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    LO FAMO STRIANO – DIETRO IL FINANZIERE FICCANASO, L’EX COMANDANTE GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA GIUSEPPE ZAFARANA E L’ALLORA CAPO DEI REPARTI SPECIALI UMBERTO SIRICO: PAROLA DEL PROCURATORE NAZIONALE GIOVANNI MELILLO - SIRICO SI SAREBBE SPESO PERSONALMENTE A FAVORE DI STRIANO, “INDICATOMI COME UFFICIALE DI POLIZIA GIUDIZIARIA DI GRANDE ESPERIENZA NELLA MATERIA” - ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI ANCHE UN AGENTE DEI SERVIZI SEGRETI (AISE) – UN TERREMOTO POLITICO CHE QUASI CERTAMENTE FARÀ SENTIRE LE SUE SCOSSE DOPODOMANI IN COMMISSIONE ANTIMAFIA…


     
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    François De Tonquédec per “La Verità” - Estratti

     

    GAETANO PECORARO INTERVISTA PASQUALE STRIANO - LE IENE 2 GAETANO PECORARO INTERVISTA PASQUALE STRIANO - LE IENE 2

    Le rivelazioni della Verità sulla sinergia tra il finanziere Pasquale Striano e i cronisti del Domani, Stefano Vergine, Giovanni Tizian ed Emiliano Fittipaldi che, secondo le carte della Procura di Perugia, sarebbe all’origine di una serie di articoli contro vari esponenti della Lega, ieri, ha fatto insorgere i vertici del Carroccio. Che adesso chiedono chiarezza.

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    Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari, rispettivamente capogruppo della Lega al Senato e alla Camera, non sono stati da meno: «Inquietanti rivelazioni di stampa dimostrano che il bersaglio preferito dai giornalisti di sinistra era il Carroccio e Matteo Salvini. Oggi emerge un dato sconcertante che conferma quanto abbiamo sempre denunciato: una montagna di bugie strumentali sulla Lega e un pericoloso attacco alla democrazia».

    giuseppe zafarana giuseppe zafarana

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    Un terremoto politico che quasi certamente farà sentire le sue scosse dopodomani in commissione Antimafia, quando l’ufficio di presidenza affronterà il tema dell’inchiesta della Procura di Perugia sul presunto dossieraggio di 172 vip, tra politici, imprenditori, star dello spettacolo e dello sport.

     

    Intanto, a rendere ancora più inquietante il quadro, ieri è emerso che la Procura di Perugia ha iscritto sul registro degli indagati anche un agente dei Servizi segreti. L’uomo sarebbe un dipendente dell’AISE. Fonti governative si sono, però, affrettate a precisare che lo 007 non ha (e non ha avuto in passato) incarichi operativi, ma di analisi. A lui

     

    Striano avrebbe fatto una strana proposta: «Se vuoi ti posso mandare un file che nessuno ha neanche in finanza ore ci sono le 500 imprese italiane rette da russi ci sarebbe da fare un lavorone, ma lo non riesco». Un’offerta a cui la barba finta avrebbe risposto: «Magari».

    generale umberto sirico generale umberto sirico

     

    Dalle carte di Perugia emerge con chiarezza, almeno a giudizio dell’accusa, il tentativo che i due principali indagati dell’inchiesta, l’ex sostituto procuratore della Direzione nazionale Antimafia Antonio Laudati e Striano, avrebbero fatto per mantenere il controllo assoluto sulla gestione delle segnalazioni di operazioni sospette dell’antiriclaggio, funzione a loro affidata e che è finita al centro delle indagini.

     

    A rivelare le mosse per tenersi stretta quella gallina dalle uova d’oro è stato l’attuale procuratore nazionale Giovanni Melillo, il quale, al suo arrivo, avvenuto nel 2022, si sarebbe trovato al centro di pressioni di altissimo livello.

     

    Melillo ricorda una colazione di lavoro con l’ex comandante generale della Guardia di finanza Giuseppe Zafarana e con l’allora capo dei reparti speciali Umberto Sirico, in cui quest’ultimo si sarebbe speso personalmente a favore di Striano. Scrive Melillo: «Durante tale colazione» il generale

    Antonio Laudati Antonio Laudati

     

    Sirico «nel discutere dei nuovi assetti da dare alla collaborazione con Dna in materia di gestione delle Sos mi chiese di accogliere la richiesta di incontro a suo dire più volte inoltrato alla mia segretaria dal sottotenente Striano (successivamente promosso tenente, ndr), indicatomi come ufficiale di polizia giudiziaria di grande esperienza nella materia». Per questo Melillo invita Striano a partecipare a riunione organizzativa già fissata per il 4 agosto 2022.

