGLI IMMIGRATI… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Ah, la perfida borghesia del Nordest… Specializzato da tempo in ritratti senza pietà della nuova borghesia italiana con tutte le sue colpe, i suoi incesti e i suoi drammi, Ivano De Matteo con questo “Villetta con ospiti” punta stavolta, assieme alla sua attenta co-sceneggiatrice Valentina Ferlan, sulla borghesia velenosa del Nordest e sui rapporti tra i padroni e padroncini veneti e i rumeni che lavorano per loro. Anche se non è apertamente un film politico, alla fine lo diventa di fatto solo per il raccontare, con un modello da giallo alla Claude Chabrol, una storia che farà esplodere contraddizioni e ambiguità proprio in quella ricca borghesia veneta che Lega e Salvini difendono dagli immigrati.
Due colpi d’arma da fuoco sparati nella villetta dove abita la famiglia Tamanin, ricchi vinai della zona, saranno la miccia di tale esplosione coinvolgendo nel gioco al massacro tutta la famiglia e chi lavora per loro.
C’è una moglie ricca e depressa, la Diletta di Michela Cescon, un marito romano e traditore, il Giorgio di Marco Giallini, una figlia irrequieta, Monica Billiani, la nonna, Erika Blanc, cattiva e razzista, ma di gran divertimento, una cameriera rumena, la Sonia di Cristina Flutur, seria e preparata, suo figlio Adrian Ioan Tiberiu Dobrica, che non accetta la logica dei rapporti di classe. Mettiamoci anche tre personaggi esterni, un prete bello, Vinicio Marchioni, che piace troppo a Diletta, un medico non proprio pulito, Bebo Storti, e un poliziotto napoletano, Massimiliano Gallo, che sa come uscire da ogni situazione, molto amico di Giorgio. Bang Bang.
Come partono i due colpi di una pistola che non doveva essere le mani della famiglia Tamanin, inizia un carosello di sentimenti e di tradimenti inaspettati che mostreranno la vera natura dei personaggi e della società che De Matteo ha messo in scena. Davvero ben scritto e ben diretto e interpretato da un grande cast affiatato dove ogni attore ha il suo spazio, e se la Cescon è perfetta nel suo ruolo lo sono anche la Blanc dall’alto della sua filmografia di thriller e horror all’italiana, e la Flutur che già apprezzammo il “Oltre le colline” di Cristian Mungiu, il film cresce strada facendo non scivolando mai nella banalità di situazione già viste, ma cercando sempre una sua chiave originale per raccontare quella che è poi una storia dell’Italia di questi brutti tempi. In sala dal 30 gennaio.
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