Federica Angeli per “la Repubblica”
uomo evasione
«L' ho fatto per mia figlia, soltanto per lei. Ha dieci anni e ha diritto a una vita serena, per questo ho preferito farmi arrestare » . Il racconto drammatico di Andrea O., 49 anni, incensurato, comincia così. L' uomo ha scelto di evadere dagli arresti a casa coscientemente ( stava scontando una pena di 2 anni e 8 mesi per spaccio) dopo quattro mesi di inferno.
«La mia ex moglie mi umiliava continuamente. Facevo tutto dentro casa e lo facevo volentieri: lavavo, stiravo, passavo l' aspirapolvere, cucinavo, insomma tutto quello che c' era da fare in casa lo facevo. Ma qualsiasi cosa succedeva era sempre colpa mia, un continuo rimproverarmi. Ho pensato che non meritassi questo, ma neanche mia figlia meritava di vedere tanto astio. Meglio il carcere che stare in questo modo a casa con la mia ex».
E così ha deciso di "evade" e di andare a piedi al commissariato di riferimento, Colombo, e di costituirsi. «Sono agli arresti domiciliari e ho appena violato la prescrizione ».
Gli agenti, come legge vuole, hanno dovuto arrestarlo per evasione, ma quando Andrea O. si è presentato davanti al giudice, il magistrato non se l' è sentita di mandarlo in carcere e lo ha affidato alla onlus " Prendi tuo fratello sulle spalle" di Castelnuovo di Porto, dove da ieri vive. « È una struttura a pagamento che mi pagano quattro miei amici, perché io non ho più un lavoro. Anzi, se a qualcuno serve un termoidraulico, questa è la mia specializzazione, può chiamarmi tramite la struttura».
carcere 2
Andrea è un uomo disperato che a marzo di quest' anno, dopo 30 anni di lavoro e a pochi anni dalla pensione, per via della crisi è stato licenziato dall' azienda per cui ha lavorato. Ha cercato per settimane un altro posto, ovunque. « Ma a 49 anni nessuno ti prende. Per questo ho deciso di fare la cosa più stupida che potessi fare, pur di continuare a non fare mancare nulla a mia figlia di 10 anni e all' altro di 14 che ho avuto da un' altra donna».
E così Andrea ha iniziato a spacciare. « E, non essendo un professionista e non sapendo come si fa, sono stato beccato subito e arrestato il 18 maggio scorso » . Processato per direttissima, non è stato mandato in carcere ma condannato a 2 anni e 8 mesi da scontare ai domiciliari. «La mia ex moglie si è proposta di aiutarmi, indicando l' indirizzo di casa nostra, dove vivevamo insieme prima di separarci, come il domicilio a cui le forze dell' ordine potevano trovarmi.
E dove infatti in questi mesi mi hanno sempre trovato. Lei andava a lavorare e, anche per sdebitarmi della sua ospitalità, mi sembrava il minimo pensare a tutto dentro casa: dalle lavatrici alla cucina, dall' aspirapolvere allo stiro. Ma non andava mai bene nulla, una continua critica, una valanga di umiliazioni. Ecco perché ho maturato la scelta di farmi arrestare: non avrei gravato su di lei e la mia bambina avrebbe vissuto senza tensione » .
carcere 1
L' uomo si commuove. «Sono andato da mia figlia e le ho detto: "ora papà esce un attimo e starà via un po' di tempo. Tu non ti preoccupare che torno da te". Lei mi ha detto che gli sarei mancato ma se era importante andare mi avrebbe aspettato. Pensavo mi arrestassero per evasione e mi mettessero in carcere. Invece il giudice si è mosso a compassione e ha ritenuto quello che avevo fatto non punibile per particolare tenuità del fatto. Ed ora eccomi qui, in questa struttura, a chiedere di riavere la mia dignità di uomo e di lavoratore.
Niente di più. Voglio solo poter riuscire a mantenere mia figlia».