DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Mic. All. per “il Messaggero”
I commenti al veleno nei confronti di Claudio Baglioni costano al patron di Striscia la notizia una denuncia per diffamazione e un'inchiesta aperta dalla procura di Roma. A pochi giorni dalla partenza del Festival di Sanremo, mentre il cantante era sul palco dell'Ariston come direttore artistico e conduttore, Ricci si è lasciato andare a giudizi poco lusinghieri nei suoi confronti.
«Il botulino gli intoppa i ragionamenti nel cervello», ha detto, per poi rincarare la dose: «Era il cantante preferito dei fascisti... In uno spettacolo dissi anche che gli avrei tirato una molotov. Ora se gli dai fuoco si sparge odore acre di plastica che semina diossina in tutto il Paese».
E ancora: «Sono cresciuto nel 68, gli anni della protesta, gli anni di Tenco e Paoli, di Guccini e De André... poi arriva questa melensa creatura dalla maglietta fina che canta passerotto non andare via».
Nel mirino di Ricci, è finito non solo Baglioni, ma anche Sanremo: «Purtroppo il Festival ha perso l'aria torbida che aveva un tempo, è diventato uno spettacolo televisivo. Vent'anni fa quando inquadravano le prime file c'erano solo esponenti della criminalità organizzata, percepivi l'idea precisa di cosa poteva essere il carcere di San Vittore». Ora, il caso è arrivato alla procura di Roma: il pm Rosalia Affinito ha aperto un fascicolo sulla vicenda.
L'INTERVISTA
L'intervista, rilasciata al Corriere della Sera, è del primo febbraio. In pochissimo tempo, fa il giro del web e i commenti taglienti di Ricci - «Non lo reggo da quando ero ragazzo... Non penso sia uno disonesto, del resto non è capace» - vengono rilanciati dai social e da decine di siti. Baglioni in quei giorni è sul palco del Festival, insieme a Michelle Hunziker e a Pierfrancesco Favino.
Appena finito Sanremo, il cantante si consulta con i suoi avvocati, Lorenzo Contrada e Andrea Pietrolucci, e decide di sporgere denuncia per diffamazione. Anche i fan del cantate erano rimasti sbigottiti, tanto che avevano iniziato a raccogliere firme lanciando una petizione per convincere Ricci a scusarsi.
«Carissimi fan di Baglioni, avete fatto una petizione per chiedermi di rivolgere le scuse al grande poeta - aveva risposto lui - Penso piuttosto che l'autore di un verso osceno come accoccolati ad ascoltare il mare debba chiedere lui perdono all'intera Italia, patria di santi, navigatori e poeti. Io proprio non ce la faccio ad accoccolarmi con voi, neppure con una pistola puntata alla tempia».
2 - BAGLIONI-ONI-ONI - SANREMO NON C’ENTRA NIENTE, RICCI LO DETESTA DA SEMPRE! NEL LIBRO ‘STRISCIA LA TIVÙ’ DEL 1998: “‘PICCOLO GRANDE AMORE’ È VOYEURISMO, PEDOFILIA, IMPOTENZA ED ESIBIZIONISMO” - "DOPO IL LIFTING FACCIALE, ANCHE QUELLO DELL’ANIMA. TRASFORMARE BAGLIONI, UNO CHE DAI SUOI PORI HA SEMPRE SUDATO "BACI PERUGINA", IN UNA SPECIE DI SOFFERTO INTELLETTUALE DI SINISTRA''
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