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    “LA MELONI E' ANDATA AL G2O E NON HA FATTO NEPPURE UNA CHIAMATA” - L’INCAZZATURA DI BERLUSCONI CONTRO DONNA GIORGIA PER ESSERE STATO TAGLIATO FUORI SU POLITICA ESTERA E FINANZIARIA: “NON CI CONSULTANO”. A TAJANI: "NON HAI NEPPURE UN PEZZO DI CARTA DELLA MANOVRA? E TI SEMBRA NORMALE?” – POI DOPO UN PRANZO CON MARINA, CHIAMATA UN’ALTRA VOLTA A RIPORTARE ORDINE NELLA TESTA RONZULLATA DI PAPA’ SILVIO, IL BANANA SI FA PIU’ CONCILIANTE: “MELONI HA FATTO QUELLO CHE POTEVA FARE. IL MEGLIO POSSIBILE. SE AVRETE DELLE OBIEZIONI, MI RACCOMANDO DI...”


     
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    Francesco Verderami per corriere.it

     

    SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI NEL 2011 SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI NEL 2011

    C’è stato un prima e un dopo nella giornata di Berlusconi. Ieri, prima di pranzo, l’umore del Cavaliere era lo stesso della sera precedente, quando aveva chiamato Tajani e gli aveva chiesto conto della Finanziaria alla vigilia del Consiglio dei ministri: «Hai un pezzo di carta? Qualcosa?». «No». «E ti sembra normale? Fra un’ora vi riunite e noi non siamo stati consultati».

     

    Tra i partiti non erano girate nemmeno bozze della manovra, e c’era un motivo. Durante il preconsiglio i rappresentanti del governo erano stati informati da Palazzo Chigi che «non c’è ancora un testo» e che «avrete tutto online». Non subito. Infatti nella notte l’approvazione della legge di Stabilità da parte dell’esecutivo si sarebbe basata sull’illustrazione dei provvedimenti, non sui testi. «Abbiamo dovuto operare in tempi brevi», riconosce un autorevole esponente di FdI: «Questioni di bollinatura».

    SILVIO BERLUSCONI GIORGIA MELONI - 2008 SILVIO BERLUSCONI GIORGIA MELONI - 2008

     

    Sarà, ma prima di pranzo a Berlusconi il presepe di Meloni continuava a non piacere. «È andata al G2O — si lamentava — e non ha fatto neppure una chiamata a chi ha partecipato a tanti di questi vertici». Cioè lui. Che da un mese e passa stigmatizza nei suoi conversari l’atteggiamento della premier. Ieri mattina Adalberto Signore lo aveva segnalato sul Giornale, e il titolo del quotidiano lo aveva messo in risalto: «Inflazione all’attacco - Manovra in difesa. Troppa cautela su fisco, cartelle e pensioni». Che poi era anche la linea di Forza Italia, illustrata da Mulè durante una riunione mattutina: «Diremo che la manovra non sarà il libro dei sogni ma almeno scaccia gli incubi. È una specie di tisana...». Espressione che evocava il «brodino» con cui Bertinotti preparò lo sfratto a Prodi.

     

    silvio berlusconi e matteo salvini si guardano mentre giorgia meloni parla di unanimita' nella coalizione silvio berlusconi e matteo salvini si guardano mentre giorgia meloni parla di unanimita' nella coalizione

    Il Cavaliere non è certo arrivato a questo punto, ma è evidente come finora abbia trattato il gabinetto Meloni alla stregua di un «governo amico». Le richieste azzurre sulla Finanziaria — a suo giudizio — non sono state soddisfatte appieno, sia sulla decontribuzione per i giovani sia sull’innalzamento delle pensioni minime: «Non capisco perché le abbiano portate a 570 euro invece che a 600. Mettiamo noi i trenta euro mancanti». Così i capigruppo Cattaneo e Ronzulli avevano fatto subito sapere che sulla legge di Stabilità «Forza Italia lavorerà per migliorarla in Parlamento». Nell’attesa, proprio in Parlamento la squadra di Berlusconi si prepara a dar battaglia sul decreto Aiuti quater, con una serie di emendamenti bellicosi sul Superbonus.

     

     

    berlusconi meloni salvini al quirinale berlusconi meloni salvini al quirinale

    Ma il piatto che scotta è il Reddito di cittadinanza, su cui il Cavaliere da tempo ha un’opinione diversa dalla premier. «È un punto sensibile ma abbiamo trovato un compromesso», spiega un esponente di governo di FdI: «E alla fine gli alleati si dovranno allineare. L’ha già fatto Salvini, lo farà anche Berlusconi. Perché Giorgia non si fermerà. Ci abbiamo provato pure noi in campagna elettorale, figurarci ora». Il pranzo ad Arcore doveva ancora essere organizzato quando l’ex premier si metteva a guardare la conferenza stampa di Meloni. E scopriva che nel parterre di governo l’unico partito non rappresentato era il suo. «Va bene che Tajani é all’estero — si adontava un dirigente azzurro — ma potevano chiamare il ministro Pichetto Fratin, dato che si è parlato di risorse per l’energia».

     

    Marta Fascina Silvio Berlusconi Marina Berlusconi Marta Fascina Silvio Berlusconi Marina Berlusconi

    L’argomento, insieme alla polemica della premier con i giornalisti, faceva passare in secondo piano una frase pronunciata dal titolare dell’Economia Giorgetti: «Sulla manovra in tanti invocavano sforamenti di qua e sfondamenti di là. Mi dispiace non aver assecondato queste aspettative». «Ma non erano i leghisti che lo dicevano?», sussurrava sibillino un meloniano lì presente. Chissà se Berlusconi l’ha colta. Una cosa è certa: dopo pranzo — parlando al telefono con alcuni rappresentanti azzurri — il Cavaliere ha usato toni diversi verso la premier: «Ha fatto quello che poteva fare. Il meglio possibile. Se avrete delle obiezioni, mi raccomando di fargliele con garbo». Clic. Tra il prima e il dopo aveva parlato a tavola con la figlia Marina...

    MARINA E PIERSILVIO BERLUSCONI MARINA E PIERSILVIO BERLUSCONI meloni berlusconi salvini ronzulli meloni berlusconi salvini ronzulli marina berlusconi marina berlusconi meloni salvini berlusconi al quirinale meloni salvini berlusconi al quirinale meloni berlusconi salvini al quirinale meloni berlusconi salvini al quirinale

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