     

    melillo melillo

    L’investigatore indagato era al corrente delle buone referenze su cui poteva contare, tanto che a un collega che gli chiedeva se avesse domandato personalmente di parlare con Melillo aveva risposto: «Ovviamente sia Laudati che i nostri vertici sanno che io sono l’unico in grado di dire le cose come stanno da un punto di vista di polizia giudiziaria, quindi se qualcuno lo ha chiesto potrebbe essere stato Laudati o Sirico addirittura».

     

    Melillo ha riassunto così il suo faccia a faccia con Striano: «Durante tale incontro mi limitai a registrare sue lamentele per la mancanza di collaborazione del gruppo ricerche della banca dati e a invitarlo a trasmettermi un appunto riservato, destinato sia a motivare quelle doglianze sia a formulare eventuali suggerimenti e proposte di miglioramento dell’organizzazione del settore di interesse [...]. La lettura dell’appunto, come già ho avuto modo di sottolineare, mi convinse definitivamente a ritenere urgente e non evitabile l’allontanamento dall’ufficio anche del Striano».

     

    MATTEO SALVINI AL FORUM AMBROSETTI A CERNOBBIO MATTEO SALVINI AL FORUM AMBROSETTI A CERNOBBIO

    Cantone chiosa: «In sintesi il procuratore Melillo evidenzia come Striano, nell’appunto poi redatto ed allegato alla relazione, propose l’ufficializzazione del ruolo di coordinatore del gruppo Sos del più alto in grado (ovvero di sé stesso) e la concentrazione in un solo magistrato (contrariamente alle linee programmatiche individuate già nel corso della riunione del 4 agosto) del ruolo di referente; magistrato che, per l’esperienza in materia “non avrebbe potuto che essere il sostituto Antonio Laudati”».

    RAFFAELE CANTONE CHIARA COLOSIMO RAFFAELE CANTONE CHIARA COLOSIMO

     

    Tre anni prima Striano, quando era stato distaccato per un periodo alla Direzione investigativa antimafia, aveva già assicurato ad alcuni colleghi che sarebbe rientrato alla Dna come «coordinatore del gruppo Sos» e aveva spiegato che raggiungere l’obiettivo era «intervenuto a suo favore lo stesso Laudati, il quale avrebbe parlato direttamente con il C3, laddove il C3 indica il Capo di Stato maggiore ovvero, all’epoca, il generale Sirico».

     

    Quest’ultimo «avrebbe preso informazioni su di lui tramite Laudati, attraverso il quale gli avrebbe poi fatto arrivare il messaggio del prossimo ed imminente incarico».

     

    CHIARA COLOSIMO - COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA CHIARA COLOSIMO - COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA

    Sentito dagli inquirenti perugini Sirico ha dichiarato: «Nell’ambito degli incontri che il dottor Laudati aveva con il Comando generale è possibile che lui sia venuto da me e mi abbia parlato del neo tenente Striano, indicandomelo come una persona con le caratteristiche adatte per essere impiegato nelle attività collegate alla gestione delle Sos».

     

    Per Cantone quindi, «Laudati non è affatto estraneo, come sostenuto in sede di sit, al rientro di Striano in Dna nel 2019 [...] essendosi egli stesso mosso a tale scopo, parlandone con il generale di corpo d’armata

     

    PASQUALE STRIANO PASQUALE STRIANO

    Sirico e successivamente, concordando direttamente con il generale Padula (Giovanni, ndr) il regime lavorativo del gruppo e di Striano in particolare». Nella sua relazione inviato a Perugia Melillo ricorda anche che, quando ci fu la discovery dell’inchiesta,

     

    Laudati «nell’immediatezza si dichiarò allibito dalla notizia dei fatti attribuiti a Striano, dicendosi nel contempo pronto a mettere la mano sul fuoco sulla correttezza di ufficiale di polizia giudiziaria che con lui collaborava da anni».

     

    Melillo avrebbe reagito sconsigliando gesti alla Muzio Scevola: «Scherzosamente, ma non troppo, invitai il collega a non mettere la propria mano sul fuoco, data anche la gravità degli eventi e del contesto politico nel quale gli stessi si verificavano».

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