• Dagospia

    MEJO DI DICAPRIO IN “REVENANT” – MENTRE PASSEGGIAVA NEL PARCO NAZIONALE D'ABRUZZO, UN 33ENNE È STATO AGGREDITO DA UN'ORSA, CHE DIFENDEVA I SUOI CUCCIOLI – COLPITO DA UNA ZAMPATA ALLA GAMBA E DA UN MORSO ALL'ADDOME, L'UOMO È RIUSCITO A SALVARSI GRAZIE AL SUO CANE, CHE HA RINGHIATO CONTRO L'ORSA E GLI HA PERMESSO DI ARRAMPICARSI SU UN ALBERO E POI DI SCAPPARE – IL RACCONTO: “HO VISTO IL SANGUE CHE MI USCIVA DALLE FERITE E HO MANDATO DUE VOCALI: UNO A MIA MOGLIE E L'ALTRO A MIO PADRE”


     
    Guarda la fotogallery

    Aldo Simoni per https://roma.corriere.it/

     

    Antonio Rabbia con la volontaria che ha ritrovato il suo cane Antonio Rabbia con la volontaria che ha ritrovato il suo cane

    «Dopo l'attacco dell'orsa ho visto il sangue uscire dalle ferite alla pancia e alla gamba che, per la brutta caduta a terra, non mi consentiva di correre, ho pensato che avessi i secondi contati. Così ho preso il telefonino e, appoggiato a un bastone, mentre cercavo di scappare da quel bosco, ho mandato due vocali: uno a mia moglie e l’altro a mio padre. A tutt’e due ho gridato “Mi ha aggredito un’orsa: non ce la faccio a tornare. Non ci rivedremo mai più. Ma sappiate che vi ho sempre amato. Addio"».

     

    Antonio Rabbia, 33 anni, di Ausonia (Frosinone) ha ancora il terrore negli occhi. E sono tre notti che non dorme, rivivendo quei drammatici cinque minuti di faccia a faccia con un’orsa che, per difendere i suoi due cuccioli, lo ha aggredito. Antonio ha dunque parcheggiato la sua auto nello spiazzo a ridosso della «curva dei motociclisti» lungo la strada Provinciale 666, che collega la provincia di Frosinone a quella dell'Aquila.

     

    ferite di Antonio Rabbia dopo l'aggressione dell'orsa ferite di Antonio Rabbia dopo l'aggressione dell'orsa

    Una vallata immersa nel verde, ai confini del Parco nazionale d'Abruzzo-Lazio-Molise. L’orsa a quel punto ha fatto un passo indietro. Il tempo necessario a Antonio per realizzare cosa stesse succedendo e scappare. Ma il terreno, in discesa, non lo ha aiutato. Anzi, lo ha fatto scivolare e, cadendo a terra, rotolando, ha riportato una brutta “storta” sbattendo contro una pianta. Ne ha approfittato mamma orsa per tornare all’attacco. 

     

    «A quel punto -prosegue Antonio - ho preso un sasso e gliel'ho scagliato contro, mentre Biondo continuava a ringhiare e abbaiare più forte di prima». «Una volta al sicuro, sulla strada, ho cominciato a chiamare Biondo. L'ho chiamato dieci, cento volte. Ma non l'ho più visto. Nel frattempo ho telefonato a due amici che abitano in zona». E sono stati proprio loro ad accompagnarlo all’ospedale di Cassino dove i medici gli hanno ingessato la gamba (per un trauma distorsivo) gli hanno immobilizzato la schiena (due costole rotte nella caduta) e hanno medicato le ferite provocate dai due morsi sull’addome. Prognosi: 20 giorni. 

     

    orsa con i cuccioli orsa con i cuccioli

    «Ma il mio pensiero - prosegue - era tutto per il mio Biondo. Così ho lanciato un appello su Facebook, con tanto di foto, per ritrovarlo. E la fortuna, questa volta, mi è venuta incontro con i suoi capelli biondi. Era Melissa. Sì, perché Melissa, un’amante dei cani, dopo aver letto l’appello su Facebook, ha scritto ad Antonio: «Tranquillo, ora vado io a ritrovare Biondo». E così è stato. «Dopo tre giorni mi ha riportato il mio cane. Ancora impaurito, ma, scodinzolante, mi è saltato addosso, felice, come me, di riabbracciarci». Ora Antonio si è rivolto all’avvocato Giuseppe Spaziani per avere giustizia. 

     

    orsa con i cuccioli orsa con i cuccioli

    «Chiederemo i danni all’Ente Parco – spiega il legale – perché in zona non ci sono né cartelli, né divieti che impediscono l’accesso ai sentieri. Ora vogliamo sapere se i 60 orsi presenti nel Parco, tutti animali protetti, sono, o meno, muniti di microchip. Una questione da non sottovalutare visto che, otto mesi fa, a Pescosolido, un altro mio cliente è stato aggredito da un orso mentre era uscito sul balcone di casa. Per la paura è caduto giù e, quando è arrivata l’ambulanza, il barelliere gli ha chiesto “ma perché ti volevi suicidare?” Sì, perché alla storia dell’orso non ci credeva nessuno. Ora invece…” » conclude l’avvocato Giuseppe Spaziani allargando le braccia. Il caso, adesso, finirà in Tribunale. 

    orso bruno marsicano con cuccioli orso bruno marsicano con cuccioli orso bruno marsicano con cuccioli orso bruno marsicano con cuccioli

    orsa orsa

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport