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    MEDIOSBANCA! - NAGEL NEGA L’ACCORDO COI LIGRESTI MA IL PRIMO A PARLARE DELL'ESISTENZA DI UN DOCUMENTO È STATO PAOLO LIGRESTI - E LO STESSO DON SALVATORE HA DICHIARATO AL PM ORSI DI AVER SOTTOSCRITTO IL DOCUMENTO CONSEGNATO ALL'AVVOCATO ROSSELLO COME 'FIDUCIARIA' DELL'ACCORDO - A TREMARE NON È SOLO NAGEL MA ANCHE PIERGIORGIO PELUSO: IL FIGLIO DELLA CANCELLIERI CHE, DOPO AVER FINANZIATO DA MANAGER UNICREDIT I LIGRESTI, ERA PASSATO ALLA GUIDA DI FONDIARIA-SAI…


     
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    1- FONSAI: MEDIOBANCA, NESSUN ACCORDO CON LIGRESTI, MAI FIRMATO DOCUMENTI
    (Adnkronos) - "Nessun accordo con i Ligresti, ne' mai firmato documenti", dice Mediobanca all'Adnkronos dopo la notizia del presunto accordo tra l'ad Alberto Nagel e Salvatore Ligresti per cedere il controllo del gruppo assicurativo a Unipol.

    Piergiorgio Peluso di  UnicreditPiergiorgio Peluso di Unicredit ALBERTO NAGELALBERTO NAGEL

    2- FONSAI: ECCO IL PRESUNTO ACCORDO LIGRESTI-MEDIOBANCA - IMPRENDITORE, L'HO FIRMATO; PER LUI ANCHE AUTISTA E SEGRETARIA
    (ANSA) - Prevede il versamento di circa 43 milioni di euro, e cioé il valore delle quote Premafin in mano ai Ligresti (il 30%) prima dell'operazione Unipol il capitolo principale del presunto accordo tra Salvatore Ligresti e Mediobanca come 'buonuscita' dell'ingegnere di Paternò e dei suoi figli dalla holding e sul quale la Procura di Milano vuole vederci chiaro.

    Il presunto accordo, un paio di facciate in tutto, prevede inoltre di lasciare a Salvatore Ligresti un ufficio con la segretaria, un autista e una delle cascine di sua proprietà, una sorta di 'liquidazione' per Jonella e il mantenimento dell'attuale attività lavorativa che Giulia e Paolo svolgono in Francia e in Svizzera.

    Il primo a parlare dell'esistenza di questo documento è stato Paolo Ligresti interrogato qualche tempo fa dal pm Luigi Orsi, titolare dell'indagine sul gruppo. Dopo di lui, nelle scorse settimane, il magistrato ha convocato Jonella (sarebbe stata presente all'incontro del 17 maggio tra il padre e Alberto Nagel) e, giovedì scorso l'avvocato Cristina Rossello, segretario del patto di sindacato di Mediobanca e poi l'imprenditore siciliano. Salvatore Ligresti durante l'interrogatorio ha dichiarato di aver sottoscritto il documento poi consegnato all'avvocato Rossello come 'fiduciaria' dell'accordo.

    Salvatore LigrestiSalvatore Ligresti

    Ma nel documento sequestrato sempre giovedì scorso dagli inquirenti nello studio del legale non compare alcuna firma. Inoltre il costruttore ha affermato di non avere informato Federico Ghizzoni e Carlo Cimbri, gli A.d di Unicredit e Unipol, pure citati nel presunto accordo, e quindi di non avere idea se fossero stati messi al corrente della vicenda.

    PAOLO LIGRESTIPAOLO LIGRESTI

    3- FONSAI: IL 'GIALLO' DEL DOCUMENTO, UN ACCORDO SENZA FIRME
    (AGI) - Un manoscritto di due pagine, sottoscritto da Salvatore Ligresti e dall'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel secondo quanto avrebbe detto al pm Luigi Orsi dall'ex patron di Fonsai, mai firmato dall'istituto a quanto viene riferito in ambienti vicini a Mediobanca. La certezza e' che non ci sono firme in calce alla lettera sequestrata dalla Procura di Milano, che era custodita in una cassaforte di Cristina Rossello. Il 'giallo' si allarga al ruolo dell'avvocato, nota per essere il legale di Silvio Berlusconi nella causa per il divorzio da Veronica Lario.

    LUIGI ORSILUIGI ORSI

    4- RIPRESA IN PROCURA AUDIZIONE ROSSELLO
    (ANSA) - E' da poco ripresa in Procura l'audizione dell'avvocato Cristina Rossello, tra l'altro segretario del patto di Mediobanca, da parte del pm Luigi Orsi. Il magistrato sta sentendo l'avvocato Rossello in merito a un presunto accordo tra Mediobanca e i Ligresti avente ad oggetto una 'buonuscita' per la famiglia siciliana. La testimonianza di Rossello è ripresa dopo un'interruzione di circa un'ora.


    5- MEDIOBANCA, ROSSELLO NON E' LEGALE NEL DOSSIER
    (ANSA) - "Non c'é stato alcun accordo con i Ligresti, né sono mai stati firmati documenti". E' quanto ribadisce una portavoce di Mediobanca precisando che l'avvocato Cristina Rossello non è legale dell'istituto nel dossier in corso. La Rossello è stata sentita oggi dal pm di Milano Luigi Orsi come testimone in merito al presunto accordo tra i Ligresti e la banca.

    CARLO CIMBRICARLO CIMBRI


    6- A TREMARE NON E' SOLO NAGEL MA ANCHE PIERGIORGIO PELUSO
    Dalla Penisola dei Famosi di Dagospia del 14 marzo 2012
    http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-abramo-bazoli-scongela-obelix-salza-e-lo-arruola-in-corriere-rcs-come-panzer-36645.htm

    Nella telenovela sulla sorte dell'impero Ligresti e sulla fusione tra Premafin e la compagnia "rossa" Unipol, si è inserita ieri una lettera dai toni duri che cerca di rompere il velo di incertezza sull'operazione.

    A firmarla è stato Carlo Cimbri, il 47enne manager di Cagliari con i lineamenti da attore di un poliziottesco hollywoodiano, che dal 2010 è alla guida del gruppo assicurativo bolognese. Nella missiva che sembra scritta con la penna del suo consulente legale Guido Rossi, Cimbri chiede perentoriamente a Totuccio Ligresti e ai suoi figli un po' spreconi di rompere gli indugi e di smetterla di trescare con Matteuccio Arpe e Meneguzzo, i due finanzieri che si sono inseriti nell'operazione Premafin-Unipol rompendo un accordo già consolidato.

    Emanuele ErbettaEmanuele Erbetta

    Dal tono si capisce comunque che il destinatario vero della lettera non è la famiglia Ligresti, ma soprattutto Giorgio Peluso, il manager-banchiere che a giugno dell'anno scorso è stato nominato al vertice di Fondiaria-Sai, il pezzo forte dell'impero Ligresti.

    Cristina-RosselloCristina-Rossello

    La storia di Peluso è la storia di un professionista di 44 anni, che oltre ad essere figlio della ministra Cancellieri, prima di sbarcare in Premafin ha lavorato in Unicredit dove si interessava di corporate banking, e prima ancora ha fatto parte della squadra di Matteuccio Arpe dentro il Mediocredito Centrale e Capitalia. Pare che Ligresti lo abbia ingaggiato con uno stipendio milionario e un bonus di oltre mezzo milione di euro l'anno indipendentemente dai risultati della Compagnia.

    Il cagliaritano Cimbri vuole rompere gli indugi perché le strizzatine d'occhio a Matteuccio Arpe, che si è inserito come un ariete dentro l'operazione Premafin-Unipol, gli puzzano terribilmente.

     

     

